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Udienze Processi di E. LOFFREDO del 13/12/2009 10:10:44
Calciopoli: Controesame Di Laroni

 

Tribunale di Napoli - Udienza del 24 novembre 2009. Controesame Di Laroni -

Viene reintrodotto il maresciallo Di Laroni, il quale evidenzia, per ovvi motivi professionali, la necessità/opportunità di non essere ripreso né in foto, né in video.

Il controesame del teste inizia con la difesa Moggi.
Prioreschi: «Buongiorno. Lei ha spiegato come eravate arrivati ad identificare l’intestazione delle prime tre SIM svizzere e ha detto che vi siete avvalsi del Centro di cooperazione della Polizia doganale di Chiasso. Può essere più preciso e spiegare quali contatti ci sono stati e come si è arrivati a questa collaborazione con la Polizia svizzera?»
Di Laroni: «Una precisazione: noi avevamo individuato la prima utenza, quella chiamata da casa di Bergamo, che dall’altro capo c’era Luciano Moggi (italiano fluente… - ndr). Preciso che il centro di cooperazione di Polizia doganale è un organismo italiano, è un centro interforze italiano, non c’entra niente con la Svizzera. Noi ci siamo rivolti a loro per capire [la scheda di] quale gestore era, basta. E poi successivamente abbiamo richiesto degli intestatari. Non abbiamo avuto contatti con la Svizzera, con enti svizzeri o polizia svizzera. Assolutamente. Tanto è vero, i tabulati li abbiamo chiesti ai gestori italiani».
Prioreschi: «Vi hanno detto che lo 0041… era un’utenza svizzera. Se era un’utenza svizzera per accertarne la titolarità bisognava chiedere al gestore che sta in Svizzera».
Di Laroni: «Ma questo passaggio non lo abbiamo mai fatto.(!) Noi abbiamo accertato, abbiamo repertato nelle prime informative…, poi è stato stesso il De Cillis a consegnarci le nove utenze e a dirci chi era l’intestatario». Com’è facile formare una prova!
Prioreschi: «Guardi Maresciallo, non credo sia così. Voi avete scritto nell’informativa del 19 aprile, la madre di tutte le informative, “accertamenti mirati anche tramite gli uffici collegati svizzeri hanno consentito di verificare che l’utenza internazionale 0041… ecc…, individuata essere nella disponibilità di Luciano Moggi, nel periodo compreso tra 11 novembre 2004 e il 7 febbraio 2005, vi era traffico solo verso due altre utenze”, che erano la “213” e “284”. Poi dite: “Le tre utenze svizzere inoltre, risultano essere intestate tutte alla stessa persona, De Cillis Antonio (Arturo – ndr)”. Quindi, come si è arrivati ad accertare che queste tre utenze erano intestate a De Cillis?»
Di Laroni: «Attraverso il centro di cooperazione delle polizie doganali»
Prioreschi: «Lei sa se qualcuno del Centro di Polizia doganale…»
Di Laroni: «No, che le diffonda a priori no…»
Prioreschi: «Ancora non faccio la domanda…!». Già, come fa? «Sa se si è rivolto al gestore svizzero, alla Polizia svizzera? Cerchiamo di essere logici: se un’utenza è di un gestore svizzero, si deve andare dal gestore e chiederglielo. Un passaggio tra il centro doganale e un qualche organismo, un qualche ente, un qualche maresciallo della polizia svizzera che sia andato presso la Sun Rise a chiedere: “A chi sono intestate queste schede?” ci deve essere»
Di Laroni: «Non so che tipo di accertamento fanno, lo deve chiedere a loro. Poi questa parte dell’informativa non è neanche a mia firma…, non so…»
Prioreschi: «Lei poco fa ha detto che ha contribuito».
Di Laroni: «Ho contribuito, però avvocà…».
Interviene il Presidente: «Non sa il procedimento, del resto potrebbe essere anche qualcuno del centro di cooperazione»
Prioreschi tende ad evidenziare che ancor prima della richiesta al gestore o al Centro di cooperazione doganale, i carabinieri già sapessero a chi erano intestate le sim in questione.
Prioreschi: «Lei è mai stato in Svizzera?»
Di Laroni: «No, neanche in vacanza».
Prioreschi: «Mediamente, quanto tempo impiegano i gestori per fornire i tabulati telefonici?»
Di Laroni: «varia da caso a caso, dipende dalla quantità e dal tipo di lavoro che hanno. Dalla notifica, se è a carattere d’urgenza lo fanno subito, se è a carattere ordinario ci mettono anche qualche mese a farlo. Dipende dal tipo di dati richiesti. In questo caso ci è voluto un mese, un mese e mezzo. Dovevano interrogare i ponti, le celle per vedere se c’era stato traffico. Un paio di mesi per quanto riguarda le utenze di cui oggi è udienza».
Prioreschi: «Parliamo dell’informativa del 7 giugno 2006, firmata da lei. De Cillis viene sentito lo stesso 7 giugno e allega all’interrogatorio un elenco di nove utenze svizzere. Però vi dà i numeri senza lo “0041”. Voi lo stesso 7 giugno fate richiesta di acquisizione dei tabulati relativi a questi numeri, il pm dispone l’acquisizione il giorno successivo. Lo stesso 08 giugno alle 17:06 voi vi accorgete della mancanza del prefisso e chiedete di acquisire i tabulati con il numero completo. Come avete fatto ad accertare questo errore, come avete fatto ad accertare che mancava il prefisso?»
Di Laroni: «Perché il prefisso teleselettivo internazionale della Svizzera è “0041”, per forza ci deve essere davanti ai numeri. Visto che parliamo di un gestore svizzero, per forza di cose…»
Pioreschi: «Perché il giorno prima quando avete fatto l’informativa…?»
Di Laroni: «Erano i giorni clou dell’indagine, può darsi che abbiamo fatto la nota senza accorgerci».
Prioreschi: «Lei esclude che sia stato ricontattato il De Cillis il giorno 8 giugno o il 7giugno per avere un…?»
Di Laroni: «No assolutamente. Anche perché nell’elenco delle nove schede c’erano le tre che già conoscevamo e che sapevamo essere svizzere, c’era il numero completo».
Prioreschi: «Sa se qualche suo collega si è recato da De Cillis in Svizzera a chiedere informazioni?»
Di Laroni: «Assolutamente no».
Prioreschi: «Sa se il Maresciallo Zino si è recato in Svizzera per fare accertamenti da De Cillis?»
Di Laroni: «Assolutamente»
Prioreschi: «Sa se il Maresciallo Maraca si è recato in Svizzera?»
Di Laroni: «No. Non si è recato in Svizzera, lo so per certo».
Prioreschi: «Sa se il Maresciallo Nardone si è recato in Svizzera?»
Di Laroni: «No, non lo so».
Prioreschi: «Non lo sa se si è recato?»
Di Laroni: «No, no, non si è recato».
Prioreschi: «Sa se l’agente scelto Della Ratta si è recato in Svizzera?»
Di Laroni: «No».
Prioreschi: «Sa se si è recato il Maresciallo Di Foggia?»
Di Laroni: «No, noi siamo stati in sede».
Casoria: «Avvocato, nessuno si è recato in Svizzera…»
Di Laroni: «Presidente, noi non avevamo motivo per recarci in Svizzera. Anche perché il De Cillis, tra le altre cose, si era presentato spontaneamente all’arma di Como. È stata l’arma di Como ad avvisarci»

