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Sabato 23.11.2024 ore 18,00
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Udienze Processi di P. CICCONOFRI del 09/11/2009 13:46:14
Calciopoli, udienza Martino

 

Tribunale di Napoli - Udienza del 06 novembre 2009. Manfredi Martino

Manfredi Martino in Federcalcio dal 1998, era addetto alla segreteria della commissione arbitri nazionali, la commissione che gestiva gli arbitri di serie A e B (dal 99 a giugno 2006).
Quando è entratoin FIGC lavorava con lui in segreteria anche F.Meloni e F.Ragnacuzzi ed un altro collaboratore, F. Baciucchi, dal 98-99 .
Nella stagione 99-00, con Bergamo e Pairetto, svolse la sua mansione insieme a M. Grazia Fazi ed a D. Galati (Galati fino a Natale di quella stagione). Questo fino alla stagione 2004-2005, poi rimase solo perché la Sig.ra Fazi ebbe un disguido con i designatori, di cui venne a conoscenza solo successivamente. Ci fu una sorta di disposizione per la quale Sig.ra M.G.Fazi doveva rimanere a Roma anche durante i raduni di Coverciano. Situazione che lei non accettò e chiese di allontanarsi dalla segreteria.

PM: «Si è occupato anche in particolare di attività di qualunque tipo legate ai sorteggi o designazioni arbitrali?»
Manfredi Martino: «Nello specifico, in quella stagione c’era il sorteggio. I commissari mi davano, su un foglio scritto a mano, la divisione delle griglie. Io verificavo eventuali incompatibilità e preclusioni, digitavo tutto al computer, preparavo i biglietti e le griglie da dare ai giornalisti presenti e notaio».
PM: «Dovrebbe spiegarmi se ci sono stati poi cambiamenti e modificazioni, quali erano le regole… se ci descrive il sistema…»
Manfredi Martino risponde dicendo che dal 99-00 al 04-05 venne utilizzato lo stesso sistema, ma nel corso degli anni ci furono diverse modifiche sia per le fasce (arbitri e partite) sia a livello di preclusioni. Ricorda che un anno, ad esempio, non si poteva arbitrare la stessa squadra due volte di seguito. Non ricorda tutte le modifiche.
PM: «Griglie, preclusione, fasce e sorteggio, cosa intende dire?....»
Manfredi Martino: «La griglia è la divisione dell’intera giornata di serie A e B , le 19 partite divise in tre/quattro fasce. Preclusione: arbitri o assistenti..limitazioni agli stessi a dirigere determinate partite, determinate squadra. Sorteggio: l’abbinamento degli arbitri a quelle partite.»
Spiega poi come le griglie (predisposizione) erano gestiste da Bergamo e Pairetto, mentre la manualità del sorteggio in un primo momento («non mi ricordo per quante stagioni»), sia della partita sia dell’ arbitro veniva fatta dai designatori e commissari, poi successivamente l’arbitro veniva sorteggiato da un giornalista incaricato dall’Ussi.
PM: «Nel 04-05 come avveniva il materialmente questo sorteggio?»
Manfredi Martino: «Materialmente…. nella stessa maniera…»
PM: «Questa operazione, materiale, ce la deve descrivere..»
Manfredi Martino: «Si partiva dalla fascia più bassa, erano quasi sempre partite di serie B, si sorteggiava la partita (lo faceva il designatore Pairetto), dopo questa fase il giornalista sorteggiava l’arbitro.»
PM: «Come avviene, da un punto di vista materiale?»
Manfredi Martino ripete nuovamente.
PM:«Questa attività in che luogo e da chi era stata predisposta materialmente?...»
Manfredi Martino:«Nel momento in cui i designatori mi davano il foglio scritto a penna con fasce e arbitri, io controllavo (preclusioni)….e materialmente ero io che li mettevo dentro le palline delle partite».
PM: «Può indicarci elementi che possono provare o indicare se nel corso di quella stagione, o in precedenti stagioni, questi meccanismi di sorteggio, sono stati in qualche modo alterati?»
Manfredi Martino: «L’unica alterazione era che ….le palline si aprivano sbattendo dentro l’urna»
PM: «….Che tipo di alterazione sarebbe questa?»
Manfredi Martino: «Aprendosi, magari, poteva essere un’alterazione».

Il PM Narducci, a contestazione, legge il verbale del 12 maggio 2006 che lo stesso Manfredi aveva reso ai Carabinieri di Roma quale persona informata sui fatti.
