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Udienze Processi di P. CICCONOFRI del 04/12/2009 08:32:44
Calciopoli: Babbini

 

Tribunale di Napoli - Udienza del 13 novembre 2009. Esame e controesame Babbini.

Casoria: «Pigliamo Babbini..via».
Babbini, impiegato al ministero dell’interno presso la Questura di Forlì. Assistente di linea per 20 anni di cui 6 da internazionale.
PM : «Nel corso della sua carriera, ha conosciuto Meani? ».
Babbini: «Sono amico».
Lo conosce da più di 20 anni. Babbini giustifica la sua conoscenza attraverso la frequentazione del ristorante di Lodi di Meani ed il fatto di essere un ex arbitro anche lui. Meani ha arbitrato fino alla serie D, ma da appassionato, continuava ad arbitrava le partitelle settimanali dell’Inter e del Milan. Poi è iniziato il suo rapporto di collaboratore con il Milan. Babbini era a fine carriera quando Meani ricevette l’incarico dal Milan, «molto tardi..due o tre anni».
PM : «Quante volte ha arbitrato la Juventus?».
Babbini: «L’ultima volta la ricordo bene, quell’anno morì mio madre. Juventus-Milan, novembre 99’.
Ricorda di non aver arbitrato la Juventus dal 2000 al 2005, se non la finale di andata di Coppa Italia e un’amichevole a cesena. PM : «Il suo vertice da chi era composto?».
Babbini: «Dal 99’ Bergamo e Pairetto e con loro c’erano Nicchi, Guidi e Celli poi rimosso… Mazzei per gli assistenti».
PM : «Lei ha parlato di queste cose?...».
Babbini: «Il ricordo va all’ultima stagione. Si sa che quando un arbitro fa la mia carriera, si raccolgono nell’ultima stagione i frutti. Non arrivarono perché non dovevo essere designato… tagliato fuori da partite importanti . Chiesi a Mazzei che mi rispose di chiedere a Pairetto. Non era una risposta per ridere, ma secca, decisa e precisa».
PM : «Vuole specificare?».
Babbini: «Come le ho detto, gliela recito..».
PM : «Lei lo chiese?».
Babbini: «No!».
PM : «Perché?».
Babbini: «Anche perché quella stagione iniziò sotto brutti auspici. Sampdoria-Lazio, importante, era il primo posticipo, mi inquadrarono che sbadigliavo. Spiegai che era una questione emotiva, un modo di reagire all’emozione».
Ricorda poi di aver visto in televisione qualche mese fa la partita Italia-Irlanda e Buffon è stato inquadrato mentre sbadigliava. (si paragona a Buffon)
A seguito di quell’episodio, fu sospeso perché fu una brutta figura per la categoria. Babbini polemizza ancora, dicendo che la Fifa lo riteneva degno di essere inserito nei propri albi ed invece i designatori lo ripresero in malo modo per la storia dello sbadiglio.
PM : «Lei ne ha mai parlato con i suoi colleghi?».
Racconta di come c’erano oche e brutti anatroccoli e lui, Puglisi, Morganti e Contini facevano parte del «frate bene fratelli». Nel senso che venivano adoperati per partite difficili (spareggio salvezza) perché erano conosciuti e ben voluti da tutti. All’interno del loro gruppo, certe cose venivano dette.
PM : «Cosa rappresentavate?».
Babbini: «Il malcontento. Vedevano i nostri colleghi, anche sbagliando… arrivare ad arbitrare la Juventus».
PM : «A chi allude?».
Babbini: «Io non alludo a nessuno. Ho rilasciato a Napoli una dichiarazione su Calcagno, assistente internazionale molto bravo..il tempo mi ha dato torto…Quando fu fatto internazionale, quasi sicuramente aveva altri ragazzi meglio di lui.. Dovevamo stare attenti anche a fare parola perché altrimenti –trac-..c’era la serie B..».
PM : «Conosce il suo collega Consoli? ».
Babbini: «Sono amico, faceva parte di quelli che erano graditi più ad una squadra, alla Juventus. Era internazionale».
PM : «E a chi capitava anche?».
Babbini: «Nitro, Griselli..le partite della Juventus erano importanti ..si curava..».
Il Pm chiede, riprendendo il discorso prima abbandonato, se ha mai approfondito questa vicinanza di Pairetto alla Juventus.
Babbini ricorda che mentre stava vedendo una partita in tv di Champions League della Juventus, vide Pairetto in tribuna centrale insieme ai due figli. Contini lo chiamò al telefono per lo stesso motivo. Non gli «sembra, a livello di immagine», qualcosa di opportuno, «qualcosa da dire l’avrei..».
PM : «Nel corso della sua attività capitava che i dirigenti entravano negli spogliatoi? ».
Babbini parla di scaramanzia. Ricorda di Massimo Moratti, sempre insieme a Facchetti che salutava all’inizio della partita; Sensi a fine partita e spesso si lamentava .. «C’è da dire che sapevo per interposta persona e dalla tv che Moggi insieme al suo amico (che chiama il fornaio) era sempre presente».
Viene ascoltata una telefonata tra Meani e Babbini con oggetto l’arbitro Bertini.
PM : «Di che parlate?».
Babbini: «Come in tante telefonate, io e Meani -ci sentivano anche 7 volte in un giorno- non solo per il calcio..perché L. Meani aveva in mente che ci fosse la possibilità che nell’ambiente si facesse la caccia ai diffidati.. quando dico “diabolico Bertini” non è niente di personale..». Racconta poi di come Bertini, ogni qual volta suonasse il cellulare, si allontanava per non far sentire agli altri. La definisce «stupidaggine», però rimarca il fatto. Prosegue ricordando che, essendo pratico di informatica e computer, fece una statistica esaminando tutte le decisioni del giudice sportivo - precisando in una successiva telefonata allo stesso Meani - non trovando quello che Meani chiedeva in modo così evidente, che non era quella la strada giusta. Il processo sportivo ha imputato a Babbini una colpa proprio per queste statistiche fatte per un dirigente.

