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Editoriale di P. CICCONOFRI del 29/12/2013 10:49:47
Abete: criticità, positività e percettibilità

 

Ogni occasione è buona per avere la conferma di un atteggiamento ambiguo da parte di chi, per ruolo e responsabilità, dovrebbe essere al di sopra delle parti. Parliamo di Giancarlo Abete e della diversa posizione assunta nei riguardi di Conte e Gattuso, entrambi coinvolti nel calcioscommesse ed entrambi nomi di spicco del nostro calcio.

Quando nell’occhio del ciclone finì Antonio Conte, l’integerrimo Abete, così si esprimeva: "Quando si è protagonisti in negativo, ognuno riscopre la giustizia a proprio uso e consumo. La fiducia della federazione negli organi di giustizia sportiva è massima". Quando sotto processo mediatico è finito Gattuso, lo stesso Abete, ha usato un altro tono:"Ho grandissima fiducia in Gattuso, conoscendolo non mi sembra possibile. Sono fiducioso e certo che uscirà da questa vicenda senza ombre".

Il presidente federale pur di difendere pubblicamente Gattuso ha finito per sminuire il lavoro della procura di Cremona che tanto ha puntato sul nome eccellente per presentare gli ennesimi sviluppi di un’inchiesta infinita e che ad oggi non ha portato ad un bel niente. Forse avvedutosi poi della gaffe, come da tradizione, è ritornato sull’argomento esprimendosi in maniera opposta: "Noi dobbiamo essere grati alla magistratura per il lavoro che sta facendo. Le inchieste hanno messo in evidenza situazioni inaccettabili e ci hanno permesso di colpire chi si è macchiato di illeciti". Abete dovrebbe decidersi: è grato alla magistratura o ne contesta la spettacolarizzazione con cui ha coinvolto Gattuso?

Eppure, come presidente della Figc, una maggiore prudenza in entrambi i casi poteva anche usarla. D’altra parte, proprio in questi giorni, Antonio Conte, dopo aver vinto quattro trofei negli ultimi due anni, è a Dubai a ritirare il “Globe Soccer Award”come miglior allenatore per il 2013; insomma non proprio un signor nessuno. Uno dei pochi, diciamolo, che vincendo con la Juventus, tiene alto anche il nome dell’Italia. Gattuso, pur apparendo a tutti la miseria con cui hanno puntato su di lui per attrarre attenzioni sulla vicenda del calcioscommesse, è comunque coinvolto in un’inchiesta, fungere da garante, in questo contesto, sembra eccessivo. Anche perché, se alla fine venisse accertata una qualsivoglia responsabilità, come giustificherebbe Abete una posizione imprudente come quella che ha adottato?

Davanti ad un atteggiamento come questo non si può parlare solo di sospetto accanimento verso la Juventus. Ogni singola azione, come pure le pene comminate per la “discriminazione territoriale”, mirano a colpire l’ambiente bianconero cercando di scalfire quella superiorità che sul campo non sembra avere concorrenti. Se la posizione del Presidente della Figc è garantista, dovrebbe esserlo per chiunque debba ancora essere sottoposto a giudizio. Il protezionismo a fasi alterne è invece la cartina tornasole che rispecchia pienamente l’operato di Abete che da anni non è capace di proporre altro che parole al vento utili solo a mantenere la poltrona.

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