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Attualità di F. FILIPPIN del 12/12/2012 14:48:40
Ma a Napoli Babbo Natale arriva prima?

 

Come noto, per le vie di Napoli, sulle bancarelle e nelle vetrine delle piccole botteghe, in prossimità delle feste natalizie appaiono ogni anno nuove statuette per il presepe, raffiguranti i personaggi pubblici della politica, dello spettacolo o dello sport, che hanno caratterizzato l'anno che va chiudendosi.
Probabilmente quest'anno, tra le novità, vi sarà la statuina del Procuratore federale Palazzi, ma non sappiamo ancora in che veste. Noi lo immaginiamo vestito da Babbo Natale o da Quarto Re Magio, carico di doni.

Le recenti richieste di sanzioni nei confronti del Napoli e di due suoi tesserati, infatti, nonostante da quelle parti qualcuno finga di essere sorpreso o turbato per la severità, non possono non essere state accolte dal Napoli come un gentile omaggio non richiesto, ma decisamente gradito.
Premessa doverosa: chi scrive pensa che nessuno dovrebbe mai poter essere condannato, in nessun ambito, per delle semplici dichiarazioni di un pentito (che è cosa ben diversa, lo ricordiamo, da un testimone che non ha alcun interesse al contenuto e alle conseguenze delle proprie dichiarazioni), prive di riscontri oggettivi che possano avere il valore di prova.
Altrettanto inaccettabile è il fatto che qualcuno possa essere condannato per responsabilità oggettiva. Se questa è considerata un obbrobrio giuridico in tutti i sistemi penali degli stati che vogliano essere definiti “di diritto”, non vedo come la si possa diversamente ammettere, anche se solo nell'ambito dell'ordinamento sportivo (per il quale dovrebbe valere gli stessi principi), solo sulla base della sua pretesa autonomia. Verrebbe da dire che, in forza di questa stessa autonomia, allora si potrebbe istituire nello Statuto Federale, anche lo Ius Primae Noctis per il suo presidente.....

Ma torniamo a noi e a quello che ci interessa ora: le richieste della Procura.
9 mesi per Cannavaro e Grava, che sarebbero colpevoli di non avere denunciato la combine propostagli dall'allora compagno di squadra Gianello, dopo averla seccamente rifiutata.
9 mesi per una omessa denuncia, cioè meno di quanto chiesto (un anno di squalifica, ricordiamo), solo pochi mesi fa per Simone Pepe, accusato dello stesso comportamento.
E' normale?

Facciamo per questa volta l'avvocato del Diavolo e immaginiamo che la richiesta possa essere stata più lieve perché, a seguito del rifiuto, l'illecito non è andato a buon fine.
Ma questo cambia la effettiva gravità dell'omessa denuncia, che, come ci hanno voluto tutti insegnare con riferimento ad Antonio Conte, pare diventato il vero male del calcio italiano, dominato dall'omertà?
Si consideri poi, che, tenendo conto dell'ingiustificato ritardo dell'inizio del processo sportivo (ricordate la favoletta che ci è stata raccontata più volte sulla necessità di iniziare e finire i processi prima della partenza del campionato, per garantire la sua regolarità? Bonucci giocò in Supercoppa addirittura solo poche ore dopo aver saputo della sua assoluzione), una eventuale squalifica di 9 mesi finirebbe a metà settembre.
Una grossa fetta verrebbe così scontata a campionato fermo (l'ultima giornata è prevista per il 19 maggio), riducendosi di fatto ad una squalifica di 5/6 mesi effettivi.
Se Pepe fosse stato squalificato per la stessa accusa avrebbe, invece, perso un'intera stagione, Supercoppa compresa.
Qual è qui la giustificazione?

Quanto al Napoli, era convinzione comune a tutti che la pena richiesta dovesse essere di 2 punti di penalizzazione. Se la matematica non è una opinione, un tentativo di illecito più due omesse denunce fanno un deferimento per il comportamento di ben tre propri tesserati: non certo una cosa da poco.
La richiesta, a sorpresa, è stata invece di un solo punto (l'ammenda la considero sanzione del tutto trascurabile).
Abbastanza risibili le giustificazione abbozzate da più parti: il Napoli sarebbe già danneggiato dalla squalifica dei suoi tesserati (in realtà il trentacinquenne Grava non ha mai giocato quest'anno e l'anno scorso ha collezionato addirittura 6 presenze): è questione irrilevante e, tra l'altro, capita sempre nei casi di squalifica di un tesserato e conseguente responsabilità della società di appartenenza.
Altrettanto assurda la considerazione che il Napoli non avrebbe avuto nessuna partecipazione nell'illecito: questo è ovvio, se ci fosse stata partecipazione della Società nella persona di suoi legali rappresentanti, si parlerebbe di responsabilità diretta e non oggettiva.

Evito questa volta di commentare, per decenza, le considerazioni di quel giornalista RAI, noto tifoso napoletano, che ha paventato violente proteste di piazza in caso di mancata qualificazione alla prossima Champions League del Napoli a seguito della squalifica.
Le norme, per quanto ingiuste possano essere, ci sono e devono essere applicate per tutti allo stesso modo , soprattutto dopo che molti hanno già subito e stanno scontando sanzioni severe.
Non sappiamo come finirà il processo e quali saranno le condanne definitive (se ci sarà condanna), ma già oggi possiamo ben dire che, un'altra volta, la Giustizia sportiva si è macchiata di una evidente disparità di trattamento , alla quale, come già capitato, nessuno sembra interessato a porre rimedio.

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