Il 20 settembre del 1921, novantacinque anni fa nasceva Carlo Parola, Mister Rovesciata, un campione assoluto della Juventus e tra i più grandi difensori del XX secolo. Per la sua classe, e per quel suo mitico gesto atletico, era famoso tra gli sportivi di tutto il mondo, ma è conosciuto anche da generazioni di ragazzini italiani, che per anni hanno aperto le bustine delle Figurine Panini dei calciatori, con lui effigiato sopra. Nel dopoguerra, la rovesciata di Parola, i film di De Sica e la voce d’Achille Togliani rappresentavano, nel mondo, l’Italia in ricostruzione.
Orfano a sette anni, poco dopo aver terminato le elementari, entra alla FIAT come aiuto meccanico, contribuendo alla vita della famiglia con 250 lire il mese. Poi inizia a giocare a calcio nel Dopolavoro FIAT, che un pomeriggio di qualche anno dopo, si trova a fare da sparring partner alla Juventus. Borel era l’uomo da controllare, e deve averlo fatto bene, se Caligaris ne raccomanda l’acquisto. Strano a dirsi, il presidente del Dopolavoro, di fede granata, per Parola vedeva un futuro al Filadelfia, ma tutto si risolve con una telefonata del futuro Avvocato Agnelli.
La prima gara ufficiale in bianconero è Juventus - Novara, con Parola che gioca tra Depetrini e Mario Varglien, risultato uno a zero, rete dell’altro Varglien, Nini. Parola è titolare due stagioni dopo, tra Depetrini e Locatelli. La Juve ritrova una delle caratteristiche del quinquennio, poiché Parola, come Monti, aveva il lancio lungo e preciso: gli attaccanti ne fanno tesoro, tanto da stabilire, con settantacinque reti, il record di segnature per i campionati a sedici squadre. Ma “Nuccio Gauloises”, così l’ha soprannominato Giovanni Arpino, per la voce roca determinata da quelle venti Gauloises al giorno di cui non poteva fare a meno, non era solo lancio e rovesciata. Era anche un ottimo interdittore che preferiva l’anticipo al tackle: per i suoi ottimi fondamentali fu utilizzato come centromediano metodista, una via di mezzo tra libero e stopper, che appena si era liberato dell’avversario, riavviava l’azione con un rilancio.
La sua prima rovesciata “ufficiale” è in Italia - Austria, un’amichevole giocata a San Siro il primo dicembre 1946. A un certo punto, il passaggio per Epp, lanciato a rete, avrebbe messo l’austriaco a tu per tu con Lucidio Sentimenti: Nuccio era troppo avanti, sarebbe stato scavalcato dal lancio. Fece qualche passo indietro e … su in alto, a liberare in rovesciata. Da allora fu un marchio di fabbrica, pubblicizzato dalla stampa internazionale presente, come lo era stata la sforbiciata di Caligaris e lo sarà il tunnel di Sivori.
Per anni, con quelli del Grande Torino, fu uno dei calciatori più famosi del mondo, e che Parola non fosse solo la sua rovesciata, lo dimostrano le dichiarazioni di alcuni addetti ai lavori. Sentite, per esempio, cosa dice Bruno Roghi:
“Talvolta evade, parte a lunghe falcate come se andasse a prendere una boccata d’aria. C’è sempre un calcolo nel suo gioco, nulla viene fatto a caso, in ogni azione di difesa c’è sempre uno spunto di iniziativa, un invito al compagno, una proposta”. Gianni Brera, invece: “Si sentiva attaccante, dovette trasformarsi in difensore. Elegantissimo di stile, batteva pulito con i due piedi, aveva doti acrobatiche eccezionali”. Per Ettore Berra:
“E’ il nostro più grande centromediano sistemista, il più grande d’Europa” , ma il commento più bello di tutti è quello di Gunnar Nordhal:
“Giocare contro di lui era esaltante: non si poteva fare a meno di eguagliarlo in bravura”. Una Coppa Italia e due scudetti, conquistati in calzoncini e maglietta non gli bastano: un primo ritorno in bianconero avviene nel 1959, come preparatore atletico di Renato Cesarini, poi di Gunnar Gren infine di Julius Korostelev, con la conquista di due Coppe Italia e due campionati, con la seconda Coppa e il primo Scudetto che costituiscono il primo “double” conquistato dalla Juventus. Il secondo ritorno in panchina, dopo aver messo una “toppa” momentanea per l’abbandono di Gren, è nel 1974: nuovo scudetto, ma, troppo buono, non riuscì l’anno seguente a evitare divisioni all’interno dello spogliatoio, e fu sostituito.
Vale la pena di parlare più diffusamente della foto di Parola che libera in rovesciata, quella per anni riportata “in profilo” sulle confezioni delle Figurine Panini. Nell’originale, in secondo piano dietro Parola, si vede il viola Pandolfini, che frena la corsa, giacché il pallone a lui destinato è stato rinviato; dietro a lui, parzialmente coperto, il nostro Giacomo Mari, mentre, più in lontananza c’è un altro viola, il pelato Sperotto. La foto è stata scattata da Corrado Banchi, un giornalista freelance appostato dietro la porta bianconera, all’ottantesimo di Fiorentina - Juventus del 15 gennaio 1950. Amo pensare che, almeno tra noi calciofili, questa foto sia famosa come quella di Joe Rosenthal, con i Marines che issano la bandiera americana a Iwo Jima, o quella del “Che” scattata da Alberto Korda.
La nostra pagina facebook
La nostra pagina twitter
Commenta con noi sul nostro forum!