Tribunale di Napoli - Udienza del 4 dicembre 2009. BaraldiIl primo teste di giornata è Luca Baraldi, «da pochi giorni dirigente» del Bologna calcio e all’epoca dei fatti di questo processo «A.d. del Parma calcio, alle dirette dipendenze dell’amministrazione straordinaria, alle dirette dipendenze del Dottor Enrico Bondi. Dal 14 gennaio 2004 al 30 giugno 2005».
Capuano: «In quelle due stagioni il Parma dove militava?»
Baraldi: «In serie A. Ero stato Direttore generale del Parma Calcio anche dal giugno 2001 al dicembre 2002»
Capuano: «Lei ricorda che cosa è successo in relazione all’incontro di calcio Lazio-Parma del 27 febbraio 2005?»
Baraldi: «Sì. Diciamo che da un punto di vista della gestione della partita, il Parma perse 2-0, ma quello che mi lasciò molto perplesso era stata la conduzione arbitrale. La gestione dell’arbitro, nella gestione tecnica della partita».
Capuano: «L’arbitro chi era?»
Baraldi: «Mi pare di ricordare Messina».
Capuano: «E che cosa la lasciò perplesso?»
Baraldi: «Guardi, un paio di episodi… Cioè diversi episodi, in particolare ravvisati diversamente durante la partita e uno che avevo poi colto nel fine partita. Durante la partita ho valutato una direzione a senso unico di quella partita, contro al Parma. Anche se, tecnicamente, la Lazio aveva meritato di più nel corso del primo tempo. Però nel secondo tempo c’era stata una fortissima supremazia Parma. Un episodio in particolare, addirittura nella stessa azione ci furono due falli da rigore nettissimi, che poi anche le telecamere avevano ripreso, poi la sera ci fu la testimonianza di tutte le moviole.
La mia opinione e di tutti quelli che erano allo stadio, anche i tifosi della Lazio che avevo vicino, veramente gridavano allo scandalo. L’altro episodio che raccolsi nello spogliatoio alla fine della partita: alcuni giocatori mi riferirono che in un paio di situazioni analoghe, due calci d’angolo nella fase di attacco del Parma, l’arbitro prima di far battere l’angolo, andava ad “avvisare” i difensori della Lazio di stare attenti, perché se avessero commesso dei falli, avrebbe dovuto fischiare un rigore. Questo mi lasciò molto perplesso perché evidentemente non è consuetudine che un arbitro avvisi: “guarda che se fa una cosa poi ti sanziono”».
Capuano: «L’episodio dell’arbitro in area chi glielo …? »
Baraldi: «Mah guardi, diversi giocatori, ovviamente i difensori. Sicuramente il capitano, che in quella partita era Cardone. E poi comunque erano voci diffuse di tutti i difensori che andavano ad attaccare…»
Capuano: «Ricorda poi che successe in Lecce-Parma del 29 maggio del 2005?»
Baraldi: «Sì, mi ricordo bene. Lì io mi arrabbiai moltissimo alla fine della partita. Perché qui bisogna fare un distinguo rispetto alla valutazione di prima, da un punto di vista tecnico la gestione dell’arbitro, che mi pare di ricordare fosse De Santis, non fu una gestione tecnica sbagliata. Non commise errori di valutazione, a mio modo di vedere. Però sicuramente ci fu un atteggiamento, sin dall’inizio, di forte aggressività verso la nostra squadra. Tant’è che dopo quindici minuti avevamo già tre ammoniti. Faccio una premessa, era l’ultima partita di campionato, e noi avevamo sei giocatori diffidati. Dei tre giocatori ammoniti, per uno ci poteva anche avere una certa ragione, ma gli altri erano veramente falli non… Però
questa è una valutazione personale…, che magari potevano non meritare l’ammonizione.»
