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Attualità di G. FIORITO del 26/08/2012 09:07:24
Che fine ha fatto scommessopoli?

 

C’era una domanda che circolava per il web nei primi anni di calciopoli. Cui prodest? A questa domanda cercò di rispondere per primo Enzo Biagi, quando non si era ancora asciugato l’inchiostro con il quale era stata scritta la sentenza Sandulli, chiedendosi a sua volta se non si stesse cercando di coprire uno scandalo più grande: lo scandalo Telecom.
“Piaccia o non piaccia”, la stessa domanda ritorna sei anni dopo. A chi giova che Conte subisca e sconti la squalifica di dieci mesi che con rinnovato senso del grottesco e dell’assurdo è stata confermata dalla Corte di Giustizia Federale?

Nonostante, per dirla con le parole di Andrea Agnelli, “il proscioglimento per l’omessa denuncia di Novara-Siena che ha fatto emergere le contraddizioni e le ritrattazioni ad orologeria di un ‘pentito’ interessato solamente a sgravare la sua posizione personale, si è deciso di uccidere la logica e di applicare in modo arbitrario una sanzione addirittura raddoppiata”.
Ragionando da tifosa mediamente istruita e informata dei fatti, il primo indiziato in ordine cronologico è il Milan, in virtù dell’essere stata la squadra che alla Juventus ha conteso la conquista dell’ultimo scudetto. Ma anche per vendetta, a causa del diverbio occorso tra Conte e Galliani, al quale l’allenatore bianconero ha rivolto l’accusa di essere la mafia del calcio.

Tra Caronte e Lucifero il vento caldo dell’estate ha portato alla Juventus due trofei. Il Berlusconi, vinto in buona supremazia sul Milan. E quello vero, la Supercoppa Italiana, conquistato sull’emergente Napoli, che da un paio di stagioni è “ansioso” di dire la sua in campo nazionale e europeo, almeno quanto il suo esuberante presidente. De Laurentiis e i suoi hanno osato di tutto e di più per surriscaldare una sfida che i numeri avrebbero consegnato senza tema di smentita alla squadra bianconera, che pur non ancora in forma eccellente ha spadroneggiato in campo realizzando uno score del doppio di possesso palla e palle giocate e addirittura del triplo di supremazia territoriale sul più classico catenaccio&contropiede partenopeo.
Entra perciò in classifica tra i beneficiari dei nuovi guai giudiziari juventini che hanno coinvolto oltre a Conte anche Bonucci e Pepe, il Napoli del presidente poco cosciente dei suoi mezzi all’atto di stilare i calendari dei campionati e restio a ritirare i secondi premi.

Frattanto una turba di opinionisti di quelli che piacciono tanto a certi palinsesti televisivi da seconda serata si è affrettata a dire la sua. E tra un Bonolis dal dente avvelenato per gli svaniti triplete e un Simoni caduto nell’oblìo si è fatta avanti la Roma del recidivo Zeman, sempre pronto a sparare contro la Juventus e mai a salve, al quale Conte ha già mandato a dire che regolerà sul campo i conti.

Però scommessopoli era partito come un affare di partite truccate. Tante partite dal risultato falsato a causa dell’intromissione della malavita, che paga calciatori dalla non sbocciata o sfiorita fama (e dai poco edificanti introiti) per realizzare guadagni enormi e fuorilegge. Una differenza sostanziale rispetto a calciopoli, dove nessuno pagava nessuno, ma si intendeva creare un clima inquinato atto a favorire la Juventus. Almeno secondo le sentenze.
Però Pepe, Bonucci e Conte di soldi non ne hanno presi e nemmeno nella Juve giocavano o allenavano ai tempi dei fatti a loro addebitati. Che non sono nemmeno un’accusa di aver falsato partite, ma di aver saputo che qualcuno le falsava e non aver denunciato il fatto.
Un’altra domanda sorge allora spontanea: che fine ha fatto scommessopoli? E ancora. Perché da oltre un mese i giornali e le televisioni parlano quasi esclusivamente di Conte, Bonucci e Pepe? Perché Marotta ha dovuto attendere per sapere se gli sarebbe servito magari un altro difensore piuttosto che un forte realizzatore? Perché un calciatore dovrebbe scegliere la Juve a una squadra che abbia un allenatore che sieda tranquillamente in panchina?

Senza tralasciare nuove invidie e vecchi “anti-juventini” militanti, Andrea Agnelli ha affermato: “Confido che gli organi di giustizia del C.O.N.I., cui con urgenza si farà ricorso, sappiano porre rimedio a questa profonda ingiustizia, che tra l’altro ha creato e crea un danno anche alla società, che dovrà fare in questo senso le sue opportune valutazioni e quantificazioni”.
Io nella giustizia sportiva non confido più da tempo. Perché ancora una volta è la Juve a finire sotto accusa e ad essere danneggiata. E perché per quest'ultima frase non mi serve nemmeno il punto interrogativo.

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