Il PM Narducci legge testualmente la pag.3-4 : «”Mi viene chiesto come poteva essere falsato il sorteggio arbitrale tanto da poter predeterminare gli abbinamenti arbitri-partite così come emerso e se in merito a tali aspetti possa avere in qualche modo conoscenza di specifiche circostanze (questa era la domanda). Rispondo affermativamente nel senso che ora intendo spiegare. Nel corso degli anni le sfere sono sempre state le stesse e con il passare del tempo presentavano visibili segni di usura. In particolare a causa dei difetti di apertura e chiusura delle sfere, nel corso dei sorteggi le stesse venivano battute per terra per aprirle e proprio tale azione meccanica aveva provocato con il passare del tempo, una perdita della vernice nella parte della rigatura per l’avvitatura di ciascuna semisfera. Tale mancanza della verniciatura differiva da sfera a sfera per grandezza della chiazza.
Tale usura riguardava in modo particolare le sfere di colore giallo contenente i biglietti indicanti gli arbitri mentre erano di numero inferiore quelle verdi e rosse che presentavano tali segni distintivi. Generalmente l’estrazione delle sfere avveniva prima delle partite e poi dell’arbitro ma non so indicare le volte in cui è avvenuto il contrario o in cui l’azione è avvenuta in contemporanea. Al sorteggio venivano portate un numero di buste corrispondente a seconda della stagione ad un numero di fasce in cui venivano suddivise le gare ovvero se il sorteggio prevedeva che le partite fossero divise in un dato numero di fasce. A tale numero corrispondeva naturalmente un medesimo numero di arbitri divisi per tale fascia. I sorteggi mediamente duravano poco, tra i 10 e i 15 minuti circa, e si svolgevano solitamente in un’atmosfera serena caratterizzata anche da pause dovute a scambi di battute fra i designatori e le persone presenti alla designazione tanto da determinare un atteggiamento solitamente amichevole e non certo di rigido controllo. Mi viene chiesto a cosa potesse servire quindi l’inserimento di una pallina gialla caratterizzata da segni distintivi e rispondo che ciò era legato all’esigenza dei due designatori di poter individuare una scelta arbitrale a loro gradita di fatto aggirando il sorteggio davanti al notaio. In pratica, il momento importante era rappresentato dalle pause di cui sopra accennato laddove Pairetto da una parte e il giornalista dall’altra rimanevano sospesi con le sfere tra le mani all’interno dell’urna stessa afferrando la sfera prescelta o anche dopo che la sfera raccolta era stata portata fuori dall’urna e prima che fosse aperta. In pratica Pairetto, a cui spettava l’onere di scegliere la palla verde o rossa relativa alle partite, nel caso in cui era necessaria abbinare una scelta arbitrale individuata dai designatori, temporeggiava con scioltezza per qualche istante in attesa che il giornalista designato provvedesse a prendere la pallina gialla».
PM: «Sono veritiere queste circostanze?»
Manfredi Martino conferma l’ammaccatura e che potevano essere riconoscibili.
PM: «Può indicare qualche situazione ...?»
Manfredi Martino : «Sinceramente è difficile ricordare i singoli sorteggi. Personalmente ma a mia sensazione , una cosa del genere potrebbe essere successa verso la fine del campionato. Era la partita che praticamente decideva quel campionato stesso. Era un Milan-Juventus, preceduto da tantissime polemiche perché fu squalificato, se non ricordo male, Ibrahimovic per prova televisiva. Quindi Ibrahimovic, che era allora tesserato per la Juventus, saltava quella partita… quindi si decideva la stagione e a sensazione posso dire di…»
Interviene il presidente Casoria: «Spieghiamo, “sensazione” in che senso? Su che è fondata questa “sensazione”»
Manfredi: «… dal momento in cui ho assistito al sorteggio però non sono in grado di dire con certezza se si è avverato o no, ma è sicuramente una sensazione ...».
Casoria: «Vabbè, qual è l’evento che le ha fatto avere questa sensazione..?»
Manfedi Martino: «Mi ricordo... mi ricordo, non so se ci sono le immagini essendo un sorteggio sicuramente aspettato da tutti… secondo me il designatore Bergamo nel momento in cui è uscita la partita Milan-Juventus, nel momento in cui il giornalista si apprestava a scegliere la pallina per abbinare l’arbitro mi ricordo che tossì. Ora io, ripeto, non so se possa essere provato davanti all’immagine però è un mio ricordo».
PM: «Questa è l’unica circostanza che lei rammenta e sulla base della quale lei fa questo tipo di considerazione per quel sorteggio?».
Manfredi Martino: «Guardi, il sorteggio… ho sentito prima mentre rileggeva il mio verbale.. è sempre stato a differenza di quanto comunque lì ho dichiarato e anche sottoscritto, prima il sorteggio della pallina della partita e poi il sorteggio della pallina dell’arbitro da parte del giornalista. Ripeto, se poi nel frattempo è mai successo, di una eventuale irregolarità fatta da questa prassi io non sono in grado di dirlo, posso dire che la maniera per cui , mi sembra di ricordare fu la domanda che mi fu chiesta, si poteva tra virgolette aggirare il discorso del sorteggio era quella che non so se bene o male ho descritto nel verbale che ha letto il dott. Narducci».
