Qualche giorno fa abbiamo sottolineato e stigmatizzato
il senso di responsabilità che aveva avuto il Corriere dello Sport nell'accendere la sfida Juventus-Roma di domenica prossima. Sintetizzando, la prima pagina del quotidiano romano con il "virgolettato" delle parole di Turone, ha rappresentato un esempio di consapevolezza etica.
Ovviamente la stampa "romanistocentrica" è il risultato e allo stesso tempo la linfa di tutto un ambiente che vive dei peggiori vizi morali dell'Italia: negare e insinuare sui meriti altrui per giustificare i propri fallimenti. Ultimo della serie, ma primo per sventolio nell'ambiente capitolino è Francesco Totti. Al quale forse, nella foga di rispondere di pancia, non è riecheggiato
quanto era stato chiesto a Buffon pochi giorni fa: «
Voi calciatori vi rendete conto del peso che hanno le vostre parole?»
In una intervista a Il Messaggero (guarda caso altro giornale romano...)
er pupone si è tra le altre cose così espresso in vista del big match di domenica sera: «
Noi siamo più forti dei bianconeri, non ci interessa il pareggio e vogliamo vincere», proposito legittimo, ma fa solo da apripista ad una sicumera che sfocia presto in arroganza verbale e (anti)sportiva.
Proseguendo infatti a Totti viene dato modo di precisare che quella con la Juve rappresenta per lui un «
secondo derby. Anche da tifoso lo era, visto che tra le due squadre c’è sempre stato odio calcistico», alla faccia della cautela dialettica in vista dell'incontro ravvicinato tra due tifoserie! Ma non basta, analizzando le differenze tra le due squadre il giallorosso afferma che «
La differenza tra noi e la Juve è che loro si conoscono da più tempo, e poi hanno vinto e le vittorie ti aiutano a crescere. E chiunque arriva alla Juve sa che deve vincere. E sa che lì, in un modo o nell’altro, vince». Miele per l'intervistatore, il quale forse seguendo un tacito canovaccio, approfitta della ghiotta occasione e pone una serie di tre domande di seguito che riportiamo integralmente:
Cioè?«
Una volta (2005, ndr) ho detto che contro la Juve si gioca sempre 11 contro 14 e mi hanno deferito...».
Le cose sono cambiate?«
Qualche aiutino ce l’hanno sempre: l’evidenza è quella c’è poco da fare».
Volontario o involontario?«
Involontario, spero. Ma dopo una, due, dieci volte devi stare sempre attento...».
E questo sarebbe un campione di sportività che qualcuno vorrebbe addirittura portare in Brasile per il Mondiale? Basterebbe per tacitare questo
fuoriclasse del grande raccordo anulare ricordargli che nella stagione in corso gli episodi a favore dell'asRoma sono stati qualcosa più che evidenti. Ricordi solo i rigori contro Napoli e Inter. Così come dovrebbe rammentare le faccende "Rolex (ma anche Philip Watch)", "Regola pro-Nakata", "Baldini-Passaporti!, "Spalmadebiti (giusto per competere anche finanziariamente con correttezza)".
Di suoi gesti sportivi chiedere a Poulsen e Pirlo, o allo stesso arbitro Rizzoli che evitò di espellerlo dopo una reiterata quanto plateale sequenza di vaffa del pupone.
Già, Rizzoli. Memori del fatto che ha diretto l'unica sconfitta stagionale della Juventus si potrebbe pensare che ai piani alti abbiano operato una scelta scaramantica. Però poi, ricordando quel precedente con Totti, a uno potrebbe anche venire il sospetto che... «
l'evidenza è quella, c'è poco da fare».
La (mia) verità è che i giornali (non solo) romani ci sguazzano in questo clima antisportivo e Francesco Totti è al più un tifoso che ha avuto la gioia di fare qualche giocata nella sua squadra del cuore. Non è un fuoriclasse perché ha appena dimostrato di non avere neanche la caratura dialettica necessaria, non è mai stato un campione semplicemente perché di suo non è mai stato capace di vincere nulla, lo scudetto 2001 porta la firma di Capello, Batistuta e di chi ha cambiato in corso di campionato (alla vigilia di Juventus-Roma) la regola sugli extracomunitari favorendo lo schieramento di Nakata.
Molte volte si fa facile ironia sullo spessore culturale e sulla scolarizzazione di Totti, battutacce che ormai non mi fanno più ridere. È evidente però che con certe risposte date durante l'intervista il giallorosso abbia palesato
gravi carenze per quanto riguarda senso di responsabilità e cultura sportiva. Il ragazzo non si applica e l'ambiente intorno gli offre cattivi docenti e ancor peggiori discenti.
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