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Eventi di S. BIANCHI del 04/02/2016 10:29:42
Storie di ordinaria ruberia

 

Massimo Pellegrini è uno dei tanti ragazzi che ha sperato di sfondare nel mondo del pallone, ma una carriera tra Cagliari, SPAL, Ancona, Fiorenzuola e Poggese dimostra tanta sfortuna o capacità calcistiche limitate, nonostante un esordio a sedici anni, in serie A, con la maglia dell’Inter. Abbandonato il calcio, si è dedicato alla ristorazione, anche se forse avrebbe potuto avere una prospettiva nel mondo dello spettacolo. Come trasformista, alla Fregoli.

Perché il nostro amico, convinto dai dirigenti interisti, pur avendo superato i limiti di età, è inserito nella formazione nerazzurra che partecipa al Mundial Under 14 in Argentina. Nella competizione, gioca sotto le mentite spoglie del compagno Massimo Ottolenghi, che ovviamente rientrava nei limiti d’età, ma era rimasto in Italia.

Il torneo, sponsorizzato dalla Coca Cola, è destinato appunto ai baby nati entro il 1967, e si svolge dal 16 gennaio al 4 febbraio 1981. La formazione milanese disputa un bel torneo, tanto da arrivare alla finale del Monumental di Buenos Aires. Due tempi regolari ed extra-time non bastano a conoscere il vincitore, così è ai rigori che l’Inter sconfigge i boliviani dell’Academia Tahuichi. Non solo: oltre alla vittoria, Pellegrini-Ottolenghi è eletto miglior giocatore del torneo, anche grazie alla sua affermazione nella classifica dei marcatori. I pennivendoli nostrani celebrano l’evento di un Calcio Nazionale che si conferma ai vertici mondiali, e sulla carta stampata si sprecano le dichiarazioni come quella di Mario Meneghetti, l’allenatore della baby - Inter: "Per me non è importante che l'Inter sia diventata campione, l'importante è che abbia partecipato a questo torneo, e che i nostri ragazzi abbiano fraternizzato con tanti coetanei di diverse parti del mondo".

I complimenti sperticati alla (baby) Inter cessano improvvisamente quando il quotidiano “il manifesto”, nella rubrica “Una lettera di Marlowe”, pubblica, tra l’altro: “Domenica sera la Domenica Sportiva ospita i campioncini dell'Inter ma il nostro P. non c'è. E' stato rispedito per una vacanza al suo paesello con la preghiera di non mettersi tanto in mostra. Tanto, gli dicono, sei destinato a diventare un grande campione col tuo vero nome. Ma P. non è felice, essere campioni del mondo a 14 anni e non poterlo dire, non è mica bello...”. Altri giornali si appropriano della notizia, quindi diviene di dominio pubblico il fatto che “il capocannoniere del torneo che la società nerazzurra ha presentato ufficialmente come "Massimo Ottolenghi, nato a Limbiate (Milano) il 29 marzo 1967 è in realtà il quindicenne Massimo Pellegrini, nato a Frascati (Roma) il 15 gennaio 1966”. Notizia bomba! L’Inter ha schierato un giocatore quindicenne, con generalità false, al posto di un tredicenne rimasto in Italia: una truffa senza precedenti, uno schifo che ha dell’incredibile.

E’ noto che a rimestare il letame, il cattivo odore aumenta. Così, Sandro Mazzola, Consigliere Delegato interista, ammette la truffa, ma aggiunge che, nel calcio giovanile, barare sull’età dei giocatori "purtroppo è un'abitudine in tutto il mondo, e chi è senza peccato scagli la prima pietra". La sportività sale ai suoi massimi nella dichiarazione del Responsabile del Settore Giovanile dell'Inter, Mario Fiore, il quale sostiene che in Argentina "c'era un'altra squadra, di cui non vogliamo fare il nome, che ha giocato con elementi sicuramente fuori età".

I giornali argentini cavalcano lo scandalo: il titolo meno offensivo per il nostro calcio è "Truffa italiana" e il Mundialito è ribattezzato "Scandalito". Il 21 febbraio, il capo dell’Ufficio Inchieste Federale De Biase, con una tempestività ormai perduta deferisce alla Commissione disciplinare l’F.C. Internazionale, il C.D. Sandro Mazzola, il D.G. Giancarlo Beltrami, l'allenatore Mario Meneghetti, i dirigenti Giorgio Della Giovanna, Mario Fiore, Rodio Migliazza e i due ragazzini, Massimo Pellegrini e Massimo Ottolenghi.

Nel frattempo, in Bolivia, da Santa Cruz de la Sierra dove ha la sede, i dirigenti dell’Academia Tahuichi si muovono perché l'Inter restituisca il trofeo ottenuto con l’inganno. Avessero mai osato, quei vili marrani, a chiedere giustizia, che ecco l’esemplare risposta di Giuseppe Prisco, allora vicepresidente interista: “Ho saputo che ai ragazzini della squadra boliviana che ha perso in finale con l'Inter, erano stati promessi, in caso di vittoria, un appartamento e un'automobile. Ebbene, io mi domando se a 13 anni sia possibile guidare un'automobile". Eravamo abituati a un diverso stile, nelle risposte del mitico avvocato.

Il 20 marzo 1981 la Commissione Disciplinare emette la sentenza, poi confermata dalla C.A.F.: cinque milioni di multa all'Inter, inibizione per due e un anno, rispettivamente a Migliazza e Fiore; un anno di squalifica a Meneghetti, sei mesi a Pellegrini. Sordillo, presidente della FIGC, impone all’Inter il silenzio stampa e la restituzione della coppa.

Ecco, oggi è l’anniversario, il trentacinquesimo, di quel 4 febbraio 1981, un’altra delle date da ricordare nella “fedina penale” della banda degli Onesti, avvezzi ad acquistare documenti falsi e a scambiare quelli veri.

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