Prioreschi

Prioreschi: «Ho capito che lei, mentre era assistente aveva questo rapporto di amicizia con Meani..».
Babbini: «Si, si».
Prioreschi: «E’ consentito sentirsi con un dirigente?».
Babbini: «Sicuramente qui si parla di Meani..non è che ci fosse solo lui..è comune di altri colleghi».
Prioreschi: «Era quindi normale?».
Babbini: «No, ma in quel mondo del calcio era normale».
Prioreschi: «Questa era la prassi».
Babbini: «Si, non si faceva niente di male».
Prioreschi: «Ha detto che Consolo, Mitro, Grisello..erano considerati vicino alla Juventus».
Babbini: «Non proprio così. Facevano spesso la Juventus».
Prioreschi: «Senta, ci sono assistenti che facevano spesso il Milan, che erano meglio graditi? ».
Babbini: «Nelle telefonate…».
Prioreschi: «Se è a sua conoscenza..».
Babbini: «La risposta è si. Sono gli assistenti bravi, il Milan voleva assistenti bravi e fidati».
Prioreschi legge il verbale del 07.06.06 reso si carabinieri di Napoli in cui dice: «La mia amicizia è stata improntata alla lealtà, anche se devo dire che erano contenti che venivamo assegnati io, Puglisi, Stagnoli, Rotelli..che ritenevano graditi e bravi».
Babbini: «Lui aveva piacere che andassimo noi perché aveva rapporti più amichevoli».
Prioreschi: «Lei ha detto che il Milan voleva assistenti bravi..».
Babbini: «Erano tutti bravi e internazionali».
Prioreschi: «Le risulta che Puglisi era un ultras del Milan? ».
Babbini Conferma
Ed aggiunge che lui è Bolognese, filo interista.
Prioreschi: «Quando è stata fatta sentire la telefonata, stava facendo sue considerazioni? ».
Babbini conferma
Prioreschi: «Meani le da l’incarico perché è esperto di informatica?».
Babbini: «Esperto è una parola grossa..».
Prioreschi: «Lei ha citato..».
Babbini: «Lui..mandava … gli auguri di Natale anche agli assistenti internazionali ..io gli trovai gli indirizzi su internet…lui faceva bella figura..con la società».
Prioreschi: «Lei, visto che ha questa amicizia non le sembrava corretto rifiutare?».
Babbini: «Buoni rapporti.. ce ne sono parecchi, non solo Babbini ma Copelli, Contini..».
Casoria: «L’elenco dei bravi..».
Babbini: «Molti, perché Meani non era nato come dirigente del Milan, ma come addetto allo spogliatoio di San Siro..Io avevo piacere di andare a fare il Milan».
Prioreschi procede a contestazione rileggendo il verbale del 18.04.05, dove risponde che lui, oltre a Brontolo (Puglisi) graditi al Milan, dovevano rifiutare queste designazioni..sopratutto Puglisi.
Babbini: «Mi sento di dover rispondere… quella telefonata è di un dirigente che si sente di aver vinto una battaglia ma io gli dico che l’ha persa, perché loro hanno dato il contentino… ti hanno annullato il gol..allora ti mando Babbini e Puglisi..eccoli la».
Prioreschi chiede la storia della bandierina.
Babbini: «Devo rispondere come dissi a lui..non mi dire di alzare la bandierina di qua e di la perché sai bene che io alzo per quello che vedo».


