Tribunale di Napoli - Udienza del 20 novembre 2009. Esame teste Varriale. Presidente D.ssa Teresa Casoria: «Allora Varriale? Sentiamo Varriale? Lei è Varriale? Allora si accomodi e pronunci la formula».
Il teste pronuncia la formula, declina le generalità e dichiara la sua residenza.
Presidente D.ssa Teresa Casoria: «Professione?».
Varriale: «Giornalista» ( mah, cominciamo bene. Il Presidente deve avere le mie stesse perplessità sulla risposta perché ricorda immediatamente al teste che deve dire la verità altrimenti, per legge, potrebbe essere incriminato per falsa testimonianza).
P.M. Narducci: «Che mansioni svolgeva in RAI dal 2004 al 2006? » ( lo so io che faceva).
Varriale: «Ero inviato e conduttore della testata (te la darei io una bella testata) RAI Sport (fozza rroma), la testata che per la RAI si occupa di informazione ( parolone) sportiva».
P.M. Narducci: «Chi era il dirigente, il responsabile della testata?» (il responsabile della testata sarei io se lei permette e che testata)
Varriale: «Il direttore prima…Paolo Francia e poi Fabrizio Maffei».
P.M. Narducci: «E il suo collega Scardina?»
Varriale: «Era il capo della sezione calcio. La redazione era divisa in calcio, motori e sport vari e Scardina era il capo della sezione calcio in cui io ero inquadrato».
P.M. Narducci: «Quindi gerarchicamente.. ».
Varriale: «Era il mio superiore».
P.M. Narducci: «Poi c’era il direttore della testata. Può evidenziare fatti dimostrativi del rapporto tra Scardina e Moggi. Fatti dimostrativi delle influenze esercitate da Moggi all’interno dell’esercizio pubblico televisivo?».
Varriale: «Posso dire che nella mia trasmissione, per un certo tempo, abbiamo avuto una sorta di
embargo da parte della Juventus (Moggi faceva l’embargo spazialeeeee). Nel senso che Stadio Sprint, una trasmissione che ancor oggi conduco, che si basa sull’intervento a caldo dei protagonisti dopo la partita. C’è un contratto che lega la RAI alla Lega calcio e c’è un obbligo per quanto riguarda i tesserati, almeno 1 per squadra, di venire al nostro microfono salvo eccezioni rare come il silenzio stampa. Che però
non può essere protratto oltre un certo tempo (la da lui l’autorizzazione a fare il silenzio stampa alle squadre e ne indica anche la durata. Un pelo supponente no?) altrimenti ci sono delle sanzioni contrattuali. Io ho avuto di subire (non sa l’italiano, ma quale giornalista daiiii, un analfabeta) questo embargo da parte della Juve. Che era particolarmente nocivo per la trasmissione perché, convengono tutti, le indicazioni di rilevanza e di interesse che la Juventus suscitava e continua a suscitare (alla faccia di quelli come lui) perché quella con il maggior numero di tifosi in Italia. Ho cercato di far presente queste cose e per esempio non ho avuto una grandissima rispondenza (un lessico da nobel ..per la chimica). Io quando loro non venivano andavo da Scardina e ai livelli superiori e poi ho fatto domande anche in Comitato di redazione della testata ma non abbiamo (si passa al plurale maiestatis, lui e la manipoli) mai avuto il riscontro rispetto a questa situazione che poteva essere, prendere provvedimenti nei confronti della Juventus che non veniva alle nostre trasmissioni. Se poi mi chiede le cose che ho potuto leggere come giornalista e poi come persona che si è informata (insomma se volete che cavalco il “sentimento popolare” antiJuventino, sono qui per questo…) e che ha visto nelle intercettazioni, certo,
posso dire che c’era un certo tipo di influenza».
P.M. Narducci: «No…no…io parlo di quelle che a Lei risultano indipendentemente da quello…Mi scusi lei ha detto che c’era stato una sorta di embargo, da che cosa era stato originato?». (semplice, dalla sua indisponenza!)
Varriale: «Guardi io
questo l’ho ricostruito a posteriori (dopo le istruzioni dei P.M.). Nella mia trasmissione io ho sempre fatto le domande. Qualche problema e qualche polemica (qualche) c’è sempre stata, ma è uno stile (beh, ognuno ha lo stile che si merita) che è sempre stato premiato dai telespettatori e poi, questo è un pensiero che mi è venuto in mente: che questa è l’essenza del giornalista (complimenti). Evidentemente queste domande o alcuni argomenti che venivano posti in essere non erano particolarmente graditi e in televisione abbiamo avuto modo di interloquire su questo punto e sulla natura delle domande che io o gli inviati (la manipoli) gli facevamo. Avevamo idee diverse ed è stato manifestato questo anche in televisione …vari episodi che hanno visto tutti i telespettatori».
