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Editoriale di P. CICCONOFRI del 27/05/2009 07:32:17
Questione di stile: stile Juventus!

 

Umberto Agnelli: Losanna, 1º novembre 1934 – Torino, 27 maggio 2004

“La Juventus è un modo di essere, di esprimersi e di emozionarsi, vivere insieme a tanti altri la stessa passione per il calcio, possibilmente per il bel calcio. Una passione che ha unito e unisce persone di città, condizioni sociali, fedi politiche diversissime... Ieri in Italia, oggi in tutto il mondo” (U.Agnelli).

Il primo incarico alla Juventus lo assunse a 21 anni, l’8 novembre del 1955, come commissario per poi diventarne presidente l’anno successivo.
Amore per la “Signora” condiviso da sempre con l’Avvocato, forse con tifo meno passionale, ma improntato più ad una visione manageriale, dal controllo di bilancio ai progetti immobiliari.
Lasciò la presidenza nel 1962, anno in cui la Juventus finì dodicesima in campionato, rischiando la retrocessione.
Nel '58 ottenne la presidenza della Federcalcio ed una delle prime decisioni prese fu quella di creare un segno distintivo per la squadra che avesse vinto 10 scudetti: la famosa stella.
Tornò nel calcio nel '94 e con lui arrivarono Giraudo, Moggi e Bettega.

”Credo che l'unica colpa che abbiamo, che ci si possa addebitare, sia quella di vincere. Di colpe reali penso che la Juve non ne abbia più di altri. In altri termini, non troverei alcuna accusa reale da farci, se non quella di vincere”.

31/12/2000. Umberto Agnelli, avvertendo un clima di rancore eccessivo, sprona l’ambiente affinché l’atteggiamento della gente torni ad essere positivo.
E’ sorprendente come, a distanza di anni, molte sue dichiarazioni siano attuali e di una forza che oggi sembra solo un miraggio.
Certo, la colpa della Juventus è stata quella di essere vincente e il vero dramma quello di non aver avuto un “uomo” capace di difenderla ed amarla nel momento del bisogno.
Questione di stile: stile Juventus!

La ricetta del Dottor Umberto è sempre la stessa: cambio del gruppo dirigenziale, nuovi talenti ed inizio di un ciclo di vittorie.
Fu così nel 1955, quando fece arrivare a Torino John Charles e Omar Sivori, che portarono le vittorie nei campionati del '58/59, '59/60 e '60/61 e fu così nel 1994 con la Juventus vincente di Lippi e della Triade.
La sua prima esperienza portò la Juventus a conquistare la prima stella, la sua ultima gestione avrebbe sicuramente regalato la terza stella.

Nel 1961 lasciò la guida della Federcalcio, investito dalle polemiche dopo la ripetizione della famosa partita con l’Inter che, data vinta a tavolino per invasione di campo in un primo momento alla squadra nerazzurra, la Caf fece ripetere tra le proteste. L’Inter scese in campo con la Primavera e la Juventus vinse la partita per 9 a 1.
Nel 1962, lasciò la Presidenza della Juventus dopo una stagione fallimentare ed è interessante ricordare le sue parole: "Abbiamo sbagliato tutti, però mi sento profondamente deluso dal comportamento dei giocatori nel finale di campionato. Non era mai successo che una squadra della Juventus si lasciasse andare così, senza reagire".
Anche oggi la Juventus è in difficoltà e quel TUTTI non esiste più.
La costante presenza, la responsabilità, la capacità di fare un passo indietro per il bene della Juve, sanno di passato: il presente è omologato ad un piano senza cuore.
Questione di stile: stile Juventus!

Ricordo anche un’altra “anomalia”, che ha sicuramente alimentato ancora di più l’invia di tutto lo sport italiano. Nel disastrato panorama calcistico con debiti di bilancio, la Juventus di Umberto Agnelli ha sempre mantenuto un alto profilo dovuto alla sua oculata gestione. Competenza tecnica accompagnata da una gestione del calcio come "business", funzionale in ogni settore e all'avanguardia.
Questione di stile: stile Juventus!

E’ sicuramente un ricordo da tifosa, di chi si è avvicinata alla Juve anche grazie a colui che ha saputo renderla così “importante”.
Rimango ogni volta affascinata nel ripercorrere la storia bianconera, da sempre accompagnata dal carisma e dalla passione di chi l’ha amata così tanto.
Invidiata e vincente, difesa e sorretta: l’impronta juventina degli Agnelli rimane la storia della Signora.
“Perché, la Juventus è stata, è e sarà sempre una squadra di calcio. Ed è un piacere immenso ricordare che tutto "il meglio" del calcio è passato dalla Juve, rivedere le tante partite "storiche" per rivivere, così, l'emozione di quegli attimi”.
E' un piacere ricordare quella Juventus e l'emozione di quegli attimi, che appartengono a tutti noi. La stessa emozione che speriamo di rivivere e condividere tutti insieme, vedendo cucita sulle nostre maglie la terza stella, magari dalle mani di un Agnelli.
La nuova versione post 2006 ha solo cercato di svilire il passato, non accorgendosi di non condividere nemmeno il presente con la propria tifoseria.
Questione di stile: stile Juventus!

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