Sarà il nuovo e definitivo indirizzo dello Juventus Stadium. Inaugurata a Torino mercoledì 21/11/2012 la targa del corso intitolato all’indimenticabile capitano bianconero, alla presenza dei suoi familiari, dei dirigenti della Juventus, di tifosi e delle autorità cittadine. Caro Gaetano,
il tuo ruolo è oramai da tempo scomparso dai campi di calcio e mi piace pensarlo rapito proprio da te con quell’ultima elegante falcata dalla Polonia al cielo azzurro, come la maglia che onorasti a Madrid in quella sera afosa di Luglio, fiero e italiano, per una notte padrone del mondo.
“Libero gentiluomo”, scrisse di te Darwin Pastorin, riferendosi a persona e calciatore. Tu, l’esempio incarnato della professione: mai una parola in più del necessario, mai una in meno del dovuto, principesco equilibrio di sorrisi e silenzi.
Gaetano Scirea, ieri e oggi, il nome e cognome di uno stile irraggiungibile, la Juventus 6 tu. In tanti ad arrogarsi tronfiamente, a torto od a ragione, il medesimo diritto all’esclusivo titolo di proprietà: Agnelli, Ultrà, azionisti di Borsa, lanzichenecchi dell’informazione, Presidenti di Clubs, appassionati individualisti o sacerdoti di una fede monoteistica autoreferenziale.
E mentre qui sulla terra, intanto, si sollevano le polveri velenose di una grande mischia senza più regole, sul campo come nelle aule dei tribunali, tu resti più in alto di tutto, al di sopra delle miserie umane. A testa alta come lo eri in battaglia, quando sbrogliavi le matasse più ingarbugliate delle piccole gambe di Furino e di Gentile, quando posavi una mano rassicurante sulla spalla di “Schizzo” Tardelli negli istanti a precedere il furore…
Petto in fuori uscivi dall’area regale, disegnando squadrate geometrie verticali sull’erba zuppa di fango o arroventata dal sole. Sobrio, persino il tuo pugno al cielo e quel saltello felice dopo una rete… Signorile e dai modi gentili con l’Avvocato e con il suo operaio, nemico acerrimo soltanto degli eccessi, incantatore di anime, un miracolo di umanità.
E Boniperti stravedeva per te, eri in pectore il figlio prediletto. Chissà cosa avrà pensato il “grande vecchio” mercoledì pomeriggio mentre si scopriva quella targa che riavvicinava il tuo stile inconfondibile alla strada, che riaffermava la divinità di una memoria tanto cara anche a chi detestava alla domenica i tuoi colori. Persino un toro chinerebbe il capo davanti alla tua icona e s’inginocchiano in tanti miscredenti davanti a te che professasti il rispetto come una religione.
Ora non 6 solamente la stella più luminosa e casta quando si spengono le luci del paradiso artificiale dello stadio che resta al buio, da questo momento in poi diventerai il padre amorevole che gli rimboccherà i cancelli e lo cullerà amorevolmente al fresco della notte mentre riposa e sogna di nuovi tricolori e Coppe dei Campioni… Hai sposato per sempre la gente che lo riempirà di giorno e finanche l’aria che vi si respira intorno. E sai bene che quello che il cielo e la terra dispongono di “Comune” accordo dura in eterno.
Pensa, sono discesi da Superga persino gli “Invincibili” a tributarti gli onori ed a lasciarti il testimone della gloria che gli intitolò quell’asfalto fino a ieri. Ai padri, leggendo nomi e date, verrà spontanea una carezza ai figli, raccontando di te, nel transito di emozione in emozione verso lo Stadium.
A Torino la politica aveva pensato d’intitolare quel corso ai 39 martiri dell’Heysel. Mariella ci ha raccontato di quante notti hai trascorso insonne e turbato a sfidarne nella coscienza l’orrore. Il Comitato “Per non dimenticare Heysel” di Reggio Emilia ha devoluto il loro ricordo ad altra area della Continassa, rendendo così onore alla tua storia. Forse, proprio già in questo piccolo umile grande gesto c’è traccia del tuo insegnamento eroico, Gaetano, sposo, padre, amico e fratello, campione.
Scirea, capitano, mio capitano, ti rendiamo questo omaggio e un saluto nel vento, ti soffiamo un bacio da un mondo infranto. La festa, il tripudio delle nostre bandiere e ogni vittoria che fu tuo pane quotidiano e miracoloso da condividere fraternamente ed in comunione con immigrati proletari e con gli dei del pallone.
Maestro di vita e nostra leggenda, ti riaffacci dal cielo al cuore e ci sorridi benevolo tutte le volte che appare il numero 6 perché tu sarai per sempre con noi…
Di Domenico Laudadio Commenta l'articolo sul nostro forum!