Giovanni Giolitti è stato l’uomo politico liberale cui si deve l’avvio dell’estensione della base democratica e l’inizio della modernizzazione economica, industriale e culturale del neonato stato unitario italiano, tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Già nel Settecento, la diffusione delle idee illuministiche aveva evidenziato come l’attività fisica fosse essenziale per lo sviluppo armonico dell’individuo, ma a lungo l’attività ginnica è pratica esclusiva del ceto nobile, alto borghese e dei militari. Con l’iniziale riforma scolastica operata dal governo Giolitti, la ginnastica è introdotta nelle scuole, mentre nel Paese vanno diffondendosi le società sportive.

Tra le prime società sportive, mentre esistevano società completamente dedicate al calcio, ce n’erano altre che avevano anche il calcio tra le varie discipline a disposizione dei soci: da questi due tipi di società sportive nacquero la Federazione Italiana del Football (FIF, l’odierna FIGC) e la Federazione Ginnastica. Inizialmente non c’era un campionato di calcio come lo intendiamo oggi, ma tornei a eliminazione che si svolgevano nell’arco di pochi giorni. Il calcio aveva un successo sempre maggiore e per partecipare a questi tornei, anche le società di ginnastica che praticavano il calcio iniziarono a iscriversi anche alla FIF, diventando presto maggioritarie. Le società ginnastiche, seguendo l’indicazione della loro Federazione e forti della maggiore rappresentatività nella FIF, fecero escludere dal campionato le squadre che schierassero giocatori stranieri. Queste squadre si ribellano per cui la FIF, nel 1908, accanto al Campionato Italiano (quello autarchico) organizza un secondo campionato, il Campionato Federale, con meno squadre, ma di qualità tecnica nettamente superiore: mentre la Pro Vercelli vince il Campionato Italiano, la Juventus vince quello Federale.
L’anno seguente, permanendo l’ostracismo nazionalistico delle società ginnastiche maggioritarie in FIF, la Federazione pensò bene di invertire le carte, riservando il Campionato Italiano alle squadre miste e facendo disputare il Campionato Federale alle squadre autarchiche: stavolta la Juventus si aggiudica il Campionato Italiano, mentre la Pro Vercelli vince Campionato Federale.

La già ondivaga Federazione, che nel 1908 e nel 1909 aveva organizzato i quattro campionati, come risulta dal suo regolamento, per di più riconoscendo anche come i campionati “open” fossero i più importanti, non li ha riconosciuti come ufficiali e quindi non ha mai iscritto anche la Juventus nell’albo d’oro del campionato di quei due anni. Infatti, sugli annali, i campionati di calcio del 1908 e 1909 sono assegnati esclusivamente alla Pro Vercelli, e nessuno vuole toglierli alla gloriosa squadra dalle maglie bianche. Però la malafede della Federazione è confermata dallo stesso albo d’oro del campionato italiano di calcio, che all’anno 1922 riporta due vincitori: la Novese, vincente nel più dimesso campionato ufficiale della Federazione (ormai FIGC), e la Pro Vercelli, che si aggiudica il titolo messo in palio dalla scissionista Confederazione Calcistica Italiana, comprendente tutte le squadre più forti del Paese.

È pertanto fuori da ogni logica come alla Juventus non siano riconosciuti due titoli conquistati in tornei organizzati dalla Federazione, mentre per la stagione 1922 siano riconosciuti due vincitori, e che alla Pro Vercelli sia attribuito un titolo frutto di un torneo effettuato al di fuori dell’ufficialità federale. Da tutto questo deriva l’ovvia convinzione che la Federazione, ben prima dell’avvento di Guido Rossi, aveva una modalità nell’assegnare gli scudetti quantomeno discutibile. Nel 1908 e 1909, per decidere cosa scrivere nell’albo d’oro, saranno ricorsi alla farsa del consiglio di tre Saggi o avranno fatto tutto di testa loro?


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