Ci mancheranno i suoi sorrisi, ci mancherà la sua competenza che lo ha portato a scambiare Roberto Carlos con Pistone, a portare nel nostro campionato tra gli altri i vari Gresko e Vampeta.
Ci mancheranno gli allenatori che solo lui riusciva a trovare come gli Stramaccioni, i Lucescu, gli Hodgson e i Simoni.
Come faremo in futuro senza i suoi cartoni da terzo classificato, i titoli consegnati a domicilio, gli scudetti vinti in segreteria di cui va giustamente fiero essendo quelli che più e meglio lo rappresentano.
Ci mancheranno le sue amicizie altolocate alla Walter Gagg, le sue simpatiche spacconate del tipo “
E' un attacco inaccettabile” riferito alla relazione Palazzi sugli illeciti dell'Inter, unica difesa tra l'altro neppure necessaria, vista la mancata rinuncia alla prescrizione.
Ci mancheranno le sue scuse sempre pronte per giustificare i venti o trenta punti di distacco con cui immancabilmente le sue inter finivano le stagioni, quelle regolari, senza interventi esterni.
Ci mancheranno i pedinamenti e le intercettazioni in danno di giocatori, arbitri e avversari e i passaporti con cui permetteva al suo giocatore preferito di giocare in spregio degli ingiusti regolamenti, che non potevano certo venire prima della passione.
Ci mancheranno i suoi bilanci in rosso, caricati all'inverosimile dagli assurdi e improponibili stipendi riconosciuti a mezzi giocatori e tecnici.
Quegli stessi bilanci che lo hanno portato, purtroppo, a cedere la sua amata inter ad uno che sembrava della sua stessa pasta, avendo come idolo nientemeno che Nicola Ventola, ma che si è rivelato ben presto solo uno di passaggio.
Un passaggio ad Oriente, a chi non è neanche del tutto sicuro del fatto se ha davvero comprato l'Inter o il Milan.
Ma che importa ora, che tutto è finito.
Altri arriveranno e prenderanno il suo posto, ma, ne siamo sicuri, non sarà mai la stessa cosa.
Per fortuna.
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