Prioreschi: «Informativa del 8 agosto 2006, riguardante le 385 schede… Come è stato acquisito questo elenco di 385 sim della Ring Mobile del Lichtestein?»
Di Laroni: «Credo sia stato acquisito perché De Cillis ha inviato un fax. Ossia, già in sede di escussione relativa ad un’utenza di cui non era in grado di fornire la titolarità, perché quelle si non hanno anagrafica, non si registrano, aveva fatto riserva di trasmettere tutte le utenze che lui aveva in carico e che aveva potuto vendere in quel periodo. Tanto è vero che poi non ci abbiamo fatto nulla perché era assurdo procedere ad un esame»
Prioreschi: «Dall’informativa che siano arrivati a mezzo fax, non risulta».
Di Laroni: «Credo… non non …»
Prioreschi: «Lei è in grado di esibire questo fax? Così come aveva l’altro magari può aver questo».
D Laroni: «No».
Prioreschi: «Può reperirlo presso gli uffici…»
Di Laroni: «Ma… no non credo».
Proreschi: «Esclude che qualcuno possa essere andato in Svizzera a prenderlo?»
Di Laroni: «Sì, noi una volta sola, soltanto il 7 giugno a Como. Poi al nord Italia non ci siamo più andati».

Prioreschi ritorna sulla lunga elencazione di chiamate tra le varie sim straniere e sulle quali ci sono delle discrepanze e non corrispondenze fra traffico in entrata e quello in uscita.
Come all’udienza precedente, il teste spiega le discrepanze quali dipendenti dall’aggancio di uno o più celle durante la stessa telefonata.
La difesa si riserva di confutare tale ricostruzione con le proprie consulenze tecniche.
Anche per dati che si discostano numericamente di molto (sulla sim X verso la scheda Y risultano 10 chiamate in uscita e 33 in entrata, mentre sulla scheda Y verso la sim X risultano 129 in uscita e 29 in entrata), il teste offre la stessa spiegazione: «Sempre la stessa risposta avvocà. Altro non sono in grado di dire».
Prioreschi: «Lei l’altra volta ha detto che lo squillo è un contatto, la risposta è un altro contatto e quando uno attacca è il terzo».
Di Laroni: «Sì»
Prioreschi: «Quindi a volte avete diviso per tre?»
Di Laroni: «Può darsi pure che è capitato che qualcuno ha fatto il conteggio conteggiando una sola utenza e qualche altra volta su un’altra utenza abbiamo conteggiato solo una chiamata».
Prioreschi: «Eh, con Fabiani dieci a trentatré e 129 a 29, anche se moltiplichiamo per 15…»
Di Laroni: «Non lo so. 129 può essere anche un errore di battitura…»
Prioreschi: «Marescià, su sti errori di battitura questi sono andati a giudizio eh!»
Silenzio imbarazzato.

Casoria : «Errore di battitura controllabile sul computer? Ce l’ha il computer? E controlliamo».
Prioreschi: «Tra l’altro signor presidente, non ho l’esperienza del maresciallo, ma mi sono informato e mi dicono che (a differenza di quanto sostiene il teste – ndr) quando non c’è risposta non c’è contatto e risulta alcuna chiamata…».
Capuano cerca di opporsi alla considerazione del legale di Moggi. Il Presidente: «va bene, è conoscenza dell’avvocato».
Casoria: «Effettivamente 129 e 29, potrebbe essere un errore di battitura».
Prioreschi: «Certo, se uno queste elaborazioni le fa… Vabbè no, poi mi dite che io faccio le considerazioni…»
Di Laroni: «Cioè avvocato?»
Capuano: «Presidente però non dovrebbe neanche fare le battute…»
Casoria (per dare il contentino al pm): «… e che possiamo fare se l’avvocato è indisciplinato…, la richiamo all’ordine avvocato».