Il teste ripercorre l’escalation di malcontento verso l’arbitro, fino ad arrivare al caso Vignaroli: «Alla fine della partita ho visto il giocatore Vignaroli molto agitato, inveiva contro l’arbitro in modo molto grintoso, devo dire in modo molto maleducato. Era contro le regola della nostra società, noi rappresentavamo una procedura fallimentare, il commissario aveva dettato a me e a tutti i miei collaboratori, quindi anche ai calciatori, delle regole comportamentali ferree. Rientrai negli spogliatoti, mi fermarono quelli di Sky ai quali dissi che le ammonizioni secondo me erano state scientifiche. Io non dissi niente negli spogliatoi, mi dimenticai di Vignaroli. Però ci fu una coda…».
Capuano: «La dica».
Baraldi: «Durante il rientro Vignaroli fece tutto il viaggio con la testa piegata e tra le mani. Sembrava quasi una crisi isterica. Nessuno di noi chiese niente a stò ragazzo. A metà settimana mi chiamò Minotti e mi disse che era rimasto molto impressionato della reazione di Vignaroli ed ere rimasto stupito che aveva avuto solo una giornata di squalifica. Minotti andò dal ragazzo e gli disse che era stato addirittura graziato. Il ragazzo giustificò il suo atteggiamento, lui disse che quando era stato espulso Contini si era arrabbiato perché l’arbitro gli aveva detto: “Stai zitto perché la partita non ve la farò mai vincere”. Questo era stato il motivo scatenante della reazione del giocatore».
Il teste racconta poi delle iniziative che aveva deciso di intraprendere e racconta anche della videocassetta (con tutti gli episodi a sfavore del Parma e anche i pochissimi a favore), che un paio di mesi prima aveva inviato al presidente federale. Contattò il “direttore generale”, Girelli e lo informò che avrebbe presentato una denuncia alla Procura federale. Contemporaneamente il Parma, qualora fosse retrocesso, si riservava di avviare un’azione civile a tutela dei propri azionisti.
Dopo l’andata dello spareggio, permanendo una certa inerzia della procura federale, Baraldi richiamò Girelli e gli rappresentò intenti molto bellicosi. Le minacce produssero il risultato sperato e gli inviati della Procura federale l’indomani stesso si presentarono a Parma. Allo stesso tempo Baraldi chiese che per il ritorno fosse designato come arbitro Collina, «faccio una richiesta, è legittimo». Anche su questo fu accontentato, «lo chiedemmo perché secondo noi era in quel momento l’unico che ci poteva garantire imparzialità Devo dire che anche nel primo spareggio non ci fu un a direzione arbitrale sfavorevole».
Capuano: «Un’ultima domanda. Lei nel periodo in cui è stato dirigente del Parma ha incontrato evidentemente la Juventus». “Evidentemente” sarà capitato qualcosa di poco pulito…
Baraldi: «Sì».
Capuano: «
Ha mai visto se i dirigenti della Juventus accedevano nelle stanze degli arbitri? »
Baraldi: «Allora, in quel periodo mi ricordo di un solo episodio. In occasione di un Parma- Juventus, una partita che finì in pareggio sempre, arbitro De Santis mi pare di ricordare.
Alla fine della partita, secondo i dirigenti della Juventus c’era stato un arbitraggio a favore del Parma. In quella occasione mi pare vidi i dirigenti della Juventus, con la porta aperta dell’arbitro, non erano dentro lo spogliatoio, però stavano discutendo con l’arbitro e con il guardalinee perché a loro dire erano stati danneggiati dalla gestione arbitrale. Questo è un episodio che ricordo in quella stagione».
Capuano: «Presidente non ho altre domande»
Casoria: «Le parti civili? Nessuna domanda. I difensori?»
Prioreschi: «Con riferimento all’episodio che ha riferito per ultimo, a parte che lei sa che i dirigenti alla fine della partita possono accedere negli spogliatoi dell’arbitro…»
Baraldi: «Non so se per regolamento, però è consuetudine».
Prioreschi: «E’ consuetudine. Ha detto “sono andati a protestare”.
Non ricordo se lei ha detto chi era l’arbitro di quella partita».
Baraldi: «
Era De Santis» .
Prioreschi: «Sì, esatto. Grazie, nessun altra domanda».
Avvocato Morescanti, difesa Fabiani: «Lei ha riferito dell’arbitraggio di De Santis in Lecce-Parma e all’inizio delle dichiarazioni ha riferito che non ci furono errori tecnici».
