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Eventi di S. BIANCHI del 21/10/2015 09:09:31
Juventus - Borussia Mönchengladbach

 

Col Borussia Mönchengladbach abbiamo un solo precedente, peraltro non felice per i nostri colori. La Juventus ha appena vinto il sedicesimo scudetto dopo una bella lotta col Napoli ed è reduce dall’ennesima delusione europea, quel trofeo continentale su cui non riusciamo a mettere le mani e che stavolta ci sfugge nelle sembianze della Coppa UEFA, in semifinale, a causa degli olandesi del Twente Enshede.

Ci prepariamo alla stagione 1975/76 prelevando Marco Tardelli dal Como e Sergio Gori, detto “Bobo”, dal Cagliari, ma il buon cammino per quasi tutto il torneo è vanificato da una fine stagione deludente, che permette al Torino di appaiarci in testa all’ultima di campionato. Sconfitti per uno a zero a Perugia, lasciamo ai cugini la gioia di quello scudetto che a lungo era sembrato già nostro. L’unica cosa positiva di tutto ciò, l’aneddoto che ci racconta come il trafiletto di giornale datato 16 maggio, con la formazione scesa in campo a Perugia, fosse in bella vista sulla scrivania di Boniperti la stagione successiva, al momento dei rinnovi di contratto. Dopo i saluti, Boniperti diceva: «Tu c’eri a Perugia ... ». Quell’anno la Juventus risparmiò molto sui contratti dei propri calciatori.

Anche in Europa siamo costretti a mordere il freno. Il cammino di Coppa dei Campioni si apre ai sedicesimi col CSKA Sofia, la squadra dell’esercito bulgaro. La gara d’andata, fuori casa, inizia bene con la rete di Anastasi al 40° del primo tempo, ma all’80° i bulgari pareggiano con Denev e addirittura ci beffano al 90° con Marascev. Ci rifacciamo, tra le mura amiche del Comunale, in una delle partite più belle della Juventus degli anni settanta, a dispetto delle due sole reti segnate sul metà gara, da Furino al 40° e da Anastasi al 52°.

L’entusiasmo per la bella prestazione dura solo fino al sorteggio del turno seguente, quando l’urna beffarda dell’UEFA ci destina il Borussia M’gladbach allenato da Udo Lattek, all’epoca una delle potenze del calcio tedesco ed europeo. Il punto di forza dei tedeschi non era solo l’esperto allenatore, poiché la squadra della Renania settentrionale-Vestfalia poteva schierare molti grossi calibri, quasi tutti titolari in Nazionale, come il centrocampista Reiner Bonhoff, il terzino destro Bertie Vogts, il libero Uli Stielike, il centravanti Jupp Heiynckes, oltre all’attaccante esterno Allan Simonsen, nazionale danese.

La Juventus di Parola scende in campo a Mönchengladbach priva di Capello in regia, ma anche con lui in campo saremmo stati certamente preda delle pericolose folate offensive, degli improvvisi tagli per gli attaccanti e dei veloci contropiede tedeschi, che danno mostra di tutta la loro possanza tattica, tecnica e atletica. Le reti di Heynckes al 28° e di Simonsen al 36° del primo tempo, potevano far presagire una goleada che in effetti non si verifica, ma il risultato finale di due a zero è veramente stretto per i verdi. Quella Juve così bistrattata, ma che con coraggio, determinazione e un po’ di fortuna limita i danni a un risultato negativo ma accettabile, accende qualche piccola speranza per il ritorno.

A Torino, i nostri ragazzi ce la mettono tutta per cercare di ribaltare il risultato, tanto che, con Gori al 35° e con Bettega al 62°, riportano il punteggio in parità: il ritmo, il bel gioco e la fantasia dei bianconeri hanno annichilito la corazzata tedesca. Mancano ancora trenta minuti alla fine del doppio confronto, e al momento di rifiatare per prepararsi all’assalto finale, una papera di Furino al 70° innesca Danner per la rete che significa l’eliminazione. Ininfluente ai fini storici, ma immeritata ferita dell’orgoglio bianconero, all’88°, la rete del due a due finale per merito dell’imprendibile e implacabile Simonsen. Quella Juventus che fa tremare il grande Borussia per settanta minuti, è scesa in campo con Zoff, Gentile, Tardelli (dal 75°: Altafini); Furino, Morini, Scirea; Causio, Gori, Anastasi, Capello e Bettega (dal 71°: Damiani).

Arriviamo all’oggi. In classifica il Borussia è messo maluccio, anche peggio di noi, tanto è vero che, dopo cinque sconfitte nelle prime cinque gare di Bundesliga, l’allenatore Favre si è dimesso, sostituito dal vice Schubert, che ha ricevuto il mandato di salvarsi dalla retrocessione. Ma si sa, una cosa è il campionato, una cosa è la Champions: quella musichetta prima del calcio d’inizio resusciterebbe squadre morte e sepolte. Guardate l’effetto che ha fatto a noi: un po’ tremebondi e traballanti in campionato ma gladiatori in Europa. Pur prendendo per buono il vieto e abusato detto che non esistono partite facili per nessuno, se giochiamo come col City e il Siviglia, credo ci siano buone possibilità di restituire al Borussia il “favore” che ci ha fatto quarant’anni fa.

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