Prioreschi: «Va bene presidente».
Chi ride sotto ai baffi?
Nei sette minuti mezzo che il Di laroni impiega per reperire le informazioni il Presidente ha modo di commentare con le colleghe: «Se anche lui ci mette tutto questo tempo, figuriamoci noi. Io una volta ho provato ad aprirli, ma non si capisce niente…».
Di Laroni: «Presidente, facendo la ricerca sui due numeri che mi chiede l’avvocato, senza eliminare doppioni, dati, ecc… ho che per trentadue volte il numero verosimilmente attribuito a Moggi (“194” finale) chiama il “751” finale attribuito verosimilmente a Fabiani. Mentre se lo faccio all’incontrario, addirittura ho che cinquecentoquattordici (514) volte Fabiani chiama verosimilmente Moggi».
Casoria: «Ma volevamo vedere il 129 adesso. Non risulta nel suo computer?».
Di Laroni: «No. Perché per quel discorso abbiamo levato i doppioni…».
“Verosimilmente” questo teste sta dando i numeri.
Casoria: «Quindi nel computer 514 potrebbe corrispondere a 129?»
Di laroni: «Potrebbe. Potrebbe dottoressa». Alla faccia della certezza!
Prioreschi chiede come questi numeri si trasformano, ad esempio: “514 come diventa 129”?
Di Laroni: «Levando alcuni doppioni, quelli che è stato possibile levarli».
Il presidente viene in soccorso del teste parlando di “doppioni certi”.
Prioreschi: «Individuati come?» Cioè: come fa a sapere che quelli sono certi e altri no?
Di Laroni (in un italiano sempre più affaticato dall’interrogatorio): «Allora, perché se il gest…, se il doppione me lo fornisce Wind, io per esempio il Wind mi dà per ogni telefonata tre dati: rispost(a) (la desinenza finale la offriamo noi, non badiamo a spese - ndr), quando faccio il numero, se a me il dato me lo ha dato Wind, quindi io so, so’ sicuro che quella è una sola telefonata, se gli altri che sfalsano, per esempio io mò le faccio un esempio classico… il 194 chiama il 751 il 7/11, io c’ho che mi viene detto che questo lo chiama alle 12:02:05 secondi, la durata è 3,95 (95?!! Dopo 92 “Principessa morta” –cit.- mi giocherò anche 95: Maresciallo confuso…- ndr). Poi io c’ho un altro dato addirittura, semp la medesima, i medesimi “nummeri”, chiamanti e chiamate, alle 12:02:15 secondi, e la telefonata beh qua l’hanno tradotta in minuti, sei minuti e trentacinque. Per me queste potrebbero essere due telefonate differenti…». Non si capisce niente.
Prioreschi: «Ma vanno a finire sullo stesso orario come è possibile?»
Di Laroni: «Eh…, sono due dati differenti che mi viene fornito o a una parte o da un’altra. Dipende anche il gestore che me lo fornisce. Ognuno ci ha resettato le celle. (Poi ridendo - ndr) Chiami i gestori e si faccia spigare come…»
Prioreschi: «Io mi chiamo il gestore? Voglio dire. Per carità marescià, scusi eh, io adesso non voglio fare il polemico però…!».
Questi fanno delle ipotesi investigative, non le dimostrano e pretendono che sia la difesa a doverne dimostrare l’inattendibilità? Assurdo! Davvero Assurdo!!
Casoria: «Avvocato, abbiamo capito i meccanismi».
Di Laroni: «Le telefonate ci sono, i limiti sono quelli»
Casoria: «Del resto cinquecento diviso cinque fa cento, sono cinque gestori…»
Prioeschi: «Vabbè, facciamo a peso…».
Casoria: «Più o meno così è».
Credo che il Presidente non abbia ben afferrato “il meccanismo”.

