Alla fine il TNAS si è pronunciato: quattro mesi per Antonio Conte, che potrà tornare in panchina dal giorno otto dicembre. Aspettiamo le motivazioni certo, ma quei quattro mesi lì mi paiono tanto un tentativo cerchiobottista. Oltre al fondotinta politico, la decisione di "Zaccheo, Calvi e De Giovanni" sembra voler rifare il maquillage a chi ha iniziato e condotto i procedimenti in seno alla FIGC, volendo lasciare più di un'ombra sull'allenatore juventino.

La giustizia sportiva non sa dire se Conte è realmente colpevole e non vuole ammettere che è innocente. Allora, invece che giudicare per certezze, giudica secondo quanto è più conveniente al sistema. E siccome di stranezze (tali in un paese serio, non nel nostro) ne abbiamo viste abbastanza in questi anni, non mi stupirei se leggendo le motivazioni ci imbattessimo in frasi del tipo “pur non essendo stata raggiunta la piena certezza della veridicità delle contestazioni mosse al ricorrente, non si può tuttavia escludere che la violazione degli obblighi di denuncia in capo al ricorrente si sia perfezionata. Al contrario appaiono non accoglibili le tesi difensive poggianti sulle risultanze relative alla situazione del calciatore Mastronunzio, ben potendo le stesse essere state preordinate agli scopi per cui si sono poi realmente rese necessarie”.

Un plauso infine ai professionisti della carta stampata, sono riusciti ad anticipare la decisione del collegio ancor prima dell'udienza di discussione (peccato non siano altrettanto bravi a saper anticipare ai lettori le ruberie di qualche mariuolo eletto dal popolo). A meno che lo stenotipista che scrive le bozze per le future decisioni sportive non abbia un secondo lavoro in qualche prestigiosa redazione settantottina.

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