Se la stampa italiana si è guadagnata certe posizioni nella
classifica internazionale sulla libertà, un motivo ci sarà. E il motivo è che, a specchio fedele del Paese, i giornalisti italiani sono costantemente schierati per questo o quell'interesse di parte: "parzialmente liberi" come recita la classifica succitata. "Totalmente asserviti" aggiungiamo noi.
Non v'è dubbio che ottima cartina tornasole per qualsiasi juventino rancoroso (dicono che anche questo sia un particolarismo) sia rappresentata dalle redazioni de
La Repubblica e dalla
Gazzetta dello Sport . Ultimo esempio di italico giornalismo la riproposizione di un'intervista che il presidente della Juventus ha rilasciato a Financial Time Magazine. Pomo della discordia un passo in cui si ritorna su calciopoli, dove si legge:
«Italian justice rarely offers closure, and still nobody quite agrees who did what in Calciopoli. Agnelli says of Juventus’s role: “It was not matchfixing.” He notes that the club was only ever found guilty of “unsporting behaviour”, not “sporting fraud”. I retort, “But Moggi was phoning referees’ bosses! ” Agnelli replies: “Moggi, and a lot of other people, as later came out.”» . Traduzione di chi ha minime basi di lingua inglese:
«La giustizia italiana raramente offre certezze, e ancora nessuno è abbastanza d'accordo su chi ha fatto cosa in Calciopoli. Agnelli a proposito del ruolo della Juventus dice: "Non ci sono state partite truccate". Egli osserva che il club è stato trovato sempre e solo colpevole di "comportamento antisportivo", non di "frode sportiva". Ribatto: "Ma Moggi telefonava ai capi degli arbitri (designatori, ndr)! " Agnelli risponde: "Moggi, e un sacco di altre persone, come poi è venuto fuori"». Ecco, quell'obiezione dell'intervistatore,
“But Moggi was phoning referees’ bosses!” , comunque la si giri significa che Moggi parlava con i designatori, piaccia o non piaccia. Invece i giornalisti italiani, soprattutto quelli che hanno contribuito alla farsa, hanno deliberatamente omesso una piccola parola (bosses) per far sì che una condotta lecita e incoraggiata dalla federazione italiana, quella cioè di interfacciarsi con i designatori arbitrali, fosse trasformata in una condotta sportivamente illecita, e cioè di parlare con un arbitro in attività! Bastava farsi aiutare da
google translate per tradurre
“referees’ bosses” e da lì, con un po' di intelligenza e la dovuta correttezza intellettuale, capire che si parlava di designatori. Chissà se chi ha tradotto pecca di intelligenza e/o di correttezza intellettuale.
Con questo piccolo/grande artificio di omissione è stato poi anche possibile strumentalizzare la successiva risposta del presidente bianconero.
Andrea Agnelli per parte sua anziché limitarsi a una laconica risposta poteva ben far presente che quella di Moggi era una condotta lecita, mentre non lo erano quelle di altri sedicenti onesti dirigenti che intrattenevano rapporti con arbitri in attività. Anyway, certa stampa italiana potrebbe meritatamene esibire il
patch con la scritta “
78 sul campo”.
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