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Farsopoli di F. ZAGARI del 06/11/2009 23:05:50
Forse, se e mi sembra che

 

Novità, si fa per dire, dal processo in corso a Napoli sulle presunte irregolarità che colpirono il mondo del calcio nell'estate del 2006.

In chiusura dell'odierna udienza è stato ascoltato Manfredo Martino, l'allora impiegato della Federcalcio alla segreteria della Can: «Bergamo e Pairetto in due occasioni mi dissero esplicitamente di mettere il nome di quelle partite e il nome di quegli arbitri nelle sfere del sorteggio che erano facilmente riconoscibili».
Martino, pressato dal pm Narducci, ha parlato poi, in particolare, della partita Milan-Juventus che decise le sorti di quel campionato: «a mia sensazione durante il sorteggio per la scelta dell'arbitro per quella partita qualcosa non andò secondo il verso giusto perché ci fu uno strano colpo di tosse del designatore Bergamo quando il giornalista incaricato dall'Ussi scelse la pallina gialla degli arbitri».
Martino parlando dell’inserimento di nomi di arbitri e di incontri verbalizza: «Ho avuto disposizioni in tal senso». Ma cosa significa incalza l’accusa, e il teste chiarisce: «Ci sono state due occasioni (una alla prima di campionato, ndr) in cui i due (Bergamo e Pairetto, ndr) mi dissero : devi mettere questi biglietti in queste sfere ed erano quelle riconoscibili».
Maurilio Prioreschi (difensore di Luciano Moggi) contesta: «Perché non lo ha detto prima», e cita i vari interrogatori. Martino non demorde: «forse l’ho detto e i carabinieri non lo hanno verbalizzato».

Improvvisamente si sono svegliati, come non accadeva da tempo, anche i mezzi d'informazione, ed in particolare, guarda caso, gli "amici" della Gazzetta dello Sport che titola: Calciocaos, nuove rivelazioni "Palline truccate per i sorteggi".
Meravigliosi i passaggi nell'articolo di Maurizio Galdi: «Già questo poteva bastare» (in relazione alla testimonianza di Martino); «Basta questo» (in relazione al chiarimento del test sull'incalzare del pm).


Per dovere di cronaca è giusto aggiornare il lettore.
LA CORTE D’APPELLO HA DATO RAGIONE A BERGAMO E PAIRETTO DIFFAMATI DA DUE ARTICOLI DI GIORNALE.
Fonte: “LA NAZIONE” del 29/09/2007, pag. 51


Il sorteggio arbitrale non era truccato”, lo sostiene una sentenza della Corte d’Appello del Tribunale di Roma alla quale si era rivolto il giornalista Gianfranco Teotino, querelato dagli allora designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto.
Teotino è stato condannato al pagamento di mille euro di multa più le spese processuali.
I designatori si sentirono diffamati da due articoli apparsi sul settimanale Rigore e sul quotidiano La Stampa nei quali Teotino sollevava dubbi sulla designazione dell’arbitro Borriello per Roma-Juve sostenendo che il sorteggio arbitrale non era regolare. Il tribunale lo ha smentito dando ragione in primo grado e adesso anche in appello a Bergamo e Pairetto.
La vicenda potrebbe essere una delle tante “querelle” giudiziarie che non finiscono in cronaca, ma in questo caso assume una valenza diversa e ben più importante. Infatti, una delle colonne portanti dell’accusa nell’inchiesta napoletana su Calciopoli riguarda proprio il sorteggio. Secondo i giudici napoletani il sorteggio era irregolare, Bergamo e Pairetto ne erano gli organizzatori per conto della “famosa” cupola e per questo dovrebbero essere processati.
La sentenza di ieri, come già accadde a Torino con un pronunciamento analogo del giudice Maddalena, smonta questo teorema e potrebbe essere destinata a incidere anche sul processo napoletano. Perlomeno sarebbe curioso se il sorteggio fosse regolare per i giudici romani e truccato per quelli napoletani. Vedremo. Comunque questa sentenza è un’arma in più in mano alla difesa che cercherà di demolire l’impianto di accusa di Calciopoli.


Chiusura
La sentenza sportiva che ha condannato la Juve diceva la stessa cosa: i sorteggi arbitrali non erano truccati!
Un "amico" bianconero un tempo scrisse: "a essere truccata è l'informazione", soprattutto quando fa gli scoop dopo aver sentito dire "forse", "se" e "mi sembra che".

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