GiulemanidallajuveNews ritorna dopo la pausa estiva con il n. 16 e propone una riflessione sulle responsabilità che stanno incidendo in maniera si spera non irreversibile sulle condizioni di un paziente che se non è in prognosi riservata, poco ci manca: il calcio italiano.
Mentre tutti si affannano a determinare la diagnosi, la cura sembra peggiore della malattia. Abbiamo assistito nel corso di un concitato mese di agosto all’opera condotta dalla
giustizia sportiva nell’ambito di scommessopoli nei confronti dei primi destinati a subirne i colpi, more solito sferrati ora a caso e ora con precisione chirurgica. A farne le spese sconosciuti giocatori di belle se non ex belle speranze o nomi altisonanti da immolare dinanzi all’altare del famelico sentimento popolare. La confusione è tanta, la certezza una:
che a qualcuno sia consentito di abusare non solo delle norme che regolano il corretto svolgimento dei campionati, ma anche della pazienza di tanti addetti ai lavori e tifosi sempre più difficili da condurre al palcoscenico dei paganti dell’ex spettacolo più bello del mondo.
Accantonati Conte, Palazzi e Carobbio, si volta pagina e ci si imbatte
nella polemica tra Vialli e Zeman, come sempre utile per svelare la malafede incompetente del giornalismo di casa di fronte a una vicenda che mal sopportano di raccontare per il verso giusto. Da qui l’esigenza di rispiegare il processo per doping contro la Juve. Fatto ancor più grave che alla lista dei soliti noti si aggiunga il nome di
Ferrajolo, Presidente dell’USSI. Come dire che se il pesce si fa maleodorrante dalla testa, la situazione della stampa è giunta al collasso.
Non sono da meno quelli della Federazione. Due nomi per tutti:
Abete e Pagnozzi. Che altro non sanno fare se non celebrare le parole prive di senso compiuto e smentite dai fatti dell’ex profeta del calcio sconfitto e neo vincitore - sigh! Avanti un altro - a tavolino. Con buona pace dei Travaglio e dei Narducci ancora impegnati a calunniare Bonucci.
Nel tentativo di respirare un’aria meno malsana ci rifugiamo in casa e troviamo un’ardita quanto rara intervista rilasciata nientemeno che
da Franzo Grande Stevens ,
“colui che sta all’impresa familiare come il Papa a San Pietro” . Esordisce così Roccone, al secolo Mario Rocca, che sceglie un tema niente male per il ritorno in redazione. Bentornato.
Frattanto, se la FIGC considera esaurito il suo lavoro intorno ai
dossieraggi illegali Telecom, in verità mai intrapreso, ma morto di archiviazione e defunto di prescrizione, non è così a Milano, dove alle deposizioni di Caterina Plateo e Giuliano Tavaroli si accoda quella di Emanuele Cipriani. La forchetta delle responsabilità di calciopoli si allarga sempre di più e tratteggia un quadro nel quale gli spioni miravano a costruire trappole per gli spiati. Danneggiati e beffati.
Quel tanto di calcio che non vive nei tribunali respira nelle ultime pagine del giornale, animato dalle prove positive della Juventus tra
Campionato e Champions League. Pur privata della rassicurante e incalzante presenza di Conte sulla panchina, la squadra ha retto bene e Carrera non ha deluso. La Juve ripropone la sua imbattibilità, alla ricerca dell’erede di Pirlo e di una coppia d’attacco stabile. Turn over permettendo.
Nell’attesa di sfogliare, virtualmente e non, le sudate pagine, potete rinfrescare lo spirito con le succose
vignette di Whyborn. Quindi stampate e diffondete.
La redazione di GLMDJ
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