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Sabato 23.11.2024 ore 18,00
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Il Fatto di N. REDAZIONE del 17/08/2014 14:45:32
Intervista a Nizzola del '95

 

Tratto da Hurrà Juventus del mese di marzo 1995

Il calcio che vedremo
Luciano Niccola, presidente della Lega, fa il punto della situazione per quanto riguarda il rapporto fra le televisioni e il nostro sport nazionale: moviola, dirette, diritti venduti all’estero e tante altre cose …

Si ha la diffusa sensazione che sarà lui a gestire la trasformazione del calcio. Quella trasformazione all’interno della quale il mezzo televisivo acquisirà un peso sempre maggiore all’interno del prodotto-calcio. Luciano Nizzola, due anni fa, ha battezzato l’avvento del posticipo in pay-tv. Tale scelta, che trovò l’assenso di tutte le società in quanto ha garantito loro un introito economico grandissimo, fu accompagnata da polemiche a non finire. Ci fu, e tuttora, chi si straccia le vesti e parla di “campionato non più regolare “ e ci fu chi vide giusto e ritenne che quello di una partita in pay-tv sarebbe stato il primo passo verso un futuro che sarebbe stato ben più rivoluzionario.
Nel frattempo, però, la televisione e l’uso che la medesima fa del prodotto calcio è diventato uno dei punti caldi dell’intero mondo pallonaro italiano. E già si parla del nuovo contratto che potrebbe prevedere l’avvento di una nuova formula di uso televisivo del campionato: la tv pay-per-view. Ovvero più partite in diretta a pagamento la domenica pomeriggio, magari divise per regioni. Tanto per fare un esempio, il tifoso juventino del Piemonte potrebbe vedere in diretta la Juve quando gioca a Bari, Roma o in qualunque altra località a una certa distanza dai confini regionali.
Presidente Nizzola anni la tv ha più avuto del calcio o più dato al calcio stesso?
“Credo che oggi esista un giusto equilibrio fra calcio e televisione. Da un lato è interessi di tutti, all’interno del nostro sport, che la tv si occupi del calcio e che ne diffonda immagini e contenuti. Esistono anche, e sono moltissimi, spettatori che amano il calcio pur non frequentando gli stadi. E’ giusto che costoro possano vedere calcio in tivù. Dall’altro canto, però, il calcio stesso è anche supporto delle tivù. Nessun network potrebbe esistere senza calcio”

Poi c’è la pay tv …
“Nemmeno Telepiù potrebbe vivere senza il supporto dato dal campionato. Mi risulta che dopo l’accordo con la Lega, accordo che ha permesso la trasmissione in diretta di una partita di A la domenica sera, il numero degli abbonati sia notevolmente aumentato. Il discorso è chiaro: tra noi e la tv non c’è uno che guadagna e uno che perde, abbiamo dei ricavi entrambi. Se si dovesse rompere questo equilibrio, perderemmo entrambi”.

E cosa potrebbe rompere questo equilibrio?
“Per noi sarebbe un errore oggi fermarci a un sistema tradizionale di uso televisivo del campionato. Guardando al futuro abbiamo diverse esigenze: dobbiamo tutelare l’interesse del tifoso che vuole andare allo stadio e che in quella sede vuole godersi lo spettacolo. Ma dobbiamo anche trovare un modo per invogliare la gente ad andare allo stadio. E un buon modo per fare ciò sarebbe permettere alle società, magari grazie a nuovi connotati del contratto televisivo, di abbassare i prezzi dei biglietti”

Dunque, diciamo noi, garantire ai club più soldi dalle televisioni e permettere loro di abbassare i prezzi dei biglietti. Vi state muovendo su questa linea?
“Stiamo pensando in questa direzione. Ma è decisamente presto per prevedere cosa riusciremo a realizzare. Certo, non ci auguriamo a una sola soluzione. E’ indispensabile che analizziamo la situazione da punti di vista differenti. Terremo conto degli interessi della Rai, della Pay-tv e di tutti”

Pare evidente comunque il profilarsi di un maggior peso di telepiù nel tele calcio italiano di domani. E la Rai?
“In qualunque direzione ci muoveremo, sarà nostra cura per prima cosa convocare i vertici della Rai per parlarne con loro. Il nostro è sempre stato un ottimo rapporto e sono convinto che proseguiremo su questa strada. Siamo aperti al dibattito e a qualunque decisione”

Quale ostacolo temi di più sul cammino che si separa dalla nasciata del ‘nuovo’ tele calcio?
“Non ci sono timori, ma preoccupazioni. Dovremmo ad esempio essere attentissimi alle esigenze delle altre federazioni sportive e del calcio per così dire minore. Nessuno nostra mossa dovrà poter provocare loro danno”.

La Rai detiene l’esclusiva del prodotto calcio ( e versa alla lega 150 miliardi l’anno). Come valuta l’uso che in questi anni è stato fatto della tv di stato, di questo patrimonio?
“Non dimentichiamo che la Rai ha dovuto muoversi all’interno di coordinate ben precise: ha avuti sì un’esclusiva ma niente calcio in diretta. Questa era ed è riservata alla radio. Credo che siano state fatte buone cose; in ultimo ‘Quelli che il calcio’, che mi sembra un prodotto di qualità. Credo altresì che la possibilità di vendere all’estero i diritti del nostro campionato e della Coppa Italia 8facoltà che per contratto è ceduta alla rai, n.d.r.) non sia stata sfruttata appieno, in pasato.”

Oggi la situazione com’è?
“Sono in attesa di ricevere una relazione particolareggiata sull’argomento. Mi risulta attualmente che oltre settanta Paesi abbiano acquistato qualche pacchetto riguardante il nostro calcio. C’è chi ha acquistato tutto, chi solo qualche incontro, chi in diretta, chi in differita. E c’è anche chi acquisterà le immagini di ‘90° minuto’, piuttosto che della ‘Domenica Sportiva’. Per noi è una soddisfazione vedere l’interesse che cresce attorno alle nostre competizioni”

Parliamo di moviola. C’è chi sostiene che sia un male, qualcun altro ritiene che si trasformi in un incitamento alla violenza…
“La moviola in alcune circostanze è stata anche utile e ritengo che il problema sia di misura. E non tanto nell’uso del mezzo in sé, quanto nel commento che la accompagna. Soprattutto in questo ci vuole misura”

Come dovrebbe essere la moviola ideale?
“Io ho una mia idea. Proporre le immagini prescelte a velocità normale. Sentire a questo punto le opinioni dei presenti. Poi mostrare l’azione rallentata. Ciò permetterebbe a tutti di vedere, nella stragarande maggioranza dei casi, che l’arbitro non avrebbe potuto decidere meglio di quanto ha fatto, perché presumibilmente quasi tutti, dopo la visione a velocità normale, sarebbero d’accordo con lui”.

Nizzola come sarà il calcio in tv domani?
“E’ veramente presto per parlarne. Ma abbiamo iniziato una riflessione del genere un anno e mezzo prima della scadenza del contratto stesso. Quest’anno stiamo già lavorando , ci stiamo pensando”


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