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Attualità di F. FILIPPIN del 16/07/2012 16:20:49
I vecchi Jukebox e le monetine nerazzurre

 

Puntuale come le code in autostrada direzione spiagge e gradita come l'immancabile aumento del prezzo degli ombrelloni, è arrivata la nuova sagace battuta del noto autore di Interismi.
"I vecchi jukebox, metti la moneta e cantano la canzone".
Oggetto del brillante spunto è la sconvolgente dichiarazione del neojuventino Lucio, che, durante la conferenza stampa di presentazione, a precisa domanda, ha “osato” così rispondere: “Sono d'accordo con il Presidente”.
Orrore.
Un giocatore che, appena acquistato, perde l'occasione di sconfessare il suo nuovo massimo dirigente, battendo i pugni sul tavolo e affermando che non capisce nulla? Mai visto, merita un commento.
Ma, al di là della forma, ci interessa la sostanza.

La domanda rivolta a Lucio era, più o meno, questa: ”Quanto scudetti ha vinto la Juventus? 30 o 28?”.
Immagino il travaso di bile negli orgogliosi terzi classificati del campionato 2005/2006.
Come può permettersi una ex bandiera nerazzurra, il protagonista indiscusso e amato dei trionfi morattiani, azzardarsi a dire una cosa del genere? Deve essere marchiato a fuoco come un venduto.
Approfondiamo un po' la questione.
Lucimar Ferreira da Silva, noto come Lucio, arriva all'Inter nel 2009/2010, dopo anni di militanza in Germania, nel Bayer Leverkusen prima, nel Bayern Monaco poi.
Proprio nella formazione bavarese giocava all'epoca dei ben noti fatti: lavoriamo un po' di fantasia e immaginiamo l'attesa al momento dei sorteggi per i gironi o per le sfide dirette di Champions League.
Chi era meglio evitare: la Juventus di Capello, di Thuram, Nedved, Trezeguet, Ibrahimovic, Cannavaro, ecc. ecc. o la temibile Inter di Mancini e Kily Gonzales, Solari, Ze Maria, Cruz e Recoba?
Ovviamente era da evitare a tutti i costi l'Inter, dal momento che, la storia ci ha dimostrato (?!?) essere questa la vera e meritevole vincitrice degli scudetti di quegli anni.
Peccato che gli scontri diretti tra le squadre dicessero altro, con la Juventus vincitrice sul Bayern, negli anni di militanza di Lucio, tre volte su quattro e con l'Inter, invece, eliminata nel 2006.
Non è che, magari, avendole viste ed affrontate tutte e due, si sia fatto una qualche idea su chi fosse la più forte e su chi meritasse davvero i titoli?
No di certo: sono i soldi a parlare, sempre e solo i soldi, capaci ancora una volta di “violentare” i calciatori e fargli dire esattamente il contrario di quello che sentono e provano con tutto il loro cuore, anche con riferimento a fatti avvenuti prima ancora di arrivare nella società della legalità e dell'onestà universale.

Tornando all'autore dello spunto da cui sono nate queste brevi considerazioni, ci viene da chiedergli, se, secondo lui, i vecchi jukebox (ci piace la metafora usata) quando sono alla Pinetina cantano gratis o se la “monetina” si usa inserirla anche lì, magari sotto forma di megastipendi e bonus pagati per anni a giocatori che hanno ampiamente dimostrato di non meritarli, protagonisti, mentre sono sotto contratto, di dichiarazioni d'amore per la beneamata degne delle più stucchevoli canzonette estive, ma che, quando vengono scaricati, come è capitato a Lucio, come scarpe vecchie (lo so, la similitudine è banale e non è al livello di Severgnini), magari si sentono liberi di dire quello che pensano veramente.

Quello di Lucio, infatti, non è (e non sarà, statene certi, vista l'epurazione in corso a Milano) l'ultima dichiarazione in tal senso, dal momento che tutti gli ex nerazzurri, chi più chi meno, non hanno perso l'occasione di sottolineare come la distanza tra le due squadre, all'epoca, fosse siderale e che il famoso scudetto di cartone non era certo un vanto al di fuori della sede sociale nerazzurra, dal momento che legittimo proprietario doveva essere chi aveva ampiamente dimostrato di essere il più forte, senza se e senza ma.

Ma questo non vale per il nostro giornalista/scrittore, per il quale tutto quello che non è nerazzurro (o che smette di esserlo), va dileggiato e attaccato, dall'alto del piedistallo in cui si è, ed è stato, messo.


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