Ripercorrendo altri analoghi casi di non corrispondenza tra chiamate entranti e uscenti tra utenze il maresciallo: «La risposta è sempre la stessa. Può darsi che agganciando sempre un ripetitore Wind vicino casa, che è più preciso di Tim…»
Prioreschi: «Ecco “può darsi” marescià, mi sta bene. Tanto quando siamo nel campo delle ipotesi “può darsi”. Tutto può darsi…».
Prioreschi: «E quando è zero da una parte e nove dall’altra come lo spieghiamo?»
Di Laroni: «Questo è il dato che mi ha dato il gestore. Il contatto non può arrivare dall’altra parte e si può fermare sulla cella». Il contatto chiuso in cella, sottoposto a fermo di polizia giudiziaria! «Può darsi che uno prova venti volte, dall’altra parte nessuno risponde e il contatto rimane sulla cella…».
Prioreschi ripete che per le sue conoscenze questi contatti (senza risposta) sui tabulati non appaiono.
Il legale di Moggi poi passa a chiedere in che formato sono stati acquisiti i dati delle celle e come sono stati trattati. Il teste riferisce che i dati sono stati riconvertiti tutti nello stesso formato (excel), ma prima dice che sono stati copiati manualmente (presumibilmente con il copia/incolla).
Prioreschi: «Lei può escludere che in questo copia/incolla qualche dato possa essere andato perso o qualche dato possa essere stato copiato alterato?»
Di Laroni: «No, perché viene fatta automaticamente dalla macchina, dal computer».
Prioreschi: «A me risulta che quando si fa questo tipo di operazioni debbono essere usati programmi cosiddetti “certificati forensi” perché devono consentire che l’originale poi corrisponda alla copia e devono evitare che nella trasmigrazione dei dati possano esserci errori, oppure possano andar persi i dati o che i dati appunto possano alterarsi. Ecco, lei quindi non ha utilizzato un tipo di programma che normalmente si usa quando si fanno le perizie sui tabulati..»
Di Laroni: «Allora avvocato, mi permetta. Io utilizzo, li potevo fare anche a penna, tanto è vero io deposito agli atti quelli che mi mandano gestori. È una comodità mia che me li sono trasformato in excel. Io non ho utilizzato nessun programma, con olio di gomito, con la mano l’ho fatto». Ma si rende conto della sciocchezza che dice? È vero che ha i tabulati originali, ma lui lavora e supporta le indagini (?) con i fogliettini che potrebbe ave scritto anche a penna! Abbiamo il carabiniere che si scrive i pizzini!
Prioreschi: «Questo lo poteva fare se stava a casa sua a divertire e a passare il tempo. Quando siamo in un processo penale e certi dati devono essere anche verificati dalla difesa, la si deve mettere nelle condizione di poter leggere, interpretare, analizzare e difendere. Ora se lei mi dice che ha fatto tutto in maniera così, e non si offenda, “casereccia”, lei capisce che per noi…, non possiamo andare a riprenderci»
Di Laroni: «Ho capito avvocato, io allora potevo anche prendermi il formato testo e leggermi il formato testo (il formato “.txt” – ndr). Non sono stati trasformati, così me li ha dati il gestori e io li ho letti. Basta, io non ho usato nulla! Tant’è vero che io deposito gli originali che mi forniscono i gestori eh!».
Prioreschi: «Lei deposita gli originali e la sua elaborazione…»
Di Laroni: «Questa sul computer è un’elaborazione mia, per rendermi conto io. Non ho usato alcun programma (“certificato forense” – ndr) Io ho preso i tabulati, li ho letti, ho cercato di analizzare, ho cercato di interpolare dei dati. Basta».
Casoria: «Però l’originale non è andato disperso…»
Di Laroni: «Presidente, ognuno può interpretarli. Ripeto, si possono interpretare a mano, poi ci sta un famoso consulente in Italia che li interpretaaa…, per dirle un nome, vabbè lasciamo perdere…, interpreta in un altro modo. Ognuno ha una sua interpretazione. Ma il tabulato sta sempre lì». Il suo modo è quello giusto ovviamente. Ci fidiamo.

