La Gazzetta ha iniziato ieri, con Ruggiero Palombo, proprio come dieci anni fa, il suo "particolare" ricordo di calciopoli (
Link). Lo stile e i contenuti ricalcano in pieno la falsa riga usata nel 2006, quella voluta dal
sentimento popolare e sponsorizzata dai media.
Affermiamo con convinzione che, dopo dieci anni, quel tentativo di camuffare la realtà è fallito. Calciopoli non è lo scandalo che hanno voluto fortemente farci credere, ma qualcosa di più sporco che ancora oggi dovrebbe far vergognare le istituzioni sportive. Perché il vero scandalo è la mancata giustizia, ed è quella che ancora oggi i tifosi della Juve reclamano a gran voce!
Palombo auspica una soluzione di comodo: «
CHIUDERE IL CONTENZIOSO. Stupisce un po’ di più, dieci anni dopo, che Juventus e Federcalcio stiano ancora lì a tirarsela intorno a una causa per danni che, lo san tutti e cassazione docet, non ha né capo né coda. Una querelle grottesca che non fa onore a nessuno, e che all’alba del quinto scudetto consecutivo della mitologica araba fenice, capace di risorgere dalle proprie ceneri, meriterebbe di essere chiusa senza bisogno che sia il Tar del Lazio a doverlo fare tra qualche mese».
Premesso che al di là di «
un'assidua frequentazione dei palazzi dello sport e delle Procure della Repubblica» il nostro, oltre alla propria opinione, non avrebbe alcun titolo per "sentenziare" sulla sensatezza di quell'azione (che schernisce come priva di capo e coda), vogliamo ribadire a Palombo e a tutti quelli che auspicano ancora il
compromesso scambiandolo per giustizia, che c'è chi come noi non ha la minima intenzione di dimenticare e di arrendersi. Siamo testimoni storici del più grande scandalo del calcio e del modo assurdo con cui quotidiani come la Gazzetta l’hanno cavalcato.
Perché la storia si ripete. Anche oggi, proprio come nel 2006, la Figc chiede supporto ai media per dare visibilità e magari credibilità alle proprie richieste. Qualche giorno fa, Tavecchio definiva ancora una volta “temerario” il ricorso della Juventus ed oggi, con gli stessi contenuti, si accoda Palombo.
Come dieci anni fa, la Juventus vince e tutte le altre, anche quelle che in un modo vergognoso hanno beneficiato della mancanza di parità di trattamento, continuano ad avere un rapporto privilegiato con le istituzioni. Pur non avendo i requisiti per iscriversi, in barba ai regolamenti vengono comunque ammesse al campionato. A cosa è servito allora il polverone del 2006 se, nonostante i benefici ricevuti dall’eliminazione a tavolino degli avversari, ancora oggi trovano appoggi nelle istituzioni per giustificare l’incapacità di gestione?
Noi chiediamo giustizia e "
auspichiamo" che l’aiuto ai detrattori non arrivi ancora una volta dalla Juventus. Non vorremmo che, proprio come scrive Palombo, cinque anni di dominio siano il giustificativo per una nuova resa. Non si deve infatti confondere questo ritorno ai vecchi rapporti di forza (e di forze) col fatto che "tanto siamo tornati a vincere...", perché è proprio questo l'equivoco che ara il terreno a nuove ingiustizie. La difesa dell'integrità morale e sportiva della Juventus comincia dai tifosi e dal modo col quale ricordano e difendono il passato, cercando magari di riabilitarlo restituendolo alla verità.
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