Siamo primi quasi alla fine del girone d’andata. E questo ci rincuora. Anche se ovviamente il nostro pensiero va oltre, ed è sempre teso alle continue ingiustizie che subiamo quotidianamente ed a cui solo i veri JUVENTINI si stanno ribellando. Penso, ad esempio, alla formula “DUE PESI E DUE MISURE”. Ci stiamo facendo il callo, d’accordo. Ma il troppo stroppia e da anche fastidio. Parto dall’ultimo episodio dell’unica giornata di squalifica a Totti. Se non sbaglio i regolamenti dicono che se un calciatore prende il rosso diretto ha due giornate di squalifica. Per lui, evidentemente, il regolamento è stato stravolto nonostante abbia preso a pugni un avversario. Non va sottaciuto, infatti, che per un fallo di gioco e una protesta sicuramente nervosa con il suscettibilissimo Farina, al buon Pavel Nedved gli hanno comminato ben cinque giornate di squalifica. Oppure che a Zebina, sempre per fallo di reazione, gli abbiamo dato tre turni di stop. Si dirà: ci fa piacere perché Totti così potrà giocare il match contro gli indossatori. Ma sicuramente fa pensare la disparità di giudizio. Se andiamo a scandagliare, inoltre, gli ultimi avvenimenti calcistici ci accorgiamo ancora che il gol (regolare) di Zalayeta a Bologna ha decretato la crisi del Bologna ed ha sabotato (con titoli giornalistici roboanti) un campionato di Serie B che, fino a quando provoca dei torti alla Juve va sempre bene. Caso contrario, la pseudo-stampa ci attacca a più riprese. Lo dimostra il gol degli indossatori (non riesco a chiamarli altrimenti) realizzato da chi sapete (non voglio nemmeno pronunciarlo) che è stato dichiarato “regolare” senza alcun dubbio. L’era degli auricolari è nata subito bene, poiché – si dice – sia stato il collaboratore di linea a segnalare che la palla aveva varcato interamente la linea bianca. Un altro episodio di come cambiare le regole in corsa ponga sempre il dubbio: “DUE PESI E DUE MISURE”. Ma c’è dell’altro. Sempre lo stesso giocatore quando giocava nella Juve venne squalificato per un fallo di reazione dopo la prova Tv. Adesso che gioca con gli indossatori niente prova tv, non serve fa parte della classe “etica” del calcio. E proprio alla faccia dell’etica il loro presidente-petroliere afferma che “non c’è nessun aiuto per la sua squadra”. Meno male che Tuttosport titola: “I…. alla Moggi”, per far capire che – a parti invertite – quest’anno sarebbe scattata una inchiesta colossale sui tanti squalificati alla vigilia delle gare da giocare. Falcone e Delvecchio (alla vigilia della gara con la Samp); Stovini e Bisio (prima di quella col Catania); Muntari (per l’Udinese); Passoni (per il Livorno); Pesce (per l’Ascoli); Dessena (per il Parma); Tedesco e Lucarelli (per la Reggina); Simplicio (per il Palermo); Vergassola (per il Siena); Rocchi (per la Lazio); Barone e Comotto (per il Torino); Ujfalusi e Mutu (per la Fiorentina). “Guarda caso” ben 17 calciatori, tutti diffidati (e poi ammoniti) o espulsi alla vigilia delle partite con gli “Indossatori di scudetti altrui”, come giustamente li ha battezzati Christian Rocca. L’episodio Totti va in controtendenza, ed è il primo della stagione, perché – guarda caso – due giornate gli avrebbero precluso la sua partecipazione alla partita del 4 febbraio. E quindi è meglio gettare acqua sul fuoco delle polemiche, perché a loro è sempre consentito. Ed in ultimo, anche se è motivo principale di disgusto, il comportamento “double-face” di quella fantomatica giustizia sportiva. A luglio processi sommari e sentenze-lampo hanno decretato la nostra colpevolezza e la nostra retrocessione in Serie B. Ora si scopre che per gli indossatori “l’iter” – a riguardo dei bilanci truccati – è stato più lungo, e che a distanza di sei mesi si cercano ancora le relazioni che Borrelli avrebbe mandato a Palazzi. Ma vi sembra questo il (doppio) modo di migliorare il calcio! “A pensar male si fa peccato” esclamava di recente il professor Bertinetti, ma ormai non possiamo più farne a meno. Ed allora non ci resta che aiutare le nostre istanze. Gli associati sapranno che manca poco alla quota indicata da Giuseppe Belviso per far giungere la nostra legittima protesta oltre il territorio nazionale. E bisogna che quel poco si riesca a racimolare nel più breve tempo possibile, perché noi di “Giù le Mani dalla Juve” non possiamo sopportare ulteriormente “DUE PESI E DUE MISURE”.
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