William Chalmers, scozzese di Bellshill, nel Lanarkshire settentrionale è morto trentacinque anni fa, il 16 luglio 1980: lo ricordiamo per il suo essere stato il nostro allenatore per poco più di una stagione. La sua onorevole carriera di calciatore si snoda tra QPR, Glasgow Rangers, Newcastle, Notts County fino all’Aldershot, dove prima si fa valere come allenatore-giocatore per poi intraprendere definitivamente la carriera di direttore tecnico.
Dalla stagione 1947/48, Piero Dusio lascia la Presidenza della Juventus a Gianni Agnelli. La squadra inizia il campionato con quattro vittorie consecutive, ma dopo un lungo periodo di risultati altalenanti, al giro di boa del campionato è distaccata di sei punti dal Milan e quattro dal Torino. La Juve risente dell’addio del bianconero di lungo corso Varglien II e del trasferimento di Vycpalek a Palermo: quando Cesarini abbandona, per sostituirlo è anticipato l’arrivo di William Chalmers, che era previsto per la stagione seguente. Dopo cinque scintillanti vittorie consecutive, una fine stagione in calando ci consente solo il secondo posto, nonostante che Boniperti a fine stagione vinca la classifica dei cannonieri.
Chalmers è confermato per la stagione seguente, mentre Gianni Agnelli inizia la costruzione della seconda Juventus più bella di tutti i tempi, quella degli scudetti del 1950 e del 1952: dalla Danimarca, che aveva strapazzato l’Italia alle Olimpiadi, sono prelevati John Hansen e Johannes Ploeger. Quest’ultimo, oltre tradire un po’ le attese è anche “causa” del mancato arrivo di Nordhal in bianconero, lasciato al Milan in segno di ringraziamento per essersi ritirato dall’asta per Ploeger. All’inizio Chalmers non stravedeva nemmeno per Hansen, tranne poi inserirlo in formazione a furor di popolo, dopo cinque gare perse consecutivamente. Certo, poi la Juventus risale posizioni in classifica: Muccinelli, Manente, Hansen e Boniperti (quindici reti per entrambi alla fine del torneo) si fanno valere, ma non basta che per il quarto posto, in un campionato, come il precedente, vinto per distacco dal Torino nonostante la tragedia di Superga.
Non ci sono molte notizie sugli annali di calcio riguardo a questo signore scozzese. Figurarsi che il Motherwell Times, un giornale della città più vicina al paese natale di Chalmers, nel 2007 voleva fargli un articolo per quello che sarebbe stato il suo centesimo compleanno, ma lamenta di aver trovato pochissimo materiale.
Che fosse un personaggio, però, nessuno può negarlo: varie correnti di pensiero concordano, definendolo “uno scozzese dalle idee molto particolari”. Sentite cosa ne dice Renato Tavella nel “Dizionario della grande Juventus” (Newton & Compton, 2001):
«… allena i giocatori anche in treno, nelle hall degli alberghi. Un tipo stravagante e incompetente, concordano nel ricordo i più anziani testimoni juventini». Invece, Vladimiro Caminiti, in “Juventus ‘70” (F.C. Juventus, 1967) scrive:
«Passerà alla leggenda dei tipi balzani, come uno dei più balzani. Negli alberghi allenava i portieri con palle di carta. Sentimenti IV era costretto a far sfoggio della sua agilità tra le poltrone delle anticamere».La nostra pagina facebook
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