Non ce ne siamo certo dimenticati.
Si avvicina il giorno in cui dovrebbero essere depositate (e quindi rese pubbliche) le motivazioni della sentenza con cui la Corte di Cassazione, nella notte tra il 23 e il 24 marzo di quest'anno, ha chiuso dal punto di vista penale la questione (ad esclusione della parte relativa a Paolo Bergamo).
Da allora, dopo i primi commenti a caldo, è calato un velo di silenzio comprensibilmente giustificato dal fatto che senza conoscere esattamente le motivazioni del provvedimento (al di là delle questioni sulla prescrizione che per quel che ci riguarda possono interessare relativamente), non è neppure possibile ipotizzare eventuali sviluppi su altri fronti.
Di sicuro va ricordato che essendo la Corte di Cassazione un Giudice di diritto e non di Merito, difficilmente nelle presumibili decine di pagine che comporranno la sentenza si potranno scorgere elementi utili riguardo ai “fatti” del processo (anche se spesso le motivazioni spaziano anche su questi) e, invece, solo disquisizione giuridiche sull'utilizzabilità di alcune prove o sulla correttezza e congruità della motivazione della Corte di Appello.
Fatto sta che la revisione del processo sportivo potrà essere richiesta anche attraverso una attenta lettura delle motivazioni della Cassazione. Ma non si deve dimenticare che la Juve è già stata esclusa dal processo penale fin da primo grado e che nel secondo grado è definitivamente caduto il teorema di una “cupola” che ha perso via via tutti i suoi sodali ad eccezione di un solo arbitro.
Vista la linea societaria ormai accettata da gran parte del tifo juventino, come temiamo da anni, la sola questione che sarà portata avanti (forse), sarà quella della disparità di trattamento e dell'illegittima esclusione dai processi sportivi di quella squadra che improvvidamente (qui non serve attendere nessuna motivazione) fu beneficiata del ridicolo titolo di “onesta” e per questo premiata con un altrettanto ridicolo scudetto di cartone, con tutti i benefici conseguenti.
Poco o nulla rispetto a quello che ci aspettiamo e attendiamo ormai da nove anni.
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