Dopo più di 8 anni dallo scoppio della farsa si continua a parlare di calciopoli. Le novità, nonostante il silenziatore su alcune scomode verità da parte dei media, continuano ad emergere.
Per Teodosio De Cillis, il titolare della rivendita di Chiasso dal quale si serviva Luciano Moggi (ma anche Marco Branca, dirigente interista) per comprare le schede svizzere, è stato chiesto il
rinvio a giudizio per falsa testimonianza dal pm di Napoli Raffaele Tufano. L'udienza preliminare davanti al gup è stata fissata per il 17 dicembre.
L’ex arbitro
Pieri (assolto in appello) aveva sporto denuncia a seguito di un’incongruenza su quanto dichiarato da
De Cillis nell’udienza del 30.09.2009 (primo grado processo penale ordinario di calciopoli a Napoli) e la versione resa dal maresciallo Nardone. Il titolare della rivendita negò sempre la presenza dei carabinieri nel suo negozio, invece il
"sottufficiale spiegò che erano andati in missione a Chiasso recandosi prima a casa di de Cillis e poi con lui nel negozio per acquisire la documentazione d'indagine relativa alle utenze delle schede svizzere vendute” , come ricorda il legale di Pieri.
Se venisse appurato che De Cillis ha mentito in aula ci sarebbe da chiarire il perché e cosa si nasconde dietro questa delicata parte dell’inchiesta. Ricordiamo che nel merito ci sarebbe da chiarire la questione dei dati delle sim svizzere ottenuti dagli inquirenti all’estero
senza una rogatoria internazionale su cui la difesa di Luciano Moggi ha sollevato non poche eccezioni.
C’è un’analogia che sembra legare tutti i buchi dell’inchiesta calciopoli, ovvero che le prove con cui l'accusa ha retto il castello accusatorio sembrano appositamente cercate dopo aver deciso chi e come condannare.
Lo abbiamo visto con
Manfredi Martino, che durante il controesame delle difese, il 6 novembre 2009, ha dichiarato:
«Mi hanno detto: “il sorteggio è truccato, come si può truccare?”» . I carabinieri che hanno interrogato Manfredi Martino hanno dato per scontato che il sorteggio fosse truccato, invitando il teste a portare le prove. (
Trascrizione completa controesame Manfredi Martino del 6/11/2009)
Può sorgere legittimamente il dubbio, che speriamo venga chiarito il 17 dicembre, che il modo di procedere sia stato lo stesso e cioè che, anzichè farsi dare da De Cillis l'elenco dei numeri per effettuare poi le verifiche, gli sia stata chiesta conferma di numeri che si ritenevano attribuibili a Moggi. Senza quell’elenco l’ipotesi accusatoria non poteva reggersi.
Ricordiamo che De Cillis durante l’esame in aula del 30.06.2009 si mostrò piuttosto impreciso e con scarsa memoria. (
Esame e controesame De Cillis e
Esame Nardone).
Vi invitiamo anche a leggere l’intervento di Nicola Penta sul suo profilo facebook dove ha pubblicato l’elenco originale consegnato da De Cillis ai carabinieri (
Link)
Certo è che credere alla bontà delle accuse di calciopoli è oramai un atto di fede più che una certezza. Sono emerse così tante novità che l’accusa originaria con cui hanno imbastito, sia il processo sportivo, sia quello penale, non avrebbe più motivo d’essere se non per l’appoggio che i media costantemente continuano a fornire alle tesi accusatorie, seppur superate dalle ricostruzioni dei fatti.
Basti pensare che proprio la Gazzetta dello Sport, che dal 2006 fino ad oggi ha costantemente sostenuto l’accusa, ha deciso di non riprendere, nemmeno per dovere di cronaca, la notizia del rinvio a giudizio di De Cillis.
Non ci resta che attendere e vedere come questo ennesimo buco nell'inchiesta che ha portato alle condanne di calciopoli sarà gestito dalla giustizia ordinaria.
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