Gandasi – difesa Meani-

Gandasi: «Lei ha arbitrato Milan-Chievo».
Babbini: «Ho commesso errori in quella partita..molto probabilmente l’avvocato di Meani vuole sentimi dire di aver annullato un gol regolare ..».
Gandasi: «Secondo il giornale era buono, ha avuto rimproveri da Meani?».
Babbini: «Sinceramente le dico di più.. Crespo si girò dicendo “si era in fuorigioco”, guardai verso la panchina di Meani e mi fece segno..» che andava bene. «Seppi alla fine del primo tempo…Costacurta mi disse che era regolare..».
Gandasi: «Eravate graditi anche se annullavate gol?».
Babbini: «Ero gradito perché ero amico. Meani gradiva che andassimo noi perché si viveva il pre-partita in modo “guascogna”!».
Racconta alcuni episodi e parla di amicizia e confidenza sviluppata anche al tavolo mentre mangiavano… Racalbuto aveva amicizia con Meani perché ci aveva arbitrato insieme. Ricorda che Facchetti giocava a tennis con Meani e che una volta andò anche lui ad assistere; andava in montagna con De Biase.. Nel suo ristorante giravano un po’ tutti.
Gandasi: «Vi era un principio per le designazioni?».
Babbini: «Il fatto stesso che certe persone – nei verbali sono vericabili – nel 2003 e 2004 feci una statistica sugli assistenti designati da Mazzei: in serie A erano stati 28-29, 17 per la Juventus, 22 per il Milan, 24-25 Inter, 26 Roma. I numeri danno le dimensioni di che tipo di rotazione. Puglisi era da un po’ che non arbitrava .. facendo una partita con Collina, Milan-Roma, ci fu un passaggio di mano di Inzaghi, dalla parte di Puglisi. Da quella volta non venne più impiegato».
Gandasi: «Milan Chievo era infrasettimanale, con chi aveva giocato la domenica precedente?».
La settimana precedente di giocò a Siena e fu annullato un gol regolare a Sevchenco. La stampa ne aveva parlato, in quanto si era in una fase cruciale della stagione.

Mungiello

L’avvocato chiede se era un hobby per Babbini arbitrare. L’assistente ricorda che era un hobby ma non come impegno. Guadagnava circa 28, 30 milioni di lire all’anno. Per arbitrare in serie A riceveva 2.200,00 € lordi, in serie B 750,00 € e 150,00 € per fare il quarto uomo.
L’avvocato sollecita il teste chiedendo se questo succedeva per ogni partita e dopo la risposta affermativa, chiede ancora il perché ci teneva tanto ad arbitrare la Juventus, visto che il compenso era uguale per tutte le partite di serie A.
Babbini: «Io non faccio l’arbitro per soldi, ma solo per passione».
Mungiello: «Non pensa che non la mandavano perché non era in grado ….in una partita così..».
Babbini: «Nel 2002-2003 arrivai primo nella graduatoria.. il desiderio … chissà perché per la maglia bianconera non andavo bene».
Si ritorna a parlare di Pairetto in tribuna centrale insieme ai figli, fatto ritenuto da Babbini «non anomalo, ma non consono». La difesa a questo punto gli chiede cosa c’è di diverso rispetto al suo rapporto con Meani. «Esistono i soldati e i generali. Se i generali danno questo esempio, non si devono lamentare se i soldati sbadigliano in partita», è la risposta di Babbini che enfatizza ancora la storia dello sbadiglio.

Morescanti
Morescanti: «A lei risulta che Pairetto era delegato Uefa? ».
Babbini: «Si».
Morescanti: «Può essere che eri li per quello..».
Babbini: «Con figli e famiglia?».
Morescanti: «Ha mai visto Collina a San Siro?».
Babbini: «Non con i suoi figli..ma presente».

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