Casoria: «E cioè?».
Manfredi Martino: «Cioè se effettivamente si riusciva… il giornalista riusciva a scegliere la pallina dell’arbitro prima che fosse scelta la pallina della partita. Forse è, secondo me, l’unica maniera per truccare il sorteggio, ecco».
Narducci: «Dunque in occasione di quel sorteggio?».
Manfredi Martino: «In quel sorteggio sicuramente.. mi ricordo di questa tosse nel momento in cui fu scelta quella pallina».
Casoria: «Charisca meglio, non abbiamo capito il colpo di tosse che incidenza aveva?»
Manfredi Martino: «Ma guardi, io non…».
Casoria: «No no, lei, nella sua sensazione... sentiamo! Il colpo di tosse quando avvenne?»
Manfredi Martino: «Nel momento in cui il giornalista scelse la pallina abbinata a quella partita ..però il sig. Bergamo poteva.. cioè.. poteva capitare soprattutto nel momenti cruciali della stagione in particolare nel momento in cui erano attaccati dai giornalisti o che le cose non erano andate bene poteva avere anche... una cosa nervosa ... per cui poteva tossire, ecco»
Narducci: «Mi scusi Presidente procedo a contestazione… ». Ricorda le dichiarazioni di Manfredi Martino del 28 maggio 2006:«Torno a spiegare per farmi comprendere meglio la prassi regolare che Bergamo e Pairetto avrebbero dovuto osservare durante le fasi della estrazione delle palline. Pairetto doveva estrarre le palline relative alle partite. Prassi voleva che Pairetto doveva leggere il bigliettino relativo alla partita di calcio sorteggiata e solo in quel momento il giornalista prescelto, che si trovava a fianco di Paolo Bergamo, avrebbe dovuto a sua volta estrarre la pallina contenente il nome dell’arbitro, così poi da poter determinare il regolare abbinamento partita arbitro. Sia in occasione dell’incontro Milan-Juve, sia in occasione di quest’altra gara di quel campionato mi sono accorto che Gigi Pairetto, magari contestualmente colloquiando con qualcuna delle persone presenti in sala, non aveva fatto la prescritta operazione da prassi, ma aveva indugiato ed aveva poi estratto realmente la pallina e letto il bigliettino della gara, solo dopo che aveva notato quale era la pallina concretamente presa nelle mani dal giornalista».
PM: «Cioè dunque, al di là del colpo di tosse, lei dice che in questa circostanza ed in un’altra che lei non riesce a collocare esattamente nel tempo, aveva notato questa variazione della prassi».
Manfredi Martino: «a tergiversare... essendo comunque il giornalista a scegliere la pallina dell’arbitro... il tergiversare era... il giornalista … gli piaceva comunque mettere la mano dentro e girare in attesa della scelta di Pairetto della pallina della partita…il tergiversare io lo intendevo dire mentre Pairetto stava per prendere la pallina nel frattempo il giornalista già aveva messo la mano dentro l’urna e girato le palline degli arbitri e scelto la pallina che avrebbe estratto dopo comunque che Pairetto avesse scelto la pallina della partita. Non so se sono stato chiaro».
PM: «Oltre a queste operazioni materiali, vi sono altre situazioni in cui in quel campionato lei ha potuto apprendere o verificare che erano stati alterati incontri di calcio della serie A?».
Manfredi Martino: «Sinceramente no...se vuole leggere».
Casoria: «Quindi non si ricorda queste dichiarazioni… sentiamo»
Dal verbale del 26 maggio 2006 (Narducci legge testualmente): «Mi viene chiesto di indicare sulla base di circostanza concreta da me conosciuta, quali sono state le gare della stagione 2004 e 2005 che risultano essere state in qualche modo combinate ed io posso rispondere su circostanza particolare e fatto concreto… il 6 febbraio 2005 ci fu la partita Sampdoria Fiorentina arbitrata da Dondarini. Paolo Bergamo mi disse che l’arbitro Dondarini aveva diretto la gara per favorire la Sampdoria in quanto era un arbitro legato a Gigi Pairetto con il Presidente della Sampdoria Garrone. Era convinzione personale di Paolo Bergamo che Pairetto avesse interessi comuni economici con Maurizio Zamparini nel settore dei supermercati. Ancora posso dire che sempre Paolo Bergamo nel corso di quella situazione mi ha rappresentato che Franco Carraro aveva espresso la volontà che le squadre della Lazio e della Fiorentina, venissero in qualche modo aiutate per restare in serie A , per lo meno per qualche ragione per l’importanza delle squadre stesse e delle rispettive città”.»