P.M. Narducci: «Si ma c’è stato dopo la ricostruzione fatta a posteriori (secondo me gli fa l’occhiolino) una circostanza più particolare delle altre. Scendiamo dal generico».
Varriale: «Guardi io mi ricordo che ci fu una (una?) trasmissione, che conducevo alla fine del 2004 e che doveva essere una specie di excursus di quello che sarebbe accaduto nel 2005 (previsione del futuro, chiromanzia,consultazione degli astri o cosa?). Io avevo in studio Tosatti e l’allora direttore della gazzetta dello sport (quel giornale di Milano non pulito, rosa, combinazione) e avevamo come ospite da Torino Capello. Noi inserimmo un servizio anche sul processo doping della Juventus (e cosa c’entrava? Così tanto per fomentare). Già dopo la messa in onda di quel servizio capii che qualcosa non era piaciuto e da quel momento in poi i rapporti con la Juventus.. avvertii che erano cambiati (maddaiii). Devo dire un episodio che mi ricordo particolarmente, poi sa è passato tanto tempo, ma ricordo che Capello l’ho avuto solo un’altra volta all’ultima giornata o alla penultima, qualche volta veniva Moggi e capitava più di litigare che di fare interviste».
P.M. Narducci: «Ho capito. Mi sembra di comprendere (come non aveva capito?) che la mancanza alla sua trasmissione era un inadempimento contrattuale perché c’era un obbligo…».
Varriale: «Come c’è pur adesso».
P.M. Narducci: «Questo è mai stato discusso con i suoi superiori dell’epoca?».
Varriale: «Certo. Era stata sollevata anche in sede sindacale dal comitato di redazione, quello che porta avanti le nostre istanze di base e sia anche dall’Usigrai che era il sindacato dei giornalisti della Rai. Ci furono documenti e prese di posizione».
P.M. Narducci: «Che risposte sono state fornite a lei e agli altri da parte di Scardina?».
Varriale: «Che si stava intervenendo: vedrai che la prossima settimana verranno.
Qualche volta venivano, cioè veniva Moggi. Insomma le risposte è (da bocciatura in terza elementare) che si stava facendo qualche cosa».
P.M. Narducci: «Senta e con riferimento a vicende riguardanti il giornalista Ciro Venerato può dirci se hanno avuto o generato colloqui, prese di posizioni sue o di altri e Scardina (anche il P.M. non è che sia una cima in italiano, neh!)?».
Varriale: «Venerato era un collaboratore esterno con contratto a tempo determinato (chissenefrega) in forza alla sede RAI di Milano. Capitava spesso che veniva inviato sulla Juventus e questa cosa non era gradita a molti (molti, una, la manipoli) e qualcuno (chi sarà?) fece anche ricorso alle vie legali: la Sanipoli. Altri in assemblea manifestarono il loro malumore e chiesero più volte al sindacato di intervenire perché l’anomalia era costituita dal fatto che la Juventus, che come valenza era equiparata ad una manifestazione della Nazionale come importanza,
non veniva seguita da inviati con lunga militanza (da a rroma) e veniva invece seguita da un collaboratore con sede a Milano che quindi si doveva spostare per fare il servizio (boh!). Anche su questo ci furono assemblee (cioè il sindacato Rai non ha un .zzo da fare.) documenti sindacali, richieste che ottennero risposte interlocutorie. Ci fu una cosa in particolare che colpì un pò tutti e fu oggetto di un documento sindacale (naltro), perché nell’aprile 2005 quando ci fu la vicenda famosa del filmato di Cannavaro, che non fu trasmesso da una trasmissione sportiva (vero era TV spazzatura), chiedemmo come redazione di fare un’intervista allo stesso giocatore. Fu inviato Ciro Venerato per dribbling, che all’epoca non aveva il contratto per dribbling e nonostante questo fu inviato lui. La cosa noi la sollevammo, la chiedemmo a tutti i vertici, facemmo un comitato (un contratto per Ciro?) e Maffei rispose che non ne era a conoscenza. Ci fu un’assemblea (ancora naltra) in cui non riuscimmo a farci spiegare il perché». (quindi decideste per un’altra assemblea? fatte 30 fatene 31, no?).
P.M. Narducci: «Scardina su questa questione? Sull’utilizzazione impropria del collaboratore esterno (e sui fichi e il prosciutto di fossa, cosa ne pensava?)?».
Varriale: «Non posso dare una risposta precisa. Alcuni colleghi protestavano in maniera piuttosto decisa (non avevano digerito l’insalata. Un assembleina?), anche con ricorsi per dequalificazione professionale ma le cose non cambiavano».
P.M. Narducci: «Non ho altre domande» ( Finito? Tutto qui? Non mi dica che ho perso tre ore per trascrivere il nulla più assoluto, posso dare una testata anche a lei P.M.?)
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