La Cassazione ha rinviato l’udienza e la sentenza relativa all’ultima decisione su calciopoli al 23 marzo 2015. Reazioni mediatiche in tono moderato hanno fanno da contorno senza però perdere quella tendenza ad impostare ogni discorso sulla base di una
lettura di parte.
La Gazzetta dello Sport, che si è distinta sin dal primo momento appoggiando le tesi accusatorie, non ha deluso le aspettative dei lettori abituali.
In un articolo a firma di Alessandro Catapano (ma dove è finito Galdi?) ripercorre lo scandalo con un avvertimento finale diretto a tutti quei tifosi che si aspettano Giustizia, riportando le dichiarazioni del procuratore generale Gabriele Mazzotta: “
Il 23 farò un intervento molto corposo”. Attenti!
Partiamo dall’inizio. Leggiamo “
Teresa Casoria aveva capito tutto già quattro anni fa. E riflette oggi, a due mesi dalla sentenza della Cassazione – fissata ieri al 23 marzo – quelle frasi che il presidente della 9° sezione del tribunale di Napoli rivolse ad un collega durante il processo di 1° grado (che qualche mese più tardi le costarono la censura al Csm) fanno capire tante cose anche a noi: Vuoi fare le cose alla perfezione? Tanto qui finisce sempre tutto con dichiarazioni di prescrizione. Mi avete abboffato le palle!”.
La
strumentalizzazione, per chi conosce i fatti di quel processo, è molto chiara. Che il giudice Casoria avesse capito tutto lo crediamo anche noi da sempre, soprattutto dopo la lettura delle motivazioni della sentenza di primo grado, che il problema fosse solo quello dell’infelice battuta sulla prescrizione ad averla portata al richiamo al Csm ed a ben 3 ricusazioni, lo escludiamo proprio. Anzi, il tentativo di insinuare sull’epispodio contestandone la gestione del processo è patetico.
Ma la parte più divertente è quella che leggiamo subito dopo. Tra le “stranezze” riscontrate nei vari gradi di giudizio, evidenziano anche: “
L’iniziale diffusione sui media delle intercettazioni…”. La Gazzetta ha svolto un ruolo da primo piano, prestandosi a dare risalto solo a quanto era da supporto all’accusa, collaborando anche direttamente. Poco spazio (se non censura completa) è stato riservato invece a tutte le novità uscite dall’aula 216 del tribunale di Napoli. Fatti nuovi che avrebbero permesso, se attenzionati e ricostruiti con la giusta attenzione, al lettore di farsi un’idea corretta dello scandalo retto ancora oggi solo dal comune sentimento popolare antijuventino.
Non sappiamo quale sarà la decisione della Cassazione, certo è che lo scandalo di calciopoli sarà ricordato, da noi che siamo i testimoni di quel momento, soprattutto come quello mediatico. La prescrizione, dopo 9 anni, viene evidenziata solo come una scappatoia per giustificare ancora la teoria colpevolista della prima ora, senza dare rilievo a quelle verità che hanno ridisegnato completamente lo scandalo e che noi conosciamo. Un discorso diverso è quando la prescrizione salva anche dal giudizio … Ma quella è un’altra storia che la Gazzetta non ama ricordare perché, come ha tenuto precisare “nasce interista…”
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