Il Corriere dello sport di oggi si comporta né più né meno di quello che ci si aspetterebbe dalla stampa italiana: un ribaltamento e un'omissione. Il ribaltamento sta nel titolone in prima, laddove leggiamo che "Carrera attacca Mazzarri" come se quest'ultimo non avesse dapprima parlato di vittoria immeritata della Juve a Pechino e non avesse poi apostrofato il sostituto di Conte con «quel signore lì».

L'omissione invece sta nell'articolo a firma di Alberto Abbate che in merito al ricorso d'urgenza al TNAS dei legali di Conte, ci fa sapere che è «difficile che il tecnico torni subito i panchina». Argomenta il giornalista del quotidiano capitolino-napoletano ricordando il cosiddetto "periculum in mora": vi «sarebbe un teorico rischio rescissione». Rischio solo teorico in quanto anche a noi appare fin troppo facile argomento per il tribunale arbitrale ricordare che il presidente Agnelli ha più volte confermato Conte pur a dispetto della squalifica. Ci sarebbe invero un altro periculum, quello cioè di compromettere la competitività della squadra bianconera, i cui punti eventualmente persi a causa del mancato apporto del tecnico possono rappresentare un danno irreparabile.

Abbate omette però di ricordare ai suoi lettori che i ricorsi d'urgenza sono sempre sostenuti non solo dal periculum in mora, ma soprattutto dal "fumus boni iuris". In pratica ad una prima valutazione sommaria i giudici aditi possono riscontrare la fondatezza delle ragioni del ricorrente e concedere la sospensione del provvedimento afflittivo in attesa di un più approfondito esame della controversia.

Questo secondo elemento (omesso dal CdS) appare doppiamente fondato: la vicenda Mastronunzio ormai già sviscerata da tutti i blog e forum della rete e da una sola televisione nazionale (Sportitalia); e il principio del "non poteva non sapere", che in questo caso appare tutto fuorché giuridico.

Un altro tipo di fumo che vediamo e leggiamo è il fumus persecutionis. Ma soprassediamo per una volta, siamo tifosi e non vorremmo che le nostre fossero etichettate come considerazioni settantottine.

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