Tornando sulle 385 schede “Ring” l’avvocato chiede al maresciallo come si è proceduto in relazione a queste.
Di Laroni riferisce che le schede in questione non sono da attribuire agli imputati. Queste in realtà sono tutte le schede che il De Cillis ha venduto nel periodo che interessava agli inquirenti. Chiedendo i tabulati di queste sim, solo per tre di esse si è potuto avere un qualche riscontro. Ma questi comunque non erano significativi e perciò non sono state considerate.
Di Lroni: «Le abbiamo scartate perché non erano collegate alle precedenti».

Dalle informative dei carabinieri emerge una chiamata tra una sim straniera attribuita ad Ambrosino e un numero di cellulare intestato alla Juve e in uso a Moggi. Dalla tabella successiva tuttavia, la telefonata non risulta. Il teste specifica che è riportata altrove e in altro modo e che per essa non c’è l’intercettazione perché nel periodo (agosto 2005) il cellulare non era più intercettato.

Prioreschi: «Lei ha parlato dell’intercettazione del 3 dicembre 2005, quella di Moggi con la segretaria, sull’esito dei sorteggi. Dice: “si capisce che Moggi già sapeva…”. A parte Manfredi Martino che già ci ha detto quello che ci ha detto sui sorteggi. Poi lei dice, proprio per far vedere che Moggi sapesse: “C’è un contatto il giorno prima con l’utenza attribuita a Pieri”. Ora, non ho capito il collegamento che lei fa per dire che Moggi era a conoscenza del sorteggio. Il contatto c’è la sera prima, il sorteggio c’è il giorno dopo. Qual è la spiegazione?»

