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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di G. FIORITO del 30/06/2012 08:50:23
L'Italia che va... in finale

 

E' l'Italia che va
milioni di sigarette accese
milioni di totocalci bum
la borsa che sale e che scende
week-end che durano un mese


Così cantava Ron nel 1986, come fosse stamattina. Chi sa cosa avrebbe pensato il Cigno di Busseto di fronte al poker d’assi servito dalla nazionale azzurra a quella teutonica da quell’epica Italia Germania 4 a 3 di Mexico ’70 a oggi. Passato attraverso la vittoria italiana di Spagna ’82 e l’eliminazione ai quarti dei tedeschi di Berlino 2006, che confermano la netta superiorità del calcio italiano rispetto a quello tedesco. Verdi si inchinava al genio di Wagner, con l’umiltà che è propria dei grandi, ma non poteva sapere niente del pensiero di Churchill: “È ben noto che nessun popolo è più preciso dei tedeschi nella preparazione [di una attività] e nella pianificazione, ma ugualmente nessun popolo può risultare maggiormente sconvolto quando i suoi piani falliscono. Essi non sono in grado di improvvisare” . E di conseguenza non si rendeva conto di come e quanto La Traviata e Il Rigoletto potessero divertire molto più del Lohengrin e del ciclo de L’anello del Nibelungo, ritenendola anzi una ragione per dolersi della propria gloria nazionalpopolare.
A me ciò di cui bisogna dispiacersi non sembra essere la qualità della grandezza, quanto piuttosto il metodo attraverso il quale si cerca di derubare la grandezza e di specchiarsi in essa. Adattandola di volta in volta alla propria taglia. Anche questa in fondo è improvvisazione, ma fa male dentro, come certi accordi del jazz che tagliano l’anima, al limite come sono dell’interpretazione musicale.

Come Juventini ci hanno derubato di tante cose. Una di queste è la nazionale. Che per tanti aspetti costituisce l’italianità. Nessuno mi toglie dalla testa che l’unica volta in cui ci siamo sentiti tutti, indistintamente, veramente italiani, è stata quella in cui abbiamo vinto i mondiali di calcio. Un’identità fragile, sotterranea, che però cocciutamente riemerge ogni volta che la nazionale vince.
Scomodatela voi la filosofia, la sociologia e l’antropologia. Noi Juventini assistiamo a un fenomeno strano. Quanto più ci derubano, tanto più siamo in grado di dare. Per ogni gancio assestato sulle nostre guance, rispondiamo con il fiore sbocciato sul campo. E ritorniamo a vincere e ad emozionare l’Italia. L’Europa. Il mondo. Consci che finita la festa, saremo di nuovo sbattuti in prima pagina come la peggiore risma di delinquenti. Non è una metafora, non solo parole forti. Accusa di associazione a delinquere è quella della quale rispondiamo da sei anni dentro i tribunali. Delinquenti Travaglio ha chiamato i nostri calciatori e per questo ha tifato la Germania e non la squadra della nazione nella quale è nato. Anche se da uno che era juventino e ha tradito come lui, c’era da aspettarselo.

Cosa stanno pensando tutti gli altri è facile prevederlo, anzi leggerlo sui giornali. Si stanno affrettando ad avvolgersi nelle bandiere tricolori, nonostante i rigurgiti velenosi con i quali le hanno macchiate di infamia bianconera. Dal presidente del consiglio Mario Monti che voleva fermare il calcio per due o tre anni, a uno che diventa sempre più ex. Narducci, ex pm e assessore di Napoli, che avrebbe lasciato a casa i campioni corrotti della Juve. Fino a toccare, ma ci siamo abituati, i soliti vertici delle istituzioni sportive, che hanno pensato bene di privare per davvero Criscito della nazionale.

Europei e mondiali, intersecandosi, giungono un anno sì e uno no. E non basta una strage di cani per fermare la passione per il calcio. Nemmeno la poca certezza che i diritti civili siano preservati se per 7/11 gioca la Juve. E il Milan prende gusto soltanto a riappropriarsi della carriera di Pirlo. E l’Inter da due edizioni nemmeno c’è. Che cos’è questa che gioca e che vince? La nazionale della FIGC o quella che chiamano ItalJuve?

Sono intenzionata a seguire gli europei. Mi occupo di calcio, ho l’alibi perfetto. All’inizio non me ne importa niente e spero di tornare a casa. Ma teniamo i campioni del mondo e nemmeno poi tanto male. D’accordo. Ci serve il top player. Facciamo che le partite me le vedo tutte, tanto è così pure d’inverno, dalla Premier League alla Bundesliga. Fingiamo di essere al centro commerciale e di scegliere qualche campione per il calciomercato della Juve.
Un match tira l’altro e siamo già in finale. E strada facendo mi viene una pensata. Che questi europei mi sembrano le prove tecniche di trasmissione della prossima CL. E la Juve non se l’è cavata male.
E un’immagine mi è rimasta negli occhi. La mamma di Balotelli che se lo stringe forte.
“... bianco che abbraccia il nero”.
 
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