Gli strascichi di calciopoli continuano a protrarsi all’interno delle aule di tribunale. Proprio ieri a Milano si è tenuta una nuova udienza che vede imputato Luciano Moggi per diffamazione nei confronti di Facchetti.
Le agenzie di stampa si sono affrettate a diffondere l’immagine della stretta di mano tra gli eterni nemici, Moggi e Moratti accostandogli significati reconditi, dimenticando (volutamente?) di evidenziare ancora una volta gli aspetti importanti emersi all’interno di un’aula di tribunale.
Nella precedente udienza del 30 novembre 2014, l’ex fischietto
Paolo Bertini, ha ricordato l’incontro che ebbe con Giacinto Facchetti prima della partita di coppa Italia del 12 maggio 2005 tra Cagliari-Inter e la successiva telefonata con cui informava del fatto il designatore arbitrale Paolo Bergamo:
"Facchetti è venuto nel mio spogliatoio prima della partita. C'erano anche gli assistenti e l'ispettore della Figc, e mi ha detto: ‘Ho letto il suo tabellino con noi, quattro vittorie, quattro pareggi e quattro sconfitte. Beh, cerchiamo di far crescere la casella delle vittorie'. All'inizio non avevo dato peso alla cosa, fu l'assistente a dirmi che Facchetti era stato sconveniente. Così la sera telefonai immediatamente a Paolo Bergamo per spiegargli l'accaduto".Ieri è stata la volta di
Gennaro Mazzei, all’epoca vice di Pairetto e Bergamo, il quale ha evocato una telefonata con Facchetti nella quale quest’ultimo
“insisteva per mettere il n.1″, ossia “Collina”, per un match tra Inter-Juve.
Senza dimenticare le parole di
Massimo Moratti che, per la prima volta testimone su calciopoli in un’aula di tribunale, non ha potuto che confermare i colloqui e gli incontri con gli allora designatori arbitrali e le visite negli spogliatoi dei fischietti pre e post gara.
Il giochino mediatico atto a proteggere quel che rimane dell’accusa di calciopoli è sempre quello di deviare le attenzioni dalle notizie importanti.
Per cui vediamo il triplo salto mortale della
Gazzetta dello Sport che ricama sulla stretta di mano tra Moratti e Moggi ipotizzando il contenuto del breve colloquio intercorso tra i due: “Da un fronte si sostiene che Moggi abbia chiesto a Moratti di intercedere con la famiglia Facchetti per ‘togliere’ la querela e finire qui tutto il procedimento”. Evidenziando nello spazio dedicato al resoconto (con titoli e sottotitoli ad effetto) soltanto quello che fa comodo al teorema di calciopoli:
”Le telefonate di Bergamo? Una presa in giro, mi prestavo perché ero cortese” ed ancora:
”Non era proibito andare dagli arbitri prima e dopo la gara. Una prassi consentita”. (
Link)
Stessa tattica usata anche dal
Corsera dove nel titolo riprende le parole dell’ex patron interista: “Moratti saluta Moggi ma insiste: tutta una presa in giro”. (
Link)
Casualmente, come potete leggere voi stessi, hanno dimenticato di relazione su una parte del processo.
Ancora oggi calciopoli è presentato ai lettori in modo parziale e indirizzandone la lettura. Uno scandalo che non ha mai dato certezze e che per reggersi ha ancora bisogno delle stampelle mediatiche.
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