Commento alla trasmissione “Un giorno in pretura”, andata in onda il 15/06/2013. Parte II. Le cene.
Avevamo chiuso il primo capitolo del nostro resoconto sulla prima puntata di “Un giorno in pretura” dedicata a calciopoli con una frase che per chi conosce sufficientemente la materia potrebbe sembrare addirittura scontata e che riguarda il carattere di farsa di tutto ciò che ruota intorno a questo scandalo. L’avvio della seconda puntata, dal titolo “Il caso Paparesta”, sembra aprirsi proprio nel tentativo di portare credito alla nostra tesi. L’Ispettore di polizia Claudio Salvagno depone al processo di Napoli intorno all’attività di un Moggi interessato a indicare terne arbitrali per amichevoli e soprattutto per il Trofeo Berlusconi, che sarà pure vinto dalla Juventus (arbitro Pieri). Ciò nonostante la convinzione generale che la vittoria in questo trofeo non sia di buon auspicio per aggiudicarsi il campionato. L’attenzione degli inquirenti si coagula intorno ad alcune cene, come dichiara la conduttrice del programma, alle quali partecipavano i designatori, Moggi e Giraudo, il vice-presidente della FIGC Mazzini e il presidente dell’AIA Lanese. In occasione di una di queste cene a casa di Giraudo, Pairetto viene intercettato mentre chiede al figlio di portargli il calendario delle partite del campionato, insospettendo gli inquirenti. Inutilmente Bergamo cercherà di richiamare l’attenzione sul fatto che non solo le telefonate che aveva fatto con Facchetti e Galliani non li avevano insospettiti, ma che addirittura erano sparite dalle indagini. In realtà abbiamo appreso nel corso del processo di Napoli che i designatori Bergamo e Pairetto perseguivano una politica di comunicazione con i dirigenti e intrattenevano rapporti con tutti, da Facchetti a Moratti,a Meani, a Sacchi. In particolare da un’intercettazione tra Bergamo e Moratti si scopre che il primo doveva fargli una confidenza e andò a cena da lui a Forte dei Marmi. Giorno 1 marzo 2011 vengono ascoltati a Napoli i dirigenti del Parma Baraldi e Minotti, che producono un documento in fotocopia che non viene assunto agli atti, vanificando l’attacco portato a Giraudo e Moggi nel tentativo di dimostrarne lo strapotere nel mondo del calcio attraverso un’operazione forzata di calciomercato, però si apprende che anche Sacchi organizzava cene con i designatori. La tesi comune è che tutti avessero un motivo per questi contatti: conservare anzitutto la poltrona e il posto di lavoro nel mondo del calcio. Al fine di ribaltare da queste poltrone Moggi e Giraudo, pur salvando Innocenzo Mazzini, Baldini telefona a quest’ultimo il 4 aprile 2005. E’ una delle intercettazioni più famose di calciopoli, nella quale l’ex dirigente della Roma lascia intendere chiaramente ( ) di stare lavorando per cambiare i destini del mondo del calcio ed è molto strano che non venga nemmeno presa in considerazione né fatta ascoltare in trasmissione. In generale si può affermare che tutta la puntata è giocata a lungo su aspetti rivelatisi marginali di calciopoli, con uno spreco di energie e di tempo che avrebbero potuto essere impiegati per chiarirne meglio altri.
Riascoltando l’intercettazione dell’aprile 2005 si capisce a cosa alludesse Baldini, che del resto, interrogato da Prioreschi, ammette di aver collaborato con Auricchio per cercare di procurargli altri testimoni disposti ad accusare Moggi. Secondo Baldini accadde nel corso di una di quelle cene di cui si diceva prima che Moggi si lamentasse con lui che la Roma non cedesse volentieri giocatori alla Juve. Egli descrive Moggi come un “uomo senza qualità” e naturalmente, come già abbiamo visto fare a Dal Cin, Gazzoni Frascara e Zeman, i grandi accusatori dell’ex DS della Juventus, conclude con un “si dice che nulla si muovesse nel calcio senza che lo volesse Moggi”.
