Sarà forse colpa del sole che scotta o dell’afa che impigrisce al solo pensiero di muoverti. Ma sotto l’ombrellone, quel “Gianlu’, fa caldo!” che mi viene ripetuto lo interpreto come un invito alla lettura: girare le pagine di un quotidiano o di una rivista è sicuramente meno faticoso di qualsiasi altro minimo movimento. L’estate, si sa, è il palcoscenico del gossip, il trionfo delle coppie vipparole, create ad arte con l’intervento di cupido che pensa più agli effetti delle vendite sui giornali che non ad unire due cuori e una capanna. Alla gente piace poter sfogliare quelle pagine, è innegabile che sia un piacevole giochino guardare la foto della nuova coppia scovata dal paparazzo di turno, magari dando una sbirciatina al bikini o mono di lei e un’occhiata malefica agli addominali di lui (o viceversa, a seconda del sesso o… dei gusti). L’anno prossimo li avrò anch’io, mi prometto: lo dico da 10 anni e più, ma adesso ne sono convinto veramente. Li avro’ anch’io! Basta essere ottimisti. Frase che, giocando sulle pause, si può anche leggere: basta (stop) essere ottimisti. E’ il tormentone dell’estate: ottimismo, propositi di rivalsa, dichiarazioni di intento, come se l’avesse ordinato il dottore quale integratore ai i sali consumati per la troppa canicola. Ora veniamo al dunque: mica scriviamo per Chi o Sorrisi (senza offesa) e non ci chiamiamo Alfonso Signorini! Quest’estate, il Dottor Buon Umore è diventato il medico ufficiale della Juventus, prendendosi amorevolmente cura non dei polpacci o dei muscoli di Diego, Melo, Del Piero e Cannavaro, ma della mente del popolo juventino, con una completa cura ricostituente. L’entusiasmo e l’ottimismo vengono spruzzati qua e là da tutti i membri della rosa: si comincia da Sissoko, entusiasta della diga che creerà con Melo e anche per questo fiducioso e convinto che “l’inter quest’anno non è piu forte della Juve”, per passare a Buffon, che elogia gli acquisti “di nome e costo altisonante”, con la certezza che “per vecchi e nuovi, presente e futuro ci sia la concreta opportunita di lottare per i traguardi tipici della nostra Juve”, e finendo (ma solo per essere brevi) con le parole di Iaquinta, pronto ad elogiare la “società per gli acquisti importanti” che comportano un solo obbligo: “Quest’anno dobbiamo pensare a vincere”. Pinzolo è la vallata dell’ottimismo, ed in questo caso la “pillola della felicità” parrebbe non aver alcun effetto collaterale. Senza dubbio è più consono al bianconero un “dobbiamo vincere” piuttosto che “essere rompiscatole”: questione di stimoli. Anzi, questione di obblighi, chiamandosi JUVE. E’ tutto vero e legittimo, purché ci sia la convinzione di fare realmente gruppo, di essere disposti a capire e seguire le scelte dell’allenatore: la dichiarazione di intenti deve diventare un attestato di autenticità, altrimenti addio ai sogni di gloria. Un’altra vitamina all’entusiasmo è portata in dote dal probabile (se non certo) addio al calcio italiano e all’Inter di Ibraimovic. La sua partenza, benedetta dagli ex compagni juventini (“l’inter perde un punto di riferimento, una grossa perdita per il loro gioco”), è vista da gran parte del tifo bianconero come la fine di quella inferiorità motivata dalla fuga del 2006. Il mio dottore, che non è Buon Umore, mi mette in guardia per qualche controindicazione. Parte un giocatore, comprato a 25 milioni 3 anni fa e ora valutato più del triplo: lo stomaco fa male solo al pensiero. Cattiva medicina o pessimo medico, fate voi. Ad ogni modo, io il medico non lo cambio. Si sa che le medicine hanno un dosaggio e il dosaggio forte serve per le cure più efficaci: il pillolone finale è servito da John Elkann, con il corollario del direttore di tuttosport e il presidente dell’Uefa, Michel Platini. John si è appropriato della Juve: scrosciano gli applausi del popolo gaudente. “Fateci divertire”, è la speranza di John; “fatemi/fateci divertire” è il parallelo che il direttore De Paola evidenzia tra il nonno Avvocato ed il nipote ingegnere. Applausi che invoca anche Le Roi Michel: “La famiglia Agnelli s'è comportata in modo squisito, hanno superato il momento difficile e hanno riportato la Juventus al vertice in poco tempo”. Dovessi elencare le controindicazioni, in questo caso non basterebbe scrivere un trattato di medicina: penso sia sufficiente ricordare che non basta divertirsi, ma bisogna anche saper soffrire, difendersi e rivendicare. Tutto il contrario di un insipido ed imbarazzato “noi sappiamo quanti scudetti abbiamo...”. Quanti? Lo vogliamo dire o no? Penso sia sufficiente fare presente che il comportamento squisito di quella famiglia (la si chiami Elkann, Montezemolo, come vi pare, ma non Agnelli!) ha solo prodotto un “siamo vicini alla squadra in questo momento”, mentre con una mano la si aiutava ad affondare. Riuscirà il grande popolo bianconero ad evitare il sovradosaggio? Un divertente spot recita che una bevanda “ti mette le ali”: si sappia solo che a volar troppo in alto si rischia di fare la fine di Icaro. Ed io, contro le scottature, preferisco la mia crema protezione 15. Su consiglio del mio dottore, che non è Buon Umore.
“Prima di salutarvi, vorrei tanto lasciarvi un messaggio positivo. Ma non ne ho. Vanno bene lo stesso due messaggi negativi?”(Woody Allen) |