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Attualità di E. LOFFREDO del 23/08/2012 12:22:42
Sandulli: ‘Gli è andata bene...’

 

Uno dei dogmi giuridici, sarebbe meglio dire para-giuridici, è quello secondo il quale "le sentenze non si giudicano, si appellano (o si rispettano)". Una sorta di regola non scritta in base alle quale qualsiasi sentenza dovrebbe essere intangibile e non criticabile da parte dell'opinione pubblica. Si può concedere che suddetta regola al più può essere vincolante per gli operatori del diritto (magistrati, avvocati, arbitri, ecc.) i quali hanno i mezzi per impugnarle, ma non per zittire l'opinione pubblica. Opinione che in sintesi non è altro che la voce di quell'organo sovrano che è il popolo, in nome del quale si emanano le sentenze (non quelle sportive).

A nostro avviso quindi l'opinione pubblica ha tutto il diritto di criticare le sentenze (anche quelle sportive seppur non emesse “in nome del popolo”), questo altro non fa che sottoporre le decisioni dei giudici ad una sorta di controllo di legittimità delle sentenze rese. Critica popolare che deve essere comunque ancorata e argomentata non in base ai colori di tifo politico o sportivo, ma alle regole certe che tutti, e anche la giustizia sportiva, siamo tenuti a rispettare. Questo controllo è reso possibile dall'obbligo di motivazione cui sottostà qualsiasi sentenza (anche quella sportiva).

Qualcuno potrebbe obiettare che le motivazioni della Corte di Giustizia Federale non sono state ancora depositate e quindi non si può avanzare ancora nessuna critica alla legittimità della stessa. Questo è vero, ma c'è da dire due cose: in primis, questa sarebbe una concessione garantista alla giustizia sportiva, che di garanzie invece ne offre quasi zero; in secundis, abbiamo seguito tutti da vicino la questione Conte e, anche astenendoci dal dare il nostro insignificante giudizio di legittimità, possiamo ben giudicare nel merito la decisione (e infatti lo stanno facendo tutti).

Chi a differenza nostra dovrebbe astenersi dal commentare in pubblico la decisione sono i soggetti a vario titolo coinvolti nella decisione. Eppure nonostante ciò abbiamo dovuto sorbirci le esternazioni al riguardo di uno dei giudici della CGF. Piero Sandulli infatti ha dichiarato «A Conte è andata bene, in uno dei due casi, se fosse stato chiesto l'illecito, rischiava tre anni».

Le dichiarazioni di Sandulli sono, queste sì, inopportune e vietate per il ruolo istituzionale che questi ha avuto nella vicenda. Un'uscita deontologicamente gravissima: uno dei giudici che cerca di legittimare la decisione non nella motivazione ma anticipando una sua personale convinzione alla stampa (chi meglio dei media può avere forza legittimante?). Altra cosa grave sono le parole usate dal giurista, quel "ti è andata pure bene" sono degne di un avventore del bar dello sport, di un soggetto che deve in qualche modo esternare il proprio intimo livore. Se è etico un "giudice" che si comporta così...

Visto che le parole di Sandulli altro non fanno che rinfocolare i sentimenti da ultras di chi commenta (al bar dello sport appunto) la decisione della CGF, come dovremmo commentare se un giorno leggessimo la notizia che uno o più tifosi juventini lo hanno affrontato e oltre a dirgli il fatto loro gli hanno dato anche il fatto suo? «Gli è andata bene, con quello che ha seminato poteva raccoglierne anche di più»?

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