E' notizia di questi giorni la insanabile (almeno in apparenza) frattura tra l'associazione dei costruttori di F1 (FOTA), presieduta dal nostro Luca Cordero di Montezemolo, e la presidenza della Federazione Internazionale (FIA), presieduta da Max Mosley.
L'oggetto del contendere è la riforma dei regolamenti della F1, ipotizzata da Mosley e improntata ad un auspicio di contenimento dei costi e contemporaneo aumento dello spettacolo.
Parrebbe di capire che Mosley vorrebbe una F1 con molte componenti comuni alle varie auto partecipanti alla corsa, sia per diminuire i budget (sui quali avrebbe anche intenzione di fissare un tetto) sia per fare in modo che emerga la qualità del pilota piuttosto che del mezzo: una sorta di GP2 con gli steroidi, tanto per capirci.
I costruttori sono un pò tutti in rivolta, soprattutto i BIG che si servono degli investimenti in F1 per avere un ritorno nel mercato dell'auto di tutti i giorni (o quasi, visti i prezzi di BMW e Mercedes per non parlare della Ferrari). Se non ci si riesce a mettere in luce, gli investimenti sarebbero soldi buttati a esclusivo favore di chi dalla vendita dei diritti TV trae i maggiori benefici. Mosley e Ecclestone, appunto.
Quindi, con una mossa molto teatrale, Montezemolo ha annunciato che se le regole annunciate non saranno modificate la Ferrari lascerà la F1. Si parla addirittura di creare un nuovo circuit con la partecipazione di altri team, fra cui la Renault che ha anch'essa annunciato il ritiro, solo 2 giorni dopo dall'annuncio Ferrari.
E' notizia di oggi, tra l'altro, la decisione dell'Alta Corte di Giustizia di Parigi di respingere il ricorso della Ferrari contro le modifiche al regolamento. Si preannunciano controricorsi.
Nel merito, diciamoci la verità: la mossa di Montezemolo è giusta.
Non avrebbe senso snaturare la F1 fino a questo punto: la F1 è e deve restare la corsa dove vince il più veloce, e dove si deve avere modo di sviluppare ricerca e tecnologia. Sicuramente si devono trovare dei correttivi per rendere le corse più interessanti, ma non nel senso che sostiene Mosley.
Già quest'anno, con gomme lisce e alettoni modificati, lo spettacolo è migliore se non altro perché l'outsider sta sbaragliando tutti, BIG compresi. Si dovrebbe continuare su questa strada senza stravolgimenti.
Però. C'è un però, ed è grosso come una casa. Anzi sono due case per due questioni.
La prima salta agli occhi di tutti: è abbastanza chiaro che Montezemolo non ha digerito lo "sgarbo" degli estrattori (o meglio dell'effetto suolo) firmati Ross Brawn, l'uomo che fece grande la Ferrari di Schumacher.
Brawn è stato chiamato per scrivere le nuove regole: l'ha fatto. Tutti contenti. Poi però ha avuto l'ardire di rilevare una Honda in crisi e ha interpretato le regole come nessuno poteva fare... le ha scritte lui, perbacco!
Pensare che i vari team avevano ipotizzato di finanziare la Brawn Gp in modo da continuare ad avere 20 vetture al via (non so se sia realmente avvenuto), per poi trovarsi beffati da questo mago dell'aerodinamica.... sicuramente gli ha fatto male, e LCDM non è uno che lascia perdere.
Appare chiaro quindi il tentativo di riaccaparrarsi quella fetta di potere decisionale soffiatagli dall'ex-delfino.
La seconda questione, invece,
salta agli occhi dei soli tifosi bianconeri rancorosi e squadristi (come certi direttori di giornale ci hanno chiamato).
Si tratta del diverso atteggiamento tenuto da LCDM nei confronti dell'attacco alla Ferrari rispetto ai fatti del 2006 che hanno coinvolto la Juve.
Esempi ce n'erano stati già ai tempi della spy-story McLaren, questa è un'ulteriore prova.
Quando c'è da difendere i diritti della Ferrari, LCDM balza sempre lancia in resta, pronto a colpire tutto e tutti nel nome del suo gioiellino.
Nel 2006, invece, l'atteggiamento del tizio verso la Juventus è stato diametralmente opposto. Non si è mossa una paglia a favore dell'asset pallonaro di "casa IFIL", anzi si è tramato per ricondurre a più miti consigli quanti sostenevano che la punizione affibbiata fosse quanto meno ingiusta e spropositata.
Tanto è vero che lo stesso LCDM è stato pubblicamente ringraziato da Blatter per essersi adoperato affinché la Juventus ritirasse il ricorso al TAR, quello che a detta dell'avvocato D'Onofrio (e non solo) avrebbe restituito i 2 scudetti revocati.
Dobbiamo sottolineare, per amor di cronaca nera, che LCDM non ha nessun ruolo nella Juventus F.C., né lo aveva in IFIL all'epoca, in quanto è presidente di Fiat e di Ferrari.
Quindi: a che titolo parlava con Blatter di Juventus?
Risposta: si può solo supporre che sia vero quel che diceva Luca De Meo, ex- AD di Alfa Romeo: una Juve non-vincente risulterebbe più simpatica e consentirebbe un migliore sviluppo delle vendite di autovetture del gruppo Fiat.
Pecunia non olet, amici miei. Io non comprerò più auto del gruppo Fiat nella mia vita, almeno finché non troveremo giustizia.
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