PM: «Questi sono dei fatti concreti che lei ha raccontato. Sono veri?».
Manfredi Martino: «Confermo e posso dire che tutt’ora non ricordo, ma sicuramente se allora l’ho dichiarato.. Bergamo mi disse della Sampdoiria e su Dondarini era un discorso più generale. Sia Bergamo che Pairetto avevano degli arbitri su cui puntavano, a volte non combaciavano e in quell’occasione, Dondarini era più un arbitro della cerchia di Paieretto e Bergamo mi face queste confidenze…»
PM: «Quali erano gli arbitri... e poi non ho capito questo “non combaciavano”…»
Manfredi Martino: «Nel senso che a Bergamo piaceva l’arbitro X e a Pairetto l’arbitro Y e ogni tanto ad entrambi piaceva l’arbitro Z…»
PM: «In concreto chi sono, oltre a Dondarini, quali erano gli altri?»
Manfredi Martino: «Arbitri d’èlite validi per entrambi.. Sui giovani, nel 99-00, Pairetto puntava di più su Rosetti e Bergamo su Gianluca Paparesta e più o meno hanno fatto la stressa carriera...»
PM:«Per i guardalinee questa …designazione, in concreto, a chi era affidata e da chi veniva effettuata?»
Manfredi Martino: «Nel 99-00 furono nominati vice designatori Nicchi, Guidi e Celli. Gli assistenti ..da Guidi e Nicchi… Non ricordo da quando vennero sostituiti da Mazzei…che allora era un assistente internazionale.. dei più bravi. Mazzei rinunciò ad una anno in più sul campo per la carriera ..nel 04-05 era Mazzei».
PM: «In qualche modo Bergamo e Pairetto esercitavano un’ingerenza o attività, legata anche a questo settore?»
Manfredi Martino: «Il discorso era che Mazzei, prima del sorteggio, dava una bozza in base alle partite ed un elenco per quelle partite, successivamente al sorteggio, Mazzei insieme a Bergamo e Pairetto, cambiavano designazioni di determinati assistenti… Mazzei, ma anche Bergamo e Pairetto, esercitavano la funzione di cambiare…erano loro i responsabili della commissione arbitri nazionale …quindi penso a dovere»
PM: «Ha potuto verificare direttamente...scelta concordata?»
Manfredi Martino: «Si, ero presente nel momento in cui si definivano gli arbitri e assistenti e quarti uomini».
PM: «È accaduto sempre in occasione di ogni sorteggio, prima di ogni partita?»
Manfredi Martino: «Sì sì, Mazzei.. Se era la settimana di Coverciano li faceva visionare a mano, se eravamo a Roma, mi sembra, che li mandava a me via fax..era difficile che Mazzei venisse a Roma, dove venivano invece i designatori. Lo inviava il mercoledì o giovedì mattina…»
PM: «Perché ci fu una sostituzione di Nicchi e Guidi con Mazzei?»
Manfredi Martino: «L’idea era quella di dare un istruttore agli assistenti che venisse dal loro ramo..si vociferava che comunque, Nicchi non era molto disponibile ..quando c’era qualcosa che non andava ..lo diceva apertamente e nel corso degli anni ci furono degli scontri con i designatori..perché secondo Nicchi alcune fasce o designazioni potevano essere fatte in modo diverso».
PM: «Lei fu presente?»
Manfredi Martino: «Avrò anche assistito, ma non sono in grado di ricordare in quali occasioni sia successo.. ho assistito a qualche battibecco in cui non andava bene alcune decisioni..perché chi decideva erano Bergamo e Pairetto».
PM: «La scelta di sostituzione fu presa… dai designatori?»
Manfredi Martino: «Sì»
PM: «Ci sono state una o altre persone che hanno influito in questa decisione adottata dai due designatori?»
Manfredi Martino: «Si vociferava che anche M.G. Fazi avesse caricato..di specifico non posso riferire , si vociferava…»
Casoria : «Cosa intende per vociferare?»
Manfredi:«Mi era stato detto…»
PM: «Dài, vediamone qualcuno…»
Manfredi: «… Si vociferava»
Obiezione in aula da parte di uno degli avvocati difensori: « Non si può dire si vociferava ..»
Martino: «Avevo saputo… da Bergamo e Pairetto…. che la Fazi aveva svolto un ruolo in questa vicenda..in ogni modo ricordo che ad inizio stagione si sera parlato con Grazia anche di questo cambio, ed io stesso... eravamo contenti di questa sostituzione…perché a nostro modesto avviso era un miglioramento…»
PM: «A parte le sue preferenze, cosa le aveva detto?»
