Non conosco il nome del locale in cui si sono incontrati Lippi e Blanc, immagino però che sia un conosciuto ristorante-focacceria del recchese dalla centenaria storia (strani incroci) e dalla ben nota e pagata fama.
Posto sempre pieno, un piatto di focaccia al formaggio, un bicchiere di vino, caffè: 25 euro per due, fanno 50. Questo é il mio recente ricordo, alla faccia della crisi.
Verrebbe quasi voglia di suggerire di andar da "Pia la centenaria" (di nuovo, strani incroci), rustica pizzeria nel centro della mia città. Pizza al taglio, farinata, birra e caffè: 19 euro in due.
Ed è pure Centenaria "la Pia", così come centenario è l'oggetto di quella amichevole e, immagino, piacevole chiacchierata tra il tecnico della Nazionale e il "factotum" della Juventus Jean Claude Blanc.
Nonostante le smentite ufficiali, nonostante le affermazioni di Lippi ("io, da allenatore della nazionale, parlo con tutte le società, rientra nei mie compiti"), si può immaginare quale sia stato l'argomento: "perché io ho bisogno di un piccolo aiuto", citando una poco nota canzone di Zucchero, potrebbe essere stata la richiesta di Blanc.
Né d'altronde, paiono casuali le intenzioni manifestate dallo stesso Lippi qualche settimana dopo in merito al suo futuro: "Dopo il Mondiale, smetterò di allenare, sento la voglia di altre esperienze nel calcio". A pensar male si fa peccato, ma a non pensare si fa torto all'intelligenza.
Il Mondiale si svolgerà nell'estate 2010 e forse la scrivania va mantenuta ben calda ed il lavoro va saputo organizzare: dopo quella cena, ogni mossa (presunta) della Juventus sembrava indirizzarsi, volenti o meno, verso scelte che parevano essere frutto delle idee di Lippi.
Non a caso, dopo aver accantonato Ranieri, la società ha seguito (chissà, tutto pare dovuto al caso) allenatori che pubblicamente Marcello Lippi ha recentemente elogiato: Gasperini, Conte, Spalletti, chi un giorno, chi l'altro, si sono giocati la panchina bianconera.
Però, messo alla porta Ranieri, reo esecutore del fallito progetto che avrebbe dovuto consegnare alla bacheca l'agognata coppa Italia (con tanto di succoso dopofestival in terra cinese), sembra che i presunti suggerimenti di Marcello Lippi abbiano un po' confuso le già tormentate menti della nostra dirigenza: si è aggiunto Ferrara, l'acclamato salvatore della patria che gode della fiducia dello spogliatoio e pupillo dello stesso Lippi.
Visto che non si può pendere (purtroppo) dalle labbra di chi conosce la Juve e sa come si vince, la voglia di stupire della dirigenza ha allargato, negli ultimi giorni il ventaglio delle scelte e non é passato giorno senza che la rosa dei papabili abbia incrementato il suo numero: quella che pareva una lotta ristretta alle due colonne della Juve passata (oltre 650 presenze e 11 scudetti in due, campioni d'Europa e del mondo con il club bianconero), si è estesa - stando alle voci dei mass media - ad Allegri, Giampaolo e Ballardini. Si sa, ciò che esce sui giornali potrebbe anche essere un tentativo di vendere notizie in realtà inesistenti, ma nel caso specifico ho qualche dubbio. Le gole dei dirigenti bianconeri sono profonde (guai a lavorare sottotraccia!) e le strategie o presunte tali sono talmente alla luce del sole che le ultime esternazioni di un gioioso Cobolli confermavano le indiscrezioni: "Cerchiamo un allenatore giovane di testa, i candidati sono 5 o sei".
La dichiarazione di Cobolli suona più stonata della canzone che il giullaresco presidente avrebbe potuto interpretare ad un karaoke benefico, perché la sensazione palese è che si lavori senza chiarezza e che nella scelta ci siano troppi galli nel pollaio: ognuno cerca la propria gallina. Non vorrei che i nostri baldi eroi stessero riavvolgendo il film del campionato ed individuassero come possibili allenatori tutti quelli che hanno messo in difficoltà la juve!
Allora perché non aggiungere, oltre ad Allegri, Ballardini e Giampaolo, anche Di Carlo e Del Neri? Avanti, c'è posto anche per Rossi che lascerà la Lazio! D'altronde è l'uomo che ha svegliato la dirigenza dal sogno della Coppa Italia.
La fortuna ha voluto che non incontrassimo la Sampdoria nella finale di Roma, altrimenti avremmo trovato, nella rosa dei pretendenti, anche Mazzarri.
C'è da pensare che quella sera, a Recco, il vino l'abbia fatta da padrone, oppure che il "boia deh" e il "oui" siano due lingue davvero incomprensibili, alla faccia delle aspirazioni internazionali dei francesi per la loro lingua e della convinzione che il "volgar toscano" sia la culla della lingua italiana.
Nelle ultime ore sembrava essere tornato prepotentemente alla ribalta Spalletti:
" Spalletti ci piace e corrisponde al nostro identikit" già, peccato che ha parlato pubblicamente di un allenatore sotto contratto ( e che contratto!) e con uno staff al seguito che pare un esercito ( aspetto poco gradito alla Juventus).
Antonio Conte non si è “adeguato” ed infatti l'ex capitano bianconero si è defilato dagli altri pretendenti, facendo bene capire le sue intenzioni: "Chi vuole Conte deve accettare i suoi metodi ed il suo staff, altrimenti, problemi loro".
