La sentenza di assoluzione per Luciano e Alessandro Moggi arrivata in Cassazione al termine del processo GEA, ha lasciato l'amaro in bocca ai colpevolisti che sin dalla prima ora avevano optato per il linciaggio mediatico del'ex direttore generale della Juventus. Ricordiamo che il sostituto procuratore Luca Palamara chiese sei anni per Luciano Moggi e cinque per il figlio con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all'illecita concorrenza tramite minacce e violenza privata. L'8 gennaio 2009 la X sezione del tribunale di Roma ha condannato Luciano Moggi a 1 anno e 6 mesi di reclusione per violenza privata non accogliendo la richiesta di condanna a 4 anni e 8 mesi del procuratore generale Alberto Cozzella. La sentenza del processo d'appello del 25 marzo 2011 ha confermato l'assoluzione per associazione a delinquere. A distanza di poco più di una settimana si cerca già di far sedimentare nell'opinione pubblica la presunzione di un'avvenuta salvifica prescrizione. Abbiamo approfittato della disponibilità dell'Avvocato Maurilio Prioreschi per fare chiarezza sull'esito del processo romano.
Come prima domanda, può fare chiarezza, visto che sui giornali abbiamo letto molte imprecisioni, con riferimento a quali capi di imputazione è stata dichiarata la prescrizione del reato? La prescrizione e' stata dichiarata solo per le violenze private relative ai calciatori Amoruso, Blasi e due giovani russi. Quello che è prassi nel mondo del calcio e cioè non far giocare un calciatore che rifiuta un trasferimento ad un'altra società, per Moggi e' violenza privata.
Per l'associazione a delinquere e per la concorrenza illecita con violenza e minaccia c'è stata assoluzione perché il fatto non sussiste sin dal primo grado con conferma in appello. Erano questi i reati più gravi. Molti fanno finta di non ricordarlo. Il processo Gea era questo e non "se non vai a Perugia stai in tribuna".
Collegandoci al processo calciopoli di Napoli, cosa comporterà questa assoluzione? Il processo di Napoli nasce proprio per l'associazione a delinquere Gea. Questo ipotizzava Auricchio con la prima informativa del 18 settembre 2004. L'assoluzione per l'associazione puo' influire sul processo di Napoli perché la sentenza Casoria ha condannato Luciano Moggi proprio per un'associazione finalizzata al mercato dei calciatori per la quale a Roma c'è stata assoluzione definitiva. Questo non è' consentito dal codice. Tecnicamente c'è "ne bis in idem". Cioè per quel fatto Moggi e' già stato giudicato e assolto definitivamente e non si può essere giudicati due volte per lo stesso fatto.
La Gea fu distrutta a causa di accuse che, ad otto anni di distanza, si sono rivelate totalmente infondate. Qualcuno pagherà per questo? Non credo. Purtroppo
Questa è la prima sentenza definitiva relativa alle vicende del 2006 ed è un'assoluzione. Come giudica il fatto che siano serviti quasi 8 anni per conciliare verità storica con giustizia? I tempi della giustizia in Italia sono questi.
Molte testate giornalistiche stanno spacciando questa assoluzione per una sorta di mancata condanna a causa della prescrizione, alimentando ancora il "sentimento popolare". C'è un modo per tutelare l'onorabilità del Direttore e soprattutto la realtà dei fatti? Credo che la figura morale di Luciano Moggi sia già stata rivalutata, non solo dalla sentenza Gea dove è stato assolto con formula piena da ben 11 capi d'imputazione su 14, ma anche dalla scoperta delle intercettazioni occultate e dalla stessa sentenza Casoria che ha stabilito che il campionato 2004-2005 non è stato alterato.
Sempre a proposito del "sentimento popolare", ravvisa anche lei un curioso parallelismo tra l'imprecisione nel riportare la notizia di questo momento sulla Gea, spacciandone l'esito come pura prescrizione, e l'assoluzione che fu per la Juventus nel processo doping, e che sia ai tempi sia ancora oggi venne e viene mistificata come se la Juventus si fosse "salvata" per merito della prescrizione? La disinformazione nella cronaca giudiziaria e' la regola.
In Italia c'è un dibattito molto acceso che riguarda l'iniziativa che troppo spesso la politica, debole e incapace di assumersi le proprie responsabilità, lascia ai giudici. Non crede che di conseguenza i giudici dovrebbero rendersi più accorti nell'acquisizione delle prove e nella scelta e valutazione dei testimoni che determinano la formulazione delle accuse? Ormai da troppo tempo la magistratura svolge un ruolo di supplenza che non le compete.
Sarebbe sufficiente acquisire le prove nel rispetto delle norme del codice di procedura penale. Troppe volte questo non avviene.
Perché a suo avviso nel momento delle accuse l'eco mediatica è stata devastante e Luciano Moggi ha dovuto subire un pubblico linciaggio e nel momento in cui viene scagionato i telegiornali e la carta stampata si ritrovano a ignorare completamente la notizia? Moggi innocente non fa notizia, perché la verità non fa notizia.
A che titolo Luciano Moggi e il figlio Alessandro dovranno versare duemila euro ciascuno alla FIGC? Nasconde questo particolare una forma di insidiosa "clausola di salvaguardia" per qualcuna delle decisioni della giustizia sportiva? La condanna al rimborso delle spese legali per la parte civile e' prevista dal codice. Comunque sono duemila euro per tutti e due e non ciascuno. Un importo così esiguo la dice lunga. Non c'è nessuna insidia.
Commenta l'intervista sul nostro forum
Condividi su Facebook!