Manfredi Martino: «Che era contenta della decisione di non aver più in commissione…. di essere contenta di Mazzei..perché per la Fazi era un miglioramento…».
Contestazione del PM che legge parte del verbale del 12 maggio 2006 ( PM Dott. Beatrice): «Lei dice, “La ragione fu sostanzialmente quella di sbarazzarsi di Nicchi che appariva il più autonomo di tutti, nel senso che ad esempio non aveva timore a dire ai commissari che le griglie non erano state ben predisposte, ovvero che gli assistenti non erano stati adeguatamente individuati».
PM: «Cioè, lei dunque in questo verbale dice che la ragione vera, o più forte, o sostanziale mettiamola come vogliamo, era quella secondo cui Nicchi contestava troppo le scelte dei designatori. Ora una cosa dunque diversa da quella secondo cui questo cambiamento era dovuto ad altro tipo di ragione»
Manfredi Martino: «E’ sicuramente vero questo discorso. Non ho riletto i miei verbali, ma posso confermare che è veritiero..c’erano stati diversi battibecchi che creavano del gelo, attriti… e non era più pensabile andare avanti in quella maniera…»
Casoria: «Bergamo lei non può intervenire..dopo…»
Casoria: «La stagione in cui fu fatto il cambio..quale?»
Manfredi Martino: «Non ricordo..basta vedere i verbali..se non dico sciocchezze, il 2002-2003. Battibecchi nel 2001-2002.»
PM: «Conosce le ragioni per cui la Fazi fu allontanata?»
Manfredo Martini: «In un primo momento mi fu detto che Grazia non accettò un ridimensionamento del suo ruolo.. nel corso della stagione da Pairetto, ma anche da Bergamo, mi fu detto che ci furono stati dei problemi di pubbliche relazioni tra la Fazi e alcune squadre. Nel senso che la Fazi era andata in attrito con determinati dirigenti, nello specifico con Moggi e Meani».
PM: «Cosa era accaduto?»
Manfredi Martino:«Cosa era accaduto non so…so che ad un certo punto fu allontanata dalla segreteria della CAN, non dimissione ma allontanamento. Mi fu chiarito da Pairetto e Bergamo».
PM:«E fecero riferimento a questi fatti o episodi?»
Manfredi Martino: «In un primo momento non accettava il discorso di non andare più a Coverciano e piuttosto che fare la segretaria della CAN…»
PM: «Raduni a Coverciano… a cosa si riferisce?»
Manfredi:«La prima stagione erano settimanali; dalla successiva quindicinali o a seconda».
Casoria: «Chi si radunava?»
Manfredi:«Commissione arbitri in toto, tutti gli arbitri di serie A e B, mensilmente anche gli assistenti e 2 volte anche gli osservatori».
PM: «La Fazi andava quando c’era questo tipo di raduni. La ragione per cui le fu impedito di continuare ad andare?»
Manfredi:«Il motivo fu che, aveva avuto dei problemi. Non so specificare quali. … successe anche a me nella stagione 2001.2002. Ad inizio stagione feci una battuta fuori luogo e mi fu detto che non potevo andare più»
Casoria: «Che battuta?»
Manfredi: «dissi che la Roma, che anche quell’anno era forte, avrebbe incontrato delle difficoltà nel corso del campionato. Ricordo mi fu spiegata da Bergamo, verso la fine della stagione, il motivo per cui non andai più a Coverciano e penso per la stessa cosa fu detto a Grazia.. Lei essendo la responsabile della segreteria non accettò e decise di cambiare ufficio...»
PM: «Io faccio una battuta sono presente a Coverciano, nel senso banale..e per questa ragione vengo allontanato?”
Manfedi: «Dalla settimana successiva mi fu detto dai designatori che Carraro voleva che l’ufficio di Roma rimanesse aperto e un addetto doveva rimanere a Roma ed ero io.. un’altra persona andava a Coverciano ed era la Fazi».
PM: «Per questa battuta…»
Manfredi Martino: «Sinceramente… non è piaciuta»
Nuovo contestazione del Pm che richiama il verbale del 26.05.06 foglio 3: «Accadde poi che P. Bergamo mi disse che questa mia semplice battuta era risultata sgradita ai dirigenti Juve e che io dovevo essere per un po’ di tempo allontanato dai raduni di Coverciano. Bergamo mi spiegò anche che sarebbe stata adottata una motivazione diversa per determinare il mio allontanamento, prospettandomi la necessità che la segreteria CAN restasse aperta a Roma anche quando c’erano i raduni in Toscana e che dunque la Fazi andava a Coverciano ed io dovevo restare a Roma”»
Manfredi Martino: «Si confermo..ad inizio stagione mi fu detto questo tipo di cosa che la segreteria doveva rimanere aperta a Roma e al termine di quella stagione, quando mi fu riconcesso di andare a Coverciano mi dissero quello che effettivamente era successo».