Ciao Ciao Antonio! Speriamo di vederti alla Juve con la prossima dirigenza ed in bocca al lupo per la prima avventura in A!
Non si fa in tempo a individuare il favorito che magicamente il prescelto si eclissa perché Spalletti, nell'incontro avuto con Rossella Sensi, ha confermato ufficialmente che la sua avventura alla Roma proseguirà anche nel prossimo campionato; la fiducia, la stima e l'apprezzamento dei senatori romanisti, Totti e De Rossi, lo hanno convinto "Io a Roma sto bene, ma mi devono dire con chiarezza quello che dovremo fare. Se mi si chiede di vincere, bisogna che la squadra sia più competitiva, altrimenti bisogna fare un discorso in prospettiva, ma non mi devono chiedere di vincere", queste sono state le sue dichiarazioni sul bilancio di fine campionato. In pratica, tra l'illusione della vittoria ed essere attrezzati a vincere ce ne passa.
Peccato, Spalletti: forse quelle dichiarazioni lo avrebbero reso lo sposo ideale per la nostra dirigenza. Altro che "la testa giovane"!
Si e' ripetuto da giorni che l'identikit di mister X deve corrispondere ad una figura capace di adottare un modulo che esalti le qualità tecniche di Diego e che preveda l'utilizzo di un trequartista. Può essere che abbiano consultato pure il manuale del calcio di Altafini nel quale, ad una certa pagina, ci saranno sicuramente anche le spiegazioni dei vari schemi del calcio.
"Siamo in tre a giocarci la panchina - sosteneva Ferrara - 33,3 % posso essere io, l'altro 33,33% Conte, il rimanente Mister X". Ed è proprio quest'ultimo che preoccupava particolarmente. Si e' parlato anche di Blanc: non di Jean Claude (di lui se ne è parlato abbastanza), ma di Laurent, che pare piaccia e non poco all'omonimo e conterraneo. Laurent Blanc, come ho già avuto modo di scrivere a commento nel forum, può anche essere un mago della panchina, abile a trasformare brutti anatroccoli in splendidi cigni (leggasi Poulsen in Gerrard, Iniesta o Fabregas fate voi), ma il dubbio sulle reali capacità rimane, dal momento che ha vinto uno dei pochi campionati europei che valgono addirittura meno di quello nostrano aziendale ed è quindi anche lui una scommessa.
Una scommessa che avrebbe avuto l'amaro sapore interista, in considerazione delle oltre 70 presenze (anni 1999-2001) e degli attestati di stima e amicizia con il presidente nerazzurro. Anche lui apparteneva a quell'Inter che non vinceva perché "qualcuno gli impediva di farlo", come piace spesso ricordare al "Vir Bonus" Moratti.
Fortunatamente, seppure al peggio non ci sia mai fine, questa ipotesi é stata scongiurata: Laurent Blanc sarà lasciato al proprio destino e lui stesso se ne farà una ragione ed un vanto. Tra un anno potrebbe chiamarlo l'amico presidente firmando un contratto che gli varrebbe una vita ed una lussuosa pensione, altro che gli spiccioli degli Elkann!
Alla fine, tolti quasi tutti i petali alla margherita, ne è rimasto uno solo: l'allenatore della Juventus 2009-2010 sarà Ciro Ferrara il "Caronte” delle ultime due giornate di questo campionato, gradito ai senatori ed ai giovani, l'eroe del secondo posto, ottenuto sul fil di lana
Da modesto intenditore, avrei votato per Antonio Conte.
Una volta sola l'ho visto dal vivo (si trattava di Spezia-Arezzo); è stato calcio giocato con concretezza e schemi, con palla a terra e attenzione maniacale. Mentre si sedeva in panchina, in attesa del fischio d'inizio, c'è stata la sua risposta alla mia domanda urlata dietro le griglie della gradinata: "Capitano, cosa hanno fatto alla Juve?". "Non mi far parlare, bip bip ( censura)", la sua risposta.
A volte le suggestioni e le sensazioni valgono più di tante parole.
A proposito di parole, pare non se le sia risparmiate il nostro amato ex capitano Conte dopo la riconferma sulla panchina del Bari: " non sono un pagliaccio, difficilmente potrò allenare la Juve con questi dirigenti"!
Ci si vedeva Antonio su quella panchina, eccome se ci si vedeva.
Ma è uomo orgoglioso, determinato, ambizioso che non ama i compromessi!
Immagino l'impressione che possa aver ricavato dopo l'incontro con Blanc ed immagino chi sia il pagliaccio.
lo ripeto: arrivederci Capitano .. alla prossima dirigenza.
Verrà quindi scelto, dopo tanto penare, Ciro Ferrara, mi chiedo con quale umore possa dire sì. Con il passare dei giorni, la sua scelta ha il sapore dell'ultima delle alternative.
Bella strategia, complimenti!
Gran bella attestazione di fiducia e gran rispetto verso chi, la vera Juve, l'ha conosciuta per davvero: 14 anni di Juve tra campo e dirigenza avrebbero meritato una ben più elevata considerazione ma, si sa, calpestare la storia é abitudine per chi gestisce questa Juventus e la parola "vergogna" suona come un elogio.
Rimane da credere che quella cena si sia ripetuta in questi ultimi giorni; tutto chiaro e ben recepito, questa volta forse era presente un interprete: " mettiamoci Ciro, ha imparato tanto, u scugnizz" da chi é maestro nel cambiare schemi, da chi ha vinto tutto e trasformato il ferro in oro, ha imparato tanto e dietro quel sorriso c'é una capa tosta.
E se mai andasse male, il 2010 passa presto.."
A volte vorrei essere una mosca...
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