Spulciando in rete, scopro che ieri, 19 gennaio, il consiglio comunale di Torino doveva votare per conferire la cittadinanza onoraria a Papa Francesco Bergoglio, a don Aldo Rabino e ad Alessandro Del Piero.
Uno come me, che non sa (più) di politica, pur talebano bianconero, concederebbe a Papa Bergoglio il primo posto per numero di consensi dei consiglieri, ovviamente piazzerebbe Ale al secondo e metterebbe al terzo posto il meno noto religioso. Sembrerebbe tutto abbastanza pacifico, sennonché...
Un passo indietro. Leggo da Wikipedia: “La cittadinanza onoraria è un'onorificenza concessa da un comune per onorare una persona, anche non residente, che è ritenuta legata alla città per nascita, per il suo impegno o per le sue opere”.
Secondo la definizione, Papa Bergoglio, arrivando a Torino il 21 giugno per l'Ostensione della Sindone può, a giusto titolo, meritarsi la cittadinanza onoraria. Ugualmente meritata la cittadinanza al religioso, per l’attività missionaria e i decenni come cappellano del Toro. Poco conosciuto fuori da Torino, ma evidentemente meritevole. Per quanto concerne
Ale Del Piero, persona corretta e mai fuori dalle righe, lui sì che ha fatto parlare di Torino nel Mondo con i trofei conquistati: un Campionato Mondiale, una Champions, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa UEFA, otto Scudetti, una Coppa Italia, quattro Coppe di Lega (senza contare i titoli e le onorificenze personali). Credo che i numeri, riferiti ad un periodo di diciannove anni, nel quale la controparte granata della città inanellava fallimenti e retrocessioni, parlino da soli.
La proposta di cittadinanza era stata formulata da un paio d'anni, ma i soliti giochetti politici e le contrapposizioni cervellotiche tra schieramenti hanno fatto sì che finisse bocciata. E così registriamo l'ennesima occasione persa dai nostri amministratori.
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