PM: «Ho capito, quindi questa dichiarazione è vera. Ritornando alla Fazi, in ordine ci fu prima una decisione di allontanamento della Sig.ra Fazi da Coverciano e poi, infine, un allontanamento dalla segreteria CAN… La decisine adottata dai designatori in qualche modo, per quello che a lei risulta e mi dice poi come e in base a quali elementi, è stata influenzata anche da persone e ambienti esterni..tutta la vicenda nei due momenti fondamentali.»
Manfredi Martino: «Per la mia esperienza, mi viene da pensare che la Fazi avesse fatto a sua volta una battuta non gradita.»
A contestazione, il PM richiama il verbale del 26 maggio 2006 pm foglio 2: «Questo suo atteggiamento (parla della Fazi) determinò una serie di notevoli complicazioni per lei che portarono poi al suo allontanamento nel 2004. Vi furono sempre maggiori incomprensioni che venivano percepite dai dirigenti della Juve ed a persone a loro vicine come atteggiamenti non leali nei loro confronti da parte della Fazi. Posso citare che nel gennaio del 2004 fui io ad avvisare P. Bergamo che M. De Santis, con il quale ho rapporto di amicizia, parlava male in giro della Fazi. Ben più significativo, ci furono gli episodi che si verificarono nell’estate del 2004, nel mese di luglio 2004. Io seppi più o meno da Bergamo e Pairetto che i dirigenti, Moggi e Girando, volevano l’allontanamento della Fazi dalla segreteria Can e solo una mia successiva e personale ricostruzione dell’episodio che l’atteggiamento dei dirigenti Juve, nasceva dal fatto che la Fazi manteneva contemporaneamente rapporti con il Milan nella persona di Leonardo Meani”».
PM: «Poi ancora vado solo al punto che qui interessa ... “A me risulta che il 20-07-04 più o meno vi fu una cena, credo a Milano o in una città del nord. A questa cena parteciparono Moggi, Giraudo, Bergamo e Pairetto; almeno certamente o Moggi o Giraudo. Conosco questo episodio per averlo appreso da Bergamo e anche da Pairetto. In sostanza o Moggi o Giraudo o entrambi ingiunsero a Bergamo o Pairetto di allontanare subito la Fazi dalla segreteria CAN. Bergamo e Pairetto si opposero e venne stipulato un compromesso: la Fazi poteva restare, ma non avrebbe più dovuto partecipare ai raduni che si svolgevano a Coverciano.”».
Contestazione in aula: «Non è una contestazione ma la lettura di un verbale…».
Casoria precisa: «La domanda c’era a monte… Per quale motivo la Fazi era stata allontanata e quale era stata la motivazione… lui aveva risposto in maniera discordante rispetto a prima.. lei aveva detto queste cose… non si capisce perché, quelli della Juventus, si dovevano turbare e che tipo di rapporto..lei ci deve spiegare queste cose oscure».
Manfredi Martino: «Telefonate in cui veniva chiesta l’anteprima della griglia... per esperienza personale poteva essere il giovedì mattina.. per sapere gli assistenti prima del comunicato...»
Casoria: «Contestazioni più specifiche senza leggere tutto quello che non serve.. non capisco perché le difese si arrabbiano devono fare il controesame…».
PM: «Rapporti con Massimo De Santis…»
Manfredi Martino: «Avevo un forte legame di amicizia e quindi si confermo di avere …»
PM: «Nel corso di quella stagione ha mai intrattenuto conversazioni telefoniche don De Santis?»
Manfredo Martino:«Tutti i giorni».
PM: «Esistevano rapporti di qualsiasi natura tra M. De Santis e Fabiani?»
Manfredi Martino:«Si perché entrambi hanno lavorato insieme..poi le loro strade si sono divise».
PM: «Lavoravano insieme..»
Manfredi Martino: «Si, in Polizia penitenziaria».
PM: «Ha mai avuto la possibilità di colloquiare con De Santis per l’incontro Lecce-Juve del 14/11/ 03?»
Martino: «Ricordo che fu una partita giocata sotto un diluvio e il campo era molto infangato e si parlò di questo tipo di gestione per quell’incontro. Nel raduno successivo fu apprezzata la gestione dai designatori».
PM: «Ha mai colloquiato con Cennicola, l’assistente?».
Martino: «Era un’altra persona di Roma ed io, stando a Roma avevo … e si ne parlammo raccontò di battute che si fanno al termine di tutti gli incontri se vanno bene.. fece una battuta al dirigente Moggi: “avete vinto, speriamo di rivederci presto..”».
