Con la Sampdoria di Ocwirk, Brighenti e Skoglund era già successo di disputare una gara in una data strana: era il Natale 1960, e le reti di Charles, Sivori e Mora fecero un bel regalo ai tifosi bianconeri. Quel “dispettoso” di Sergio Brighenti provò a rovinarci la festa, ma la sua doppietta a nulla servì se non allo spettacolo. Venticinque anni dopo, nel 1985, Juventus e Sampdoria incrociano nuovamente le armi durante le feste natalizie. Stavolta la data della gara è il 31 dicembre: come e perché si gioca in questa data inconsueta?
Un passo indietro nell’estate 1985. Dopo la campagna acquisti, competono per lo “scudetto sotto l’ombrellone” il Verona di Bagnoli, detentore del trofeo in ragione del sontuoso gioco di contropiede esibito, la berselliniana Sampdoria e l’immancabile Inter di Castagner, che, al contrario di scaligeri e genovesi, ha acquistato alcuni giocatori.
Proprio i bianconeri invece partono sfavoriti, anche per la scelta di svecchiare la rosa: via Tardelli (all’Inter), via Rossi e Boniek, mentre arrivano Aldo Serena, Mauro, Miki Laudrup e Manfredonia. Tanto per confermare quanto la gran massa dei giornalisti sportivi poco capisse di calcio anche a quei tempi, il campionato, per il record di otto vittorie iniziali consecutive (e sole tre reti al passivo) parla subito bianconero, per terminare il girone d’andata stabilendo un altro primato: ventisei punti conquistati sui trenta in palio.
Subiamo un certo rallentamento dopo il giro di boa del torneo: la Roma di Eriksson, trascinata dalle reti d Pruzzo, si avvicina fino all’aggancio, quando mancano due giornate al termine del campionato. Da calendario, per i giornalisti lo scudetto ha già preso la via della capitale, una nemesi contro gli odiati bianconeri rei (non si sa perché) dell’annullamento del famoso “Gó de Turone” (che anni dopo Sassi riconobbe essere stata viziata da fuorigioco).
Purtroppo per loro, giornalisti e giallorossi dimenticano il proverbio preferito del Trap, il mitico “non dire gatto se non ce l'hai nel sacco”. Infatti, alla penultima giornata, mentre una rete di Michelino Laudrup liquida il Milan, la Roma cede in casa due a tre col già retrocesso Lecce. La giornata conclusiva vede, invece di quello della Juventus, il crollo definitivo dei giallorossi, che perdono uno a zero in casa del demotivato Como, mentre la Juventus va a festeggiare il suo ventiduesimo scudetto proprio a Lecce, con un tre a due che sa di nuova beffa.
La Juventus si aggiudica un campionato che l’ha vista sempre al primo posto in classifica, solo tre volte in coabitazione, un campionato messo in discussione, in ultimo, solo dalla Roma. Che ne è delle favorite per la vittoria finale, indicate a suo tempo dalla stampa? I nerazzurri sono solo sesti, a tredici punti dalla vetta, mentre Verona e Sampdoria sono decima e undicesima. Certo che erano in gamba anche trent’anni fa, i giornalisti!
Arriviamo al 31 dicembre. A Torino, agli ordini del Signor Casarin si gioca Juventus-Sampdoria. La Juventus di Trapattoni scende in campo con Tacconi, Pioli, Cabrini; Bonini (sostituito da Caricola al 64°), Brio, Favero; Mauro, Manfredonia, Serena, Platini, Laudrup. La Sampdoria risponde con Bordon, Mannini, Galia; Pari, Vierchowod, Pellegrini; Vialli, Souness, Lorenzo, Matteoli, Mancini. La partita si decide al 39°, quando Bordon cede lateralmente la palla a Mannini, ma il pressing alto bianconero recupera la sfera sulla trequarti avversaria: Platini riceve, triangola con un compagno che lo libera a due o tre metri dalla lunetta dell’area doriana, gran tiro del francese e palla che s’insacca nell’angolino basso alla sinistra di Bordon, che riesce solo a sfiorare. Il risultato non cambierà.
Perché questa data inconsueta per il campionato italiano, con tutti gli addetti ai lavori già in vacanza da giorni con i propri cari? Perché l’8 dicembre, data prevista per la tredicesima d’andata del campionato, la Juve era a Tokio, a giocarsi e vincere, la Coppa Intercontinentale contro l’Argentinos Jrs. Ecco, la ragione del posticipo della gara con la Sampdoria.
L’ultimo giorno del 1985, una perla di Platini ci regalava i due punti della vittoria con la Doria. Con questo ricordo della nostra Juve vittoriosa, auguro a tutti una buona fine d’anno e che il prossimo non sia migliore di quello appena trascorso. Un anno che a livello calcistico ci lascia la strage della Chapecoense, la scomparsa di un altro grande sportivo: Muhammad Alì. Speriamo nel 2017 come portatore di pace, sicurezza, cooperazione, cultura. Auguri a tutti quelli che ci leggono, a tutti noi dello staff di GLMDJ e ovviamente alla Juventus.
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