Dottor Zaccone, avvocato, s’è iscritto al Foro di Torino il lontano 5 settembre 1951, ben sessant’anni orsono. Visti gli anni passati all’Università e gli anni di carriera, deve essere abbastanza in là con l’età, e deve essere proprio bravo professionalmente, se continua a esercitare ed ha ben due studi, uno a Torino e uno a Roma. Ma pur se così valente, Avvocato con la lettera grande, se mi permette, lo continuo a riservare a Gianni, figlio di Edoardo Agnelli.
Negli anni, però, non tutti si sono dichiarati soddisfattissimi delle sue prestazioni professionali. Chissà che avrebbe voluto fare Moggi, di quella sua bella barba sabauda, dopo la famosa dichiarazione-harakiri al processo di calciopoli: strappargliela pelo per pelo o appiccare il fuoco a quella matassa bianca? Perché a quel processo, gli unici a esserci rimasti male sono stati Lucianone nostro, Giraudo, gli azionisti minori, noi di GLMDJ e pochi altri.
La cosiddetta proprietà fu soddisfatta del suo lavoro, infatti, le versò una parcella principesca. Se fossi stato io, il proprietario della Juventus, l’avrei denunciato per appropriazione indebita o qualcosa del genere, vista la non difesa messa in campo da lei in cambio di una somma francamente smisurata. Carmen Vanetti, sulla versione elettronica di Libero, riferisce che lei ebbe a dichiarare:
“La sanzione accettabile? Quella proposta per le altre Società a cui vengono fatte le stesse contestazioni … dunque la Serie B con penalizzazione”. Come Boniek ricevendo un perfetto assist di Platini, il presidente Ruperto gongolò ai limiti dell’autoerotismo, ma ciononostante la bacchettò dicendo:
“Non dica accettabile, sa di contrattazione” , un’affermazione del presidente che, a posteriori, sarebbe diventata chiara come Vangelo, Corano e Torah assieme. (
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Era il nefasto 5 luglio 2006. Quale scusa utilizzò, grande penalista, per la sua affermazione suicida? Disse che c’erano
quattro illeciti pendenti sulla Juventus: noi, che alla Juventus vogliamo bene gratis, le intercettazioni telefoniche le abbiamo lette meglio di lei, e non ne abbiamo trovata traccia. Quale motivo l’ha portata, principe del Foro, a una condotta processuale suicida che non avrebbe utilizzato nemmeno il più sbarbatello, sprovveduto e scoglionato avvocato d’ufficio? Escludendo il mancamento temporaneo, cosa poteva averle fatto scegliere quella condotta autolesionistica, quando aveva fatto vedere a tutti di che pasta era fatto, quando difese Grande Stevens nel processo per l’equity swap? Allora non propose certo una mossa calabrache come il patteggiamento chiesto a Ruperto. I primi barlumi di chiarezza, sul suo oscuro e innaturale comportamento processuale in Calciopoli, emersero dagli apprezzamenti pubblici della proprietà nei suoi confronti e dalla pubblicizzazione della sua parcella: molti pensavano potesse essere di trenta denari, ma pare invece fosse di ben 507.000 euro. Gli scritti di vari giornalisti (Gigi Moncalvo, tra tutti) e quanto apparso su vari siti internet hanno puntato il dito
sulla strumentalità della sua condotta in Calciopoli, nell’ambito della lotta di successione tra gli eredi dell’Avvocato e del Dottore. Certezze non ce ne sono, ma come diceva Giulio Andreotti
”A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso s’indovina”. Forse i tifosi bianconeri d’ispirazione cattolica l’avranno perdonata, io e quelli come me, certamente no. Però le vogliamo bene, pochino pochino, perché ha detto di essere anche lei bianconero: anche Guariniello lo era. Sia felice e si accontenti: di bene glie ne vogliamo un po’ più di quanto glie ne vogliano i parenti dei morti per mesotelioma all’Eternit, o i parenti dei morti bruciati alla Thyssen.
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