A contestazione il PM rilegge il verbale del 28/06/06: «”Cennicola mi disse che Moggi e Giraudo erano entrati a fine gara nello spogliatoio degli arbitri e lui aveva chiesto a Luciano Moggi se avesse potuto, in quella stagione, partecipare ad altri incontri della Juventus. Cennicola mi disse che L. Moggi aveva detto che non solo poteva tornare a partecipare ad altre gare, ma che lui doveva essere sempre presente nei successivi incontri della Juve, manifestando in tal modo di aver apprezzato il comportamento del Cennicola“».
Martino: «È quello che ho detto…».
PM: «No secondo me...»
Martino: «Mi sembrava di aver detto…»
PM: «Una cosa abbastanza diversa…»
Manfredo Martino: «Confermo che disse …»
Casoria: «Il pm vuol sottolineare che aveva espresso il gradimento della gestione della gara»
Manfredi Martino: «Polemica sulla praticabilità del campo..il Lecce non voleva giocare»
PM: «Consoce D’Addato?»
Martino:«Sì».
PM: «Può spiegarmi il ruolo dell’osservatore?»
Manfredo Martino: «Sono ex arbitri o assistenti che al termine dell’attività agonistica fanno gli osservatori. Vanno a vedere arbitri e assistenti e gli consigliano dei miglioramenti dell’arbitraggio stesso».
PM: «Non si è capito».
Rispiega…
PM: «Dunque l’osservatore guarda l’incontro, discute anche e stila una relazione e dei voti trasmettendo tutto alla segreteria arbitri nazionali. Ricorda chi era l’osservatore di quella partita Lecce-Juve?»
Manfredo Martino:«Immagino sia D’Addato».
PM: «Ricorda di aver parlato con De Santis dell’attività di questo osservatore?»
Manfredi Martino: «Sicuramente si sarà parlato dell’attività e delle possibili valutazioni..quindi sì».
PM: «Le faccio ascoltare una telefonata».
Casoria: «Che telefonata è?»
PM: «La n. 772 del 14/11/2004 sull’utenza in uso a M. De Santis».
PM: «Mi spiega questo tipo di conversazione?» rivolgendosi dopo l’ascolto al teste.
Martino: «Praticamente dopo ogni gara arbitrata da De Santis ci si sentiva e si parlava di come era andata la partita e si davano un po’ di numeri».
PM: «Cosa significa?»
Casoria: «Diciamo queste parole..può darsi che non ha sentito bene il teste».
Ripete l’ascolto dell’intercettazione…
PM: «Volevo capire cosa vuol dire».
Martino: «D’Addato, che era l’osservatore, si parla dei voti che De Santis voleva dare … De Santis è una persona che si vantava di aver un certo potere. E secondo lui parlava con tizio e tizio faceva quello che lui voleva…ed anche in questo caso si parla dei voti che D’Addato aveva assegnato».
Casoria: «”Sfondato”? Di non dare un voto brutto?»
Manfredi Martino: «Credo sia successiva al fax inviato da D’Addato. Quindi io i voti già li sapevo».
PM: «Non volevo un ragionamento in generale..Quando De Santis, parlando con lei, e lei dimostra di comprendere bene ...(ripete: “gli ho detto 8,6 e lei ha detto va bene”)».
Martino:«Letteralmente De Santis ha detto a D’Addato di mettere 8,60 a Cennicola…in quella telefonata si parla di lui…».
PM: «Le faccio ascoltare la telefonata che ha il num.1222 del 20.11.2004, tra lei e M. De Santis..sull’utenza in uso al De Santis».
Manfredi Martino: «M. De Santis ha parlato con D’Addato e che metteva Cennicola 8,.60, dicendo che lo aveva detto Bergamo, perché Bergamo che aveva visto la partita in tv».
PM: «D’Addato aveva ricevuto ordine da Bergamo e Pairetto di dare a Cennicola il voto di 8,60».
Si ascolta una nuova intercettazione, progressivo 936 del 16/11/04 tra Manfredi Martino e De Santis.
PM: «Di cosa state parlando?»
Manfredo Martino: «Delle indagini in corso a Napoli…non mi vorrei sbagliare ..in quel periodo avviso di garanzia,…prova ad informarsi, perché in quel momento c’era procedimento in corso su Palanca e Gabriele, su come vanno le indagini».
PM: «E si informa in che modo?»
Martino: «Non so, con qualcuno..non so chi incontra, se telefonicamente … per questo tipo di discorso ha fatto interessare tutto il mondo».
PM: «Quando testualmente dice: “gli ho detto di tutto e di più e lei … se anche la situazione di Marco è più semplice di quella di Luca…”»
Martino: « Girava voce che, tra Gabriele e Palanca chi fosse nella situazione … Gabriele e Palanca erano due arbitri che nel 2004 hanno un avviso di garanzia su un’indagine …e vengono bloccati.. Massimo che, all’interno di questa indagine gli arriva.. non so cosa aveva ricevuto un procedimento di indagine e sembrava che la situazione di Gabriele fosse più semplice perché Palanca, che vendeva antifurti, aveva installato una antifurto a casa di un preparatore atletico del Messina che lui conosceva personalmente e parte di quei soldi furono pagati a nero…».
