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Attualità di M. LANCIERI del 16/05/2013 13:38:44
Juve-Conte: tanto rumore per nulla

 

Partiamo dalla fine. Ora è ufficiale: Conte resterà alla Juve. E speriamo che ci resti a lungo. Qual è il motivo di questa scelta? Semplice: Conte ha sognato la panchina juventina dal momento stesso in cui ha deciso di fare l’allenatore e sarebbe stato da pazzi abbandonarla proprio quando è unanimemente considerato l’artefice della rinascita bianconera. D’altro canto, l’impegno e la capacità dell’attuale dirigenza juventina hanno contribuito al successo di un club che affondava da anni nella mediocrità e che ora è ai vertici del calcio italiano (scudetto per due anni consecutivi) ed europeo (tra le prime 8 del continente, alla prima avventura in Champions League di questo management). Perché ora dovrebbero cambiare rotta?
Piuttosto, c’è da chiedersi il motivo per cui in casa Juve abbiano contribuito a trasformare una brezza in tempesta: è normale, a fine stagione, incontrarsi per programmare quella seguente. Sarebbe stato sufficiente effettuare questa riunione senza troppo clamore e comunicare, come poi si è fatto, l’ovvia volontà di crescere ulteriormente, senza anticipare nulla. Invece, le uscite scoordinate a cui abbiamo assistito nelle ultime due settimane si sono rivelate un ottimo assist per i mass-media, sempre pronti a montare l’ennesimo caso riguardante la Juve.

Sia chiaro: nessuno ha detto cose “sbagliate” . Era legittimo che Conte pretendesse certezze anche per gli anni a venire ed era altrettanto comprensibile che tutti i dirigenti juventini fossero pressoché certi della permanenza del tecnico-condottiero a Torino. E, in un contesto “normale”, la stampa avrebbe commentato serenamente queste dichiarazioni, come l’abbiamo sempre fatto noi, che non siamo professionisti dell’informazione. Ma siamo in Italia e, se c’è di mezzo la Juve, una sardina diventa una balena ed un colpo di tosse si tramuta in un’associazione a delinquere. Allora perché alimentare questo can-can? Andrea Agnelli, quando gli è stato chiesto il motivo per cui la società non intervenisse in maniera dura contro chi la diffama, spiegò che era inutile farlo, dal momento che oltre metà degli italiani ci odiano. Si è accorto che gran parte degli “addetti ai lavori”, appartenenti all’ordine dei giornalisti, fanno parte di quella metà?

Tutto è bene ciò che finisce bene, ma ancora una volta in casa Juve la comunicazione ha lasciato a desiderare. In un contesto difficile come quello con cui siamo costretti a confrontarci, ogni sospiro andrebbe soppesato e invece pare quasi che si voglia fare a gara per chi sta meglio davanti ai microfoni. Dovremmo sempre rammentare che quei giornalisti che ora ci riservano sorrisi di facciata e pacche sulle spalle, sono gli stessi che fino al 2006 leccavano le natiche a Moggi e Giraudo, salvo poi condannarli alla pubblica gogna e sono gli stessi che l’estate scorsa hanno descritto Conte come se fosse il re dei biscazzieri nostrani. Quindi, mai abbassare la guardia!

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