E' appena terminato il secondo ciclo di Marcello Lippi sulla panchina bianconera e Umberto Agnelli, che vuol tornare rapidamente ai fasti del “Lippi uno”, con un colpo abbastanza teatrale chiama sulla panchina una vecchia gloria bianconera, Fabio Capello, un ritorno inatteso viste alcune dichiarazioni del tecnico alla stampa. E’ in ogni modo un cambio tra grandi allenatori e lo stabile ritorno della Juve ai vertici, conferma la bontà della scelta.
Purtroppo, un anno prima della fine della collaborazione col tecnico di Viareggio viene a mancare chi era noto come “Avvocato dell’Avvocato”, Vittorio Caissotti di Chiusano (31 luglio 2003), sostituito alla Presidenza da Grande Stevens. Un anno dopo, Il 27 maggio 2004 muore anche il Dottore, e la Juventus perde così ogni tipo di copertura ad alto livello: i risultati di ciò si vedranno appunto nell’estate 2006.
Torniamo alla nostra storia. Capello ha appena condotto la Juventus alla conquista di quello che allora sarebbe stato conteggiato come lo scudetto numero ventotto anche dal Sig. Tavecchio. I bianconeri hanno conservato l’intelaiatura vincente dell’anno prima e per la stagione 2005/06, se sono andati via Ferrara e Montero, a Buffon, Emerson, Ibrahimovic, Del Piero, Nedved, Camoranesi, Trezeguet, Thuram e Cannavaro viene a dar manforte Patrick Vieira.
E’ uno squadrone che batte record su record: già dall’inizio si poteva capire che per la vittoria finale non ci sarebbe stata storia. La Juventus, partita con scudetto sul petto inanella ben nove vittorie di fila, record di vittorie consecutive dall'inizio del campionato, dal 28 agosto 2005 (1-0 al Chievo), al 26 ottobre 2005 (2 a 0 alla Sampdoria); questa serie, sommata al 4 a 2 sul Cagliari nell’ultima giornata della stagione precedente, costituisce il record delle serie di vittorie più lunga, uguagliando quella, sempre bianconera, nel campionato 1931/32. La Juventus è anche la squadra che in trasferta, ha vinto più gare (13), ne ha perse meno (1) e ha fatto più punti (44), che ha perso meno partite sia in totale (1) che in casa (0, come il Milan),ed è la squadra con la miglior difesa (24 reti subite) e il miglior quoziente reti (2,96). Non è finita: con i 91 punti finali stabilisce il record per i campionati a venti squadre, così com’è record l’aver totalizzato 52 punti nel solo girone d’andata. L’aver perso una sola gara in tutto il torneo è un altro record nei campionati a venti squadre, come pure la serie positiva di 46 partite, tra l’1 a 3 subito in casa dal Milan (30 ottobre) e la sconfitta di Mantova del 13 gennaio 2007. Nell’ultima di campionato, la vittoria per 2 a 0 sulla Reggina sul campo neutro di Bari sancisce la vittoria del campionato tre punti avanti al Milan e conclude un altro record: quello di 76 gare consecutivamente al comando della classifica per la Juve targata Capello.
In aprile, la squadra, stanca per lo stress psicofisico dovuto al grandissimo torneo finora disputato e forse per la delusione per l’uscita dalla Champions, pareggia cinque gare consecutive e il 22 del mese, a tre gare dal termine, il Milan si riporta a tre punti dai bianconeri. Dallo stesso giorno, emergono ed iniziano ed essere diffuse trascrizioni di telefonate intercettate, intercorse tra i dirigenti di varie squadre ed i designatori arbitrali. La disonestà di chi le ha selezionate, le rende illegalmente disponibili e di chi le diffonde ad arte, fa passare il nostro Direttore Sportivo Luciano Moggi come il gran corruttore del calcio italiano. La Juventus vince ugualmente lo scudetto, ma, al termine di un processo kafkiano e delle sue sequele, è derubata di due scudetti, retrocessa in Serie B, penalizzata di nuovi punti in partenza, è impedita per anni a partecipare alla Champions, smantellata nella rosa, illegalmente danneggiata in borsa e sputtanata worlwide. Il danno e la beffa: a parte lo scudetto revocato per motivi ancora oscuri, l’altro è donato da un compiacente presidente FIGC a quell’Inter, sconfitta sia all’andata che al ritorno, giunta con 15 punti di distacco, che aveva “regolarmente” schierato in campo un extracomunitario dotato dai suoi dirigenti di passaporto falso.
Proprio quella Juve che storicamente ha sempre avuto il merito principale per i successi della Nazionale azzurra, appena stuprata da un sistema marcio (lui sì, che era marcio), pochi giorni dopo se ne va a vincere i Mondiali a Berlino. Nella finale, indossando le due maglie, ben più della metà dei competitori sono giocatori o ex giocatori della Juventus, per una vittoria più Bianconera che Azzurra, che permette a Ratti vari, Melandri senza motociclette e Rossi non “Pabliti” di salire sul carro dei vincitori. Che schifo!
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