Baraldi: «Secondo me no».
Morescanti: «Che cosa si intende per errore tecnico?»
Baraldi: «Vuol dire che non è che ha concesso rigori all’una o all’altra squadra, fischiato falli che non c’erano o viceversa. L’unica attività che io ho contestato in modo molto determinato fu il sanzionare per motivazioni inesistenti, in taluni casi, i calciatori del Parma e guarda caso tutti quelli già diffidati».
Casoria: «L’avvocato le sta contestando che c’è un po’ di contraddizione».
Baraldi: «No».
Casoria: «Allora spieghi meglio».
Baraldi: «”Tecnicamente” per me significa non aver concesso un rigore… un fallo che non c’era…».
Morescanti: «Io la interrompo un attimo e approfitto della sua tecnicità. Se io arbitro ammonisco un giocatore, lo ammonisco perché ha fatto un fallo, giusto? E se ho capito bene, lei ha detto che l‘arbitro De Santis ha fischiato falli tutti giusti secondo lei».
Baraldi: «Un conto è sanzionare il fallo, un conto è con un’ammonizione o un’espulsione il comportamento del giocatore. Giardino fu ammonito, ma nessuno si accorse che era stato ammonito. Morfeo fu ammonito a fine della partita per aver scaraventato la palla in tribuna. Questi non sono né falli né altro».
Morescanti: «Ma il giocatore che prende e getta la palla oltre il campo, è un atteggiamento regolare oppure no?»
Baraldi: «Se è durante la partita sì, se è alla fine della partita mi dica lei se è sanzionabile o meno. Il triplice fischio era avvenuto».
Morescanti: «Lei è sicuro che fosse avvenuto il triplice fischio?»
Baraldi: «Io ero in panchina…Questa è la
sensazione che abbiamo avuto noi e tutti i nostri collaboratori».
Morescanti: «La difesa si riserva di portare la documentazione filmata della gara».
Capuano: «Ci sono le immagini…».
Baraldi: «
E’ una mia valutazione…».
Morescanti: «Lei diceva che tutte le ammonizioni erano avvenute su giocatori diffidati. Un giocatore diffidato è immune da una sanzione dell’arbitro? Un giocatore che già in altre gare è stato sanzionato da altri arbitri per falli più o meno importanti, quindi probabilmente sono dei giocatori un po’ irruenti in campo, per arrivare a così tante ammonizioni. La qualifica di diffidati li rende immuni? L’arbitro deve avere un occhio di riguardo?»
Baraldi: «Assolutamente no. Però le recito dei due giocatori ammoniti e diffidati… (Giardino e Morfeo - ndr). Lì ci furono ammonizioni molto suggestive».
Morescanti: «Lei fu intervistato da Sky e disse…»
Baraldi: «Dissi che a mio modo di vedere erano state ammonizioni scientifiche».
Morescanti: «Lei ricorda se queste dichiarazioni le ha fatte all’ufficio indagini?»
Baraldi: «All’ufficio indagini sicuramente sì».
Morescanti: «Disse le stesse cose?»
Baraldi: «La sostanza sicuramente».
Morescanti: «Io ho le sue dichiarazioni, nella quale dice: “io non ho fatto nessun tipo di intervista, non ho detto quelle cose anzi ho provveduto a mandare a tutte le testate giornalistiche la smentita”. Se lo ricorda?»
Baraldi: «No assolutamente, io non ho mai fatto questo, lo ricordo molto bene».
L’avvocato Morescanti rilegge la dichiarazione in cui il teste smentisce quanto apparso sulle pagine del quotidiano rosa, che sarebbe il riporto di quanto detto a Sky. Baraldi, nonostante non ricordi le dichiarazioni all’ufficio indagini, comunque riconosce come propria la firma apposta al verbale dell’ufficio indagini. Gli avvocati Morescanti e Prioreschi evidenziano che è strano il non ricordo del teste, visto che è stato proprio Baraldi a chiedere l’intervento degli inquirenti della FIGC.
Non ci sono altre domande, il teste viene congedato.
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