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Attualità di P. CICCONOFRI del 28/12/2012 08:52:23
Calcioscommesse: qualcosa non torna!

 

Questo il pensiero di Fulvio Bianchi , nel giorno di Natale e dopo aver gettato nuove ombre su Antonio Conte durante la sua permanenza sulla panchina del Bari: “Sì, è vero: a fine stagione ci sono sempre stati i cosiddetti accordi fra le società, quando una lotta per un obiettivo e l'altra non ha più niente da dire. Ma adesso il problema si è complicato non poco: adesso ci sono di mezzo le scommesse e un 2-2, magari, fa guadagnare un sacco di gente. Per questo dirigenti e allenatori devono sempre tenere gli occhi bene aperti.”

Il buon giornalista di Repubblica non ha certamente scoperto l’acqua calda, chiunque segua il calcio sa bene che i cosiddetti accordi taciti di fine stagione esistono da sempre. Quello che invece dovrebbe far riflettere è il tentativo mediatico di far passare l'idea che solo Conte sarebbe colpevole. Perché alla fine solo su di lui si concentrano certi discorsi.

Vi siete mai chiesti quanti allenatori sono stati coinvolti nelle combine e in quanti potevano non sapere? (Mutti per il Bari con patteggiamento e Rossi per il Ravenna) Perché qui la cosa diventa quasi comica: o gli altri sono tutti stupidi (solo Conte doveva intuire qualcosa e denunciare le sue sensazioni) o siamo stupidi noi che cerchiamo di capire quello che alla fine sembra essere solo un uso malsano del potere.

Ricordate le parole di Stellini ribadite anche in una recente intervista? “Certo, l’ho detto a Damiano Tommasi. Fermiamo il campionato per sei mesi, che è la punizione per omessa denuncia. Perché non c’è un giocatore che non si sia mai trovato nella mia situazione”.

Un sistema consapevole di un assodato percorso di fine stagione che vuole far passare come unico colpevole di chissà cosa un unico allenatore. Lo stesso sistema, con alla guida dirigenti che non solo non hanno fatto nulla per prevenire il crescere di tale fenomeno rendendolo in questo modo ideale per gli sporchi interessi del malaffare, ma che se ne è servito per forzare gli equilibri del campionato.

Ora mi domando: chi è più colpevole, chi come Tommasi è rimasto con le mani in mano davanti ad una richiesta di aiuto di un tesserato, chi come Abete e Petrucci ha deciso di cavalcare l’onda mediatica fregandosene delle conseguenze, o chi deve giocare in un sistema marcio guardandosi le spalle da delinquenti che senza problemi possono far pressioni su giocatori, allenatori, dirigenti senza nessuna tutela?
Per risolvere un problema occorre in primo luogo prenderne atto. Quando Palazzi riceve una denuncia e la lascia in un cassetto per 40 giorni (Farina), lo fa per il bene del nostro calcio? Quando si vuol circoscrivere uno scandalo intorno ad un forte personaggio pubblico per deviare le attenzioni da tutto il marcio e dai veri colpevoli, lo si fa per dare un futuro migliore a questo sport?

Chi ha sbagliato deve (dovrebbe) pagare, a partire da chi non ha saputo tutelare il calcio, anche se l’impressione è che ancora una volta si sta cercando solo il modo per mantenere vivi certi privilegi senza arrivare a risolvere il problema. La frettolosa riconferma di Palazzi alla guida della procura per i prossimi quattro anni e la ricandidatura da Abete a presidente della Figc, sono i segnali di chi non vuol cambiare.


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