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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Farsopoli di E. LOFFREDO del 31/07/2015 11:33:26
Calciopoli, Giraudo secondo la Cassazione

 

PRIMA PARTE

Il 21 luglio dalla suprema Corte di Cassazione ha depositato le motivazioni su calciopoli inerenti la parte degli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Per chi volesse, le motivazioni sono qui (Link). Tra coloro che optarono per questo rito c'è Antonio Giraudo, ex Ad della Juventus e il cui ruolo è rilevante anche per le conseguenze "sportive" delle statuizioni della suprema Corte.

Giraudo, fatta salva la prescrizione, è stato ritenuto essere uno degli ideatori e promotori dell'associazione a delinquere come prospettata dalla Procura di Napoli (l'altro era Moggi) e per un residuo capo di frode sportiva (capo Q: alterazione della designazione -griglie e sorteggi- per la partita Juventus-Udinese del febbraio 2005). Del capo di imputazione Q) la nostra redazione si occuperà in un altro articolo, qui ci soffermeremo su come gli Ermellini hanno confermato il reato associativo per l'ex dirigente bianconero e perché debba considerarsi un esponente di vertice (ideatore e promotore) e non un mero associato (come invece aveva concluso il G.U.P. in primo grado).

La Cassazione prima ripropone quelli che secondo Procura e Corte distrettuale di Napoli sono gli elementi che sostanzierebbero il ruolo di ideatore e promotore (insieme a Moggi) della cupola da parte di Giraudo, poi, nelle successive pagine, censurando i motivi di ricorso degli avvocati Krogh e Galasso li fa propri.

A cavallo delle pagine 12 e 13 si legge:


«la doppia veste di Consigliere federale in seno alla F.I.G.C. e di dirigente della società calcistica Juventus ha attribuito al Giraudo una particolare e notevole visibilità "cui si accompagnava un concreto potere decisionale non solo nell'ambito della squadra ma anche nelle questioni e relazioni esterne", ... potere decisionale [che] era stato asservito agli scopi associativi».

In pratica solo per il fatto di avere un ruolo apicale (legittimo e lecito) in Federcalcio e alla Juventus, Giraudo è un esponente di vertice anche nella cupola.

In particolare sono elementi rivelatori della cupola e del ruolo di Giraudo:

«a) la continuità di incontri con i referenti istituzionali in tutte quelle occasioni nelle quali avveniva la condivisa manomissione delle sorti del campionato attraverso la predeterminazione delle griglie arbitrali (...);
b) l'incontro tenutosi il 2 dicembre 2004, stavolta a casa Pairetto, alla quale sono risultati aver partecipato Bergamo, Moggi e Giraudo, avente per oggetto, ancora una volta -ed al di là dell'apparente giustificazione dello scambio di doni in vista delle imminenti festività natalizie- la gestione del campionato e la definizione delle sorti sempre nell'interesse della società bianconera;
c) la telefonata del 9 febbraio 2005, a conferma della riunione avvenuta l'8 febbraio precedente sempre tra i due designatori arbitrali e i due dirigenti juventini, avente per oggetto, oltre gli aspetti politici del mondo del calcio, anche e soprattutto la preparazione delle fasce arbitrali all'interno delle quali effettuare i sorteggi e le scelte degli arbitri da impiegare nelle partite di calcio immediatamente successive;
d) le numerose conversazione e incontri in prossimità delle nomine dei vertici federali [nomine che vedranno la riconferma del presidente Carraro Franco a capo della F.I.G.C., dell'A.D del Milan Galliani Adriano e dello stesso Giraudo Antonio quali consiglieri di Lega di serie A e B];
e) gli incontri finalizzati al salvataggio della Fiorentina, cui anche il Giraudo non era rimasto estraneo;
f) l'ostracismo del Giraudo (oltre che del Moggi) manifestato a chiare lettere nei confronti dell'allenatore di origine cecoslovacca Zeman Zdenek, indicato quale soggetto "disturbatore" che avendo denunciato numerose anomalie ne mondo del calcio, anche con riferimento alla società Juventus, doveva non solo essere tenuto a distanza, ma di fatto emarginato dall'ambiente calcistico che contava composto oltre che dalla Juventus, anche da altre squadre blasonate».


Su questi aspetti oltre a un appiattimento dell'iter logico della Cassazione sulle tesi dei giudici di merito, si ravvisiamo una contraddizione evidente. Spieghiamo: a pagina 7 delle motivazioni la Corte, con riferimento al proscioglimento dell'arbitro Pieri, conviene, giustamente, che nonostante il possesso di due sim estere (presumibilmente attribuite dal maresciallo Di Laroni con carta, penna e «olio di gomito»), non conoscendosi il contenuto delle telefonate indicate, non si può pervenire a una pronuncia di condanna. Bene, se bisogna sapere cosa due o più presunti cupolari si dicono durante una conversazione per giungere a censura penale, non capiamo perché allo stesso modo non si debba argomentare per il contenuto delle conversazioni avvenute durante quegli incontri e cene che la Cassazione, pedissequamente al giudice di merito, addita a Giraudo, Moggi, Bergamo e Pairetto.

Cassazione: motivazioni calciopoli

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