Ripercorriamo le tappe della carriera romanista di Baldini e del suo astio contro i colori bianconeri. Approda alla Roma come dirigente nel 1999, l’anno dei Rolex. D’argento per gli arbitri e d’oro per i designatori. Nel 2001 viene coinvolto nella vicenda del passaporto falso di Recoba. Nello stesso anno la Roma vince lo scudetto sulla Juve giocando con un numero di extracomunitari superiore a quello consentito. Il regolamento viene modificato sul finire del campionato senza che la società giallorossa subisca alcuna penalizzazione. Nel 2003 un segretario COVISOC viene accusato di aver dato una mano alla Roma per una fideiussione fasulla che le garantisse di raggiungere i parametri per l’iscrizione al campionato. Nel 2004 le difficoltà economiche della squadra giallorossa aumentano : Samuel va all’Inter e Emerson alla Juventus. La rivalità nei confronti dei bianconeri si accende con il passaggio di Capello in bianconero. Un’intercettazione tra Moggi e Giraudo fa parlare di presunte pressioni della Juve per arrivare al giocatore attraverso un contratto televisivo per la Roma, la finanza trova che è tutto a posto, ma secondo Baldini i dirigenti juventini lo ostacolano per sostituirlo con Alessandro Moggi. Nel marzo 2005 Baldini conferma nella trasmissione “Parla con me” di Serena Dandini la sua idea che siano Milan e Juventus a gestire tutto il calcio, accusando anche la GEA, quindi si dimette dalla Roma. Nel 2006 scoppia calciopoli. Nel gennaio 2010 Luciano Moggi annuncia dagli studi di Studio Stadio un’intercettazione non inserita dai pm negli atti del processo di Napoli, che risale al 4 aprile 2005.
Cerchiamo adesso di ricostruire più fedelmente di quanto non sia accaduto in trasmissione l’udienza concitata del 7 ottobre 2010. Secondo Baldini avrebbe conosciuto il maggiore Attilio Auricchio nell’estate del 2003, quando i carabinieri di via Inselci conducevano indagini sull’iscrizione della Roma al campionato attraverso false fideiussioni. In quell’occasione fa una denuncia contro ignoti e in seguito alle dichiarazioni rese alla Dandini viene chiamato da Auricchio per dare seguito alle accuse. Nonostante non sia in grado di fornire prove circostanziate, l’allora maggiore lo convoca ancora qualche tempo dopo e lo convince a collaborare, qualche settimana dopo le sue dimissioni dalla Roma. Prioreschi fa notare a Baldini di aver testimoniato al processo GEA di aver negato di conoscere Auricchio. Ne nasce una bagarre con Narducci, ma anche una confusione di date intorno agli incontri tra Auricchio e Baldini. Dopo qualche battuta inopportuna e pur dicendo di aver dimenticato la vicenda delle fideiussioni, Baldini ammette di averlo contattato. Secondo Prioreschi Auricchio avrebbe testimoniato che tra l’agosto 2004 e l’aprile 2005 si sarebbe visto con Baldini tre o quattro volte prima dell’interrogatorio formale e altrettante dopo. Baldini ribadisce di averlo incontrato una o due volte per le fideiussioni e poi solo dopo le dimissioni dalla Roma per testimoniare e fare i nomi di persone disposte come lui a collaborare denunciando le minacce e i maltrattamenti subiti da Luciano Moggi. Costoro sarebbero Nelson Ricci, DS del Siena e di due agenti di calciatori, Dario Canovi e Stefano Antonelli. Dopo ulteriori tentativi di opposizione del pm e altre reticenze di Baldini, Prioreschi afferma che secondo Antonelli, Baldini lo avrebbe chiamato per andare a riferire ciò che sa ad Auricchio nell’ottobre-novembre 2004 e non dopo il marzo 2005. Infatti viene interrogato da Auricchio per il processo di Napoli il primo febbraio 2005. La deposizione di Baldini si conclude con la sua conferma della collaborazione con Auricchio.
Nel corso del frammento della deposizione di Baldini mostrato in trasmissione egli ricorda l’episodio verificatosi durante il processo GEA, quando incontrandolo poco prima dell’udienza del 19 giugno 2008, Moggi ebbe a minacciarlo con le dita “a forma di pistola”. A soli 3 giorni dalla sentenza di Napoli per Moggi è stata riconosciuta dal tribunale di Roma la responsabilità di minacce a pubblico ufficiale a margine di un processo che lo ha condannato a risarcire Baldini fissando una provvisionale di 5mila euro immediatamente esecutiva e 2mila euro per spese di giudizio ( Link). Il processo GEA ha visto cadere l’accusa di associazione a delinquere per Luciano Moggi e il figlio Alessandro. In appello sono state ridotte le pene circoscritte al solo reato di violenza privata nell’ambito di alcune irregolarità rilevate nella gestione dei calciatori (Link ).