La giustizia sportiva sembra cedere ancora una volta alla tentazione
del giudizio ad personam. La Gazzetta dello Sport di domenica 9 agosto, anticipa che Palazzi sarebbe intenzionato a riconoscere a Pulvirenti la collaborazione, evitando così al club di finire in D e al presidente del Catania la radiazione (dovrebbe cavarsela con una squalifica di 5 anni). Come si arriva a questa soluzione? E' una possibilità offerta dal nuovo codice di giustizia sportiva, che per gli
amici degli amici offre sempre una scappatoia, proprio come ci spiega il super imbeccato quotidiano rosa che fa da apripista alle decisioni di Palazzi. (
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Quindi, un reo confesso di combine per 6 partite dell’ultimo campionato di B, riuscirebbe a salvare capra e cavoli senza essere colpito dalla radiazione. Inutile sprecare paragoni con calciopoli, per cui non sono riusciti a far emergere tanta evidenza, a dispetto di anni di processi, di gogna popolare, di profuso impegno mediatico e di chi ha condotto le indagini. Per i fatti del 2006 non ci fu alcuna confessione con annesso versamento economico, cosa che in questo caso invece è lo stesso imputato ad ammettere. Strano poi che si qualifichino le dichiarazioni di Pulvirenti come confessione quando gli stessi fatti erano già stati svelati dalle indagini della magistratura ordinaria: che confessione è?!
Se a qualcuno non fossero ancora chiari i meccanismi con cui opera e si muove la giustizia sportiva, l'anticipazione della Gazzetta, se confermata, sarebbe l'ennesimo episodio che non dovrebbe lasciare dubbi. La giustizia targata FIGC non fa rispettare il regolamento, ma
crea espedienti per il raggiungimento dei propri fini. Moggi e Giraudo andavano radiati, anche senza prova; Pulvirenti non va radiato anche se ha falsato il campionato di serie B per sua stessa e tardiva ammissione.
Ovviamente, tanto lavoro solo per proteggere il calcio...
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