Già nell’assemblea degli azionisti Juve dello scorso 27 ottobre avevamo espresso il nostro rammarico per la gestione legale attuata dalla Juve post Triade. In particolare ci eravamo soffermati sulla incomprensibile posizione assunta nel processo sulle plusvalenze appena concluso.
Sorpresa e sgomento ci hanno pertanto pervaso alla lettura del laconico comunicato stampa apparso sul sito internet della società Juventus a seguito della sentenza. Veniva difatti riportato: «Grazie alla strategia difensiva di tutti gli imputati portata avanti in questi anni, è stata infatti riconosciuta la correttezza del comportamento della Juventus. ».
Al fine di valutare se tali affermazioni corrispondano al vero, sarà opportuno ricordare i seguenti fatti: 1. nel procedimento inerente i falsi in bilancio il PM aveva chiesto ed ottenuto una denuncia/querela del presidente Cobolli Gigli per infedeltà patrimoniale, ipocritamente contro ignoti. In assenza di tale atto formale il processo avrebbe incontrato seri problemi per la celebrazione. 2. la società Juventus, anziché condividere ed allinearsi alla linea difensiva dei vecchi amministratori, ha deciso di proporre patteggiamento per un importo di 70.000 euro “al fine di definire un congruo ammontare per le violazioni amministrative che fossero state eventualmente riconosciute”, nella prefigurazione della condanna degli indagati Moggi, Giraudo e Bettega. Il “solito” Zaccone aveva dichiarato a mezzo stampa (Tuttosport 15/12/2008) il suo timore per una pena pecuniaria fino a 500.000 euro.
Sarebbe fin troppo facile sottolineare ancora una volta l’inadeguatezza della linea difensiva messa in atto dalla società Juventus e l’incongruenza tra quanto affermato ed i fatti posti realmente in essere.
E non ci vengano a raccontare che “la Juventus non si è mai dissociata dall’attività difensiva comune a tutti gli imputati”. I fatti dicono tutt’altro. Tale tracotanza appare ancora una volta irriguardosa verso quei dirigenti che ci hanno regalato 12 stupendi anni di vittorie e verso i propri tifosi. Ancor di più, offensiva verso l’altrui intelligenza. Ci spieghino altresì il motivo per il quale non sia stata ritirata la denuncia/querela contro i presunti ignoti.
Non ci resta che prendere amaramente atto, ancora una volta, della inequivocabile incapacità di gestione del club più titolato d’Italia da parte della nuova dirigenza. Gli attuali remissivi “patteggiatori” hanno purtroppo svenduto la nostra dignità. La recente sentenza dimostra invece cosa può avvenire quando c’è la volontà e la determinazione nel perseguire la difesa di se stessi e della società che si rappresenta. Per la difesa della verità !
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