Abbiamo pubblicato qualche giorno fa, un articolo (
LINK) in cui si parlava delle proteste del patron del Genoa Preziosi, nei confronti dell’arbitro Irrati. Proteste fatte con veemenza, davanti ai microfoni, che non hanno destato così tante conseguenze (per quanto reso pubblico ad oggi).
Leggiamo oggi da Tuttosport (
LINK), che il teatrino di Preziosi nei confronti di Irrati, aveva un precedente: “Il signor Preziosi Enrico, presidente pro tempore della Società Genoa CFC Spa in violazione dell’art.1 bis, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva, tentava, prendendo spunto dalla direzione di gara, ritenuta non soddisfacente, della partita Carpi-Genoa del 16.04.2016 di colloquiare con il Commissario CAN Sig. Domenico Messina effettuando, in data 17.04.2016, una telefonata sull’utenza Federale a disposizione di quest’ultimo ed inviando, successivamente, sulla medesima utenza un sms, il tutto al fine di
interferire sulle future designazioni arbitrali di competenza del detto Commissario”. (
LINK)
Il virgolettato è un passaggio di una sentenza del Tribunale Federale. Preziosi si lamentava di Irrati e chiedeva arbitri diversi per le partite della sua squadra. Il patron del Genoa ha
patteggiato una multa di 10mila euro più altri 14mila per il Genoa.
Tuttosport ricorda che qualcuno, nel 2006, accusato di aver telefonato ad un responsabile del settore arbitrale, per inciso Luciano Moggi, è stato condannato e la Juventus penalizzata da una retrocessione, quando, in quel periodo, i colloqui erano possibili ed incentivati a differenza di oggi, dove una norma li vieta.
Preziosi, visto il buffetto ricevuto, ha ritenuto addirittura di poter
contestare nuovamente e platealmente Irrati senza incorrere nemmeno in una sanzione. Un danno per la credibilità del calcio e una beffa per chi crede ancora nella giustizia sportiva.
L’uso di due pesi e due misure da parte della Federazione che ogni giorno evidenziamo, sono tante e tali da definire il più grande scandalo della storia sportiva italiana, una vera e
propria farsa. Oggi più di ieri.
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