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Eventi di S. BIANCHI del 27/05/2016 12:01:05
Armando Picchi ( 26 maggio 1971)

 

Quarantacinque anni fa, il 26 maggio 1971, moriva Armando Picchi, gran libero per intuizione di Helenio Herrera, possibile grande allenatore per scelta di Boniperti. La stagione bianconera d’Armando Picchi è breve come un’estate indiana. Arriva a Torino nell’estate 1970, ha trentacinque anni e un patentino d’allenatore di seconda categoria. Alla presentazione, qualche giornalista si chiede che cosa ci faccia quest’ex colonna dell’avversaria Inter (non ancora nemica) in Galleria San Federico. Mai visto un allenatore così giovane alla Juventus, ma sono anni di cambiamenti storici. L’Avvocato si è stancato del basso profilo imposto alla sua Juve per motivi socio-sindacali e il presidente a suo tempo scelto ad hoc, Vittore Catella, sta per passare la mano a Giampiero Boniperti, ancora amministratore delegato, con Italo Allodi di fresca nomina come General Manager. Boniperti sta per divenire il plenipotenziario bianconero, allontanando anche il mai gradito Allodi: la Proprietà ha voglia di divertirsi di nuovo a vedere la Juventus e si affida all’esperto, saggio e fedele Giampiero. L’ultimo decennio, iniziato peraltro con la vittoria di due campionati, è stato un piangere, a parte il fuocherello dello scudetto di Heriberto, uno scudetto non spettacolare come l’Avvocato ormai pretende. Picchi è stato scelto da Boniperti, quindi è l’omo giusto.

Il piano di rinascita non inizia tutto con Armando: se nell’estate 1970 arrivano i nuovi acquisti Capello e Spinosi, tornano dal prestito i giovani Bettega e Causio già di proprietà bianconera e mandati a maturare altrove. La giovane Juventus, che già può contare su Tancredi, Cuccureddu, Anastasi, Furino, ha le proprie chiocce in Salvadore, Haller e Morini si regala anche l’allenatore più giovane del campionato.

Il torneo inizia bene, con la vittoria per uno a zero a Catania, ma i pareggi a reti bianche con Bologna e Verona, la sconfitta casalinga col Milan e la sconfitta di misura a Napoli ci vedono a soli quattro punti dopo cinque giornate. Quarti a fine girone d’andata, alla prima di ritorno rifiliamo una “manita” al Catania. La sera, ospite della Domenica Sportiva, Picchi ad un certo punto chiede scusa a Pigna, il conduttore della trasmissione, e si congeda: sono i primi sintomi del cancro, il sarcoma che sta iniziando ad ucciderlo. La settimana dopo, a Bologna, la sua ultima partita: la Juve è sotto di uno a zero e, al settantacinquesimo Causio e Roversi passano alle vie di fatto. Intervengono altri giocatori e anche gli allenatori: il Signor Mascali di Desenzano espelle il futuro “Barone”, il terzino rossoblù e anche Picchi, che da buon toscano, esprime il proprio pensiero con energia, beccandosi un congruo numero di giornate di squalifica.

Picchi lascia la panchina per curarsi e la squadra è affidata all’allenatore delle giovanili, Cesto Vycpalek: pur non mettendosi mai in condizione di poter lottare per lo scudetto, si piazza al quarto posto finale, che vale la qualificazione alla Coppa UEFA che debutterà l’anno dopo. In Coppa delle Fiere va meglio che non in campionato: imbattuta in tutto il torneo, regola nell’ordine Rumelange, Barcellona, Pecsi Dozsa, Twente e Colonia. La finale, per il doppio pareggio all’andata e al ritorno, va al Leeds United per la regola del doppio valore delle reti segnate in trasferta. Ma Armando Picchi era morto alla vigilia della gara d’andata.

La famiglia preferisce una cerimonia privata, ma i livornesi “si appropriano” del funerale ed accompagnano al cimitero quel loro figlio e fratello in una città che pare deserta per un coprifuoco. Aveva solo trentacinque anni. Passato alla storia altrove come calciatore, entra nella storia della Juventus che con lui getta le basi di quella meravigliosa formazione che dominerà il calcio italiano negli anni settanta. “Era un uomo intelligente e preparato, possedeva carisma, personalità, capacità persuasive e spiccate attitudini al comando. Sarebbe sicuramente diventato uno dei migliori allenatori d'Italia”. Chi ha pronunciato queste parole per Armando Picchi è Giampiero Boniperti. Ipse dixit.

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