Con un ritardo di oltre un mese, causato da alcune mancate notifiche che ne hanno spostato la data prevista per l'inizio di oltre un mese, è cominciato l'appello del processo di calciopoli.
Questi gli esiti dell'udienza di martedì 3 luglio.
1) Il Collegio della Sesta Sezione della Corte d'Appello di Napoli, presieduto da Silvana Gentile, ha dichiarato passata in giudicato la sentenza di primo grado di assoluzione per gli ex assistenti di gara Marcello Ambrosino e Enrico Ceniccola, sui quali pendeva un'eccezione sollevata dal Lecce calcio, non essendo stato proposto ricorso né dalla procura né dalle parti civili.
2) La difesa di Luciano Moggi, che ha subito una pesante condanna in primo grado, ha formulato la richiesta di ascoltare in aula alcune intercettazioni, sulla quale il Collegio ha ritenuto opportuno decidere nel corso della prossima udienza.
3) La prossima udienza si terrà il prossimo 20 settembre e le successive nei giorni 1, 8, 15 e 29 ottobre, quando si dovrebbe giungere a sentenza.
4) Viste le continue lungaggini del processo, che ha spesso subito ritardi sulle date in calendario e come preannunciato, gli ex arbitri Massimo De Santis e Paolo Bertini, condannati in primo grado, hanno reso una dichiarazione spontanea rinunciando alla prescrizione.
L'udienza è avvenuta a poche ore dal 4 luglio, giorno che gode di molta fama, come assicura la profusione di impegno della cinematografia americana, per essere la data che celebra l'Independence Day. Sicché si adatta bene alla decisione di
Bertini e De Santis, i quali con la loro scelta consapevole hanno inteso affrancarsi da una consuetudine che spesso si manifesta come un'arma a doppio taglio. I tempi estremamente diluiti nei quali finiscono per scivolare i procedimenti giudiziari nel nostro paese si accompagnano alla pratica della prescrizione, che consente di estinguere sì la pena, ma non il reato. In modo tale che è vero che la prima venga risparmiata, ma lo è altrettanto che non giungendo a sentenza non si ponga sulla vicenda giudiziaria di un individuo la parola fine e non sia possibile crederlo né colpevole né innocente.
La pratica della prescrizione è una manna dal cielo per i colpevoli, una croce per gli innocenti. Sulla reputazione dell'imputato grava un'ombra, che lo rimette in pari con la società civile senza che possa affermare a gran voce che lo meritava comunque.
La prescrizione è spesso benedetta dagli accusati e subita dall'accusa. Calciopoli rappresenta l'eccezione. In questo processo accade il contrario e sono gli accusati a voler fare piena luce sui fatti. Comunque vada a finire il processo di calciopoli, Bertini e De Santis sono due uomini coraggiosi, che non ci stanno a seguire la strada più semplice, reputando superiore il diritto alla loro dignità piuttosto che la facile via di fuga da un giudizio che potrebbe rimanere sfavorevole. Di fronte a una sentenza di primo grado dalla quale si ricava soprattutto la
sproporzione tra la colpa e la pena inflitta, il loro atteggiamento assume una dimensione eticamente alta, avendo cercato in tutti i modi di riscattarsi da un processo fatto con il copia-incolla dall'inizio alla fine.
Fin da quando l'indagine fu presumibilmente sovrapposta a quella illegale fabbricata dall'intelligence di Telecom, abbiamo assistito alla violazione continua della parola e del significato di giustizia. Le prove sono state via via occultate, selezionate e taroccate per costruire un'accusa fittizia e oramai intollerabile, che ha portato sul banco degli imputati alcune persone per le quali è stato scelto un trattamento diverso rispetto a quello riservato ad altre.
La rinuncia alla prescrizione fatta da Bertini e De Santis assume il significato di un atto civile di ribellione.
Se negli USA il 4 luglio rievoca l'independence Day,
in Italia dovrebbe essere proposto come il giorno che celebra la prescrizione. Accadde il 4 luglio di 2 anni fa, infatti, che Stefano Palazzi, procuratore della FIGC, rese pubblica la relazione con la quale si riconoscevano e prescrivevano gli illeciti compiuti dai dirigenti della Società Internazionale (
Link: La prescrizione salva l'Inter Facchetti, fu illecito sportivo ), ovvero dagli onesti per antonomasia che mai hanno sentito l'esigenza di rifiutare una tale decisione e pretendere un processo equo a garanzia della loro dignità almeno sportiva.
Buon Independence Day a chi crede nella giustizia e nella libertà dell'individuo.
Buona festa dei prescritti a tutti gli altri. Commenta l'articolo sul nostro forum!