PM: «Questione che riguardava il nero.. erano arbitri vicini o in stretti rapporti con De Santis?»
Martino: «Si…erano di Roma e Frosinone..si..»
PM: «Conversazione tra lei e Piero Sciascia, la n. 13763 del 25 febbraio 2005 sull’utenza in uso a Piero Sciascia».
Casoria: «Sentiamo la trascrizione… PM, può leggerla?»
PM: «Le battute salienti. Sciascia dice: “Ma chi era, quello st***zo di Guariniello?” E Manfredi Martino che risponde: “… eventuali rapporti tra Moggi e gli arbitri e ste puttanate qui.. comunque tranquillo”. Sciascia: “sperando che quella stronza non sia andata a dire stronzate”. Manfredi Martino:”Mi hanno chiesto…perché sono rimasto solo”…»
PM: «Di che cosa si parla esattamente?»
Martino:«Ero stato ascoltato dal Dr. Guariniello per l’allontanamento della Sig.ra Fazi dalla segreteria della CAN e il signor Sciascia mi chiede di raccontargli per sommi capi su che cosa verteva il mio interrogatorio e nello specifico mi inizia a chiedere se Guariniello ..su eventuali rapporti di Moggi con gli arbitri…»
PM: «Ma lei, a Guariniello aveva detto queste cose oppure no?»
Manfredi Martino: «Non ho raccontato queste cose che ho dichiarato oggi, perché sono frutto della ricostruzione che ho fatto nel corso degli anni., in quel momento ho raccontato quello che sapevo. Febbraio 2005, vale a dire il motivo per cui non stava più alla segreteria… il ridimensionamento».
PM: «Quando Sciascia dice..”sperando che quella stronza non sia andata a dire stronzata speriamo che non si auto castri…”?»
Casoria: «Cosa voleva dire con quel “auto castri”? Che non parli..voleva dire così? che non si rovini con le sue mani…?»
Contestazione in aula si vuol precisare che le parole dette sono di Sciascia.
PM:«Torno a De Santis. Lei può dirmi, indicandomi circostanze concrete, se nel corso di quella stagione 2004 -2005, De Santis ha assunto un atteggiamento, un tipo di condotta in generale diversa da quella che De Santis osservava nelle stagioni precedenti?”
Casoria: «Questa è una valutazione.. quali erano le diversità?»
Manfredi Martino: «M. De Santi è l’arbitro di un Parma-Juventus, del 99-00 per cui ha subito un contraccolpo psicologico non indifferente… aveva appena avuto una figlia.. ebbe problemi per quell’arbitraggio»
Casoria: «Cosa c’entra la moglie e la figlia?»
Martino, racconta l’episodio: «Fine stagione 99/2000…… Lui abitando a Roma, quell’anno la Lazio si giocava lo scudetto con la Juvetus; da subito iniziò un attacco mediatico per questo arbitraggio..quindi secondo me ebbe... riarbitrò la Juve nel 01-02, non so di preciso indicare se era mai stato presente in altre fasce in cui era presente la Juventus…mi sembra, Atalanta-Juve poi non riarbitra la Juventus per diverso tempo. Nel 04-05, la stagione dove c’è questa indagine di Gabriele e Palanca, si vociferava che tizio e caio stavano indagando sul rapporto del signor Moggi con alcuni arbitri e Massimo De Santis, che veniva visto dall’opinione pubblica vicino alla società Juventus… sicuramente inconsciamente ».
Contestazione in aula: « Facciamo passare anche l’inconscio …».
Martino: «Diciamo fa attenzione. Nel momento in cui arbitrava la Juve avrebbe fatto più attenzione e per assurdo anche andandogli contro piuttosto che farsi dire…»
Nuova contestazione del PM che richiama il verbale del 28.05.06: «Ritenne, in altri termini, di dover arbitrare in modo diverso, non sfacciatamente a favore della Juventus per non offrire elementi di prova ulteriori circa la sua vicinanza a Moggi e Giraudo. Cioè, posso affermare in quanto è stato proprio Massimo De Santis a rappresentarmi questa sua preoccupazione e la conseguente decisione di mutare il suo atteggiamento negli incontri di calcio”. Dunque una circostanza presentata a lei dal De Santis...».
Manfredo Martino: «In relazione al discorso che non voleva sembrare filo juventino..e una maggiore attenzione in un’eventuale arbitraggio alla Juve»

PM: «Non ho altre domande».

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