Di Laroni: «La spiegazione mi deriva dal fatto che Moggi era solito telefonare alla segretaria Alessia Ceglia quando venivano pubblicati ufficialmente, la federazione pubblicava queste designazioni, Moggi già li sapesse. Oltre che lui il contatto con Pieri, noi poi abbiamo un’analogia, che è la famosa telefonata da cui sono partite le schede svizzere, che nella notte hanno fatto…, è normale che il giorno successivo quando è stato fatto il sorteggio, Moggi già sapeva. Perché nella notte sulle due…, sull’uten…, sulla famosa telefonata hanno discusso quale arbitri assegnare le partite, inserire in prima griglia ovviamente, c’era tutto un sistema…».
Prioreschi: «Guardi non mi pare di aver letto “assegnare”».
Di Laroni: «No, inserire in prima griglia. Però, lei che ha studiato più di me (appena un poco di italiano in più, giusto un po’… - ndr), sicuramente…, no no nel senso a livello di regolamenti di federazione (ah ecco, l’italiano ritiene di conoscerlo bene “uguale” – ndr), sicuramente sa che ci sono una serie di preclusioni, che se io metto quattro partite, metto una serie di arbitri che son preclusi, nel senso perché sono di quella città eccetera…». E questa è un altro lungo giro di parole per non dire che la supposizione “che Moggi sapesse”, altro non è che meno di una supposizione appunto.
Prioreschi: «La telefonata mi pare era delle 12:45 o 12:53, sostanzialmente lei nel commento, nella relazione, nella informativa scrive: “si capisce che sapeva già”…»
Di Laroni: «Sì! Si capisce che sapeva già!». Di Laroni è una volpe! Vecchio marpione!
Come lo ha capito non ce lo ha detto, speriamo che tutti si fidino de suo fiuto…
Prioreschi: «Benissimo».

L’avvocato di Moggi attinge quindi all’atto del notaio riguardante il sorteggio del 26 novembre 2004, dal quale si evince che le operazioni sono iniziate alle ore 11:05 e terminato alle 11:20
«Agli atti oltre ai verbali dei notai voi avete acquisito anche i lanci di agenzia ed in particolare dell’ANSA, sui sorteggi. Durante i sorteggi erano presenti sei, otto o dieci giornalisti. Con riferimento al sorteggio del 26 novembre, lei sa l’agenzia ANSA dopo quanto tempo fa il lancio sull’esito dei sorteggi?»
Di Laroni: «No».
Prioreschi: «Ecco, adesso glielo faccio vedere io. Ho qui il lancio dell’Ansa, 26 novembre 2004, “Calcio, arbitri: Inter-Juventus arbitra Rodomonti. Firenze…. Questo l’esito del sorteggio... Ansa 26 novembre 2004, ore 11:20”!»
Casoria: «Va bene, allora avvocato la domanda?»
Prioreschi: «La domanda è: avendo fatto parte del pool che ha acquisito queste indagini e queste cose, è probabile che il signor Moggi conoscesse l’esito del sorteggio alle 12:45, quando lo chiama la segretaria? Perché l’Ansa già alle 11:20 aveva lanciato la …»
Capuano (pare) si oppone perché ritiene che si stia chiedendo una valutazione al teste… Quindi anche lui è contro i “mi pare”, “mi sembra”, “ho avuto la sensazione”, eccetera eccetera?
Prioreschi: «Ma quale valutazione! Ha fatto fino ad adesso le valutazioni! Come si fa a scrivere nell’informativa che da quella telefonata si capisce quando l’ANSA già alle 11:20…!»
Casoria: «Vabbè sarà materia di discussione. Perché deve impegnarsi il teste a dire quello che pensa lui».
Prioreschi: «No, non è che pensa…»
Casoria: «Lei vuole fargli fare una valutazione».
Prioreschi: «C’è una norma del codice che impone di indagare anche a favore degli imputati..»
Casoria: «Vabbè quella è un poco in desuetudine…»
Ahi, ahi ahi signor Presidente, la desuetudine non si consolida in modo speculare alla consuetudine, la norma c’è e deve essere applicata, anche se ciò avvenisse una volta sola ogni cento anni.

Prioreschi chiede anche se nel secondo gruppo di sim straniere (dodici schede) sono stati accertati gli intestatari. Il maresciallo dà risposta negativa, per una variazione nel metodo di registrazione da parte del gestore o molto più probabilmente del rivenditore, per suddette schede non c’è anagrafica.

Per il primo gruppo di sim invece, nove schede, il teste ammette che si sono “accontentati” della dichiarazione di De Cillis, il quale se le era intestate e poi le avrebbe rivendute ai soggetti che egli stessi ha indicato ai carabinieri. «A noi interessava il dato a chi le aveva vendute, non a chi le aveva intestate… Vabbè, queste poi sono dichiarazioni di De Cillis…».

Da notare che le prime dodici schede (le cosiddette “tre schede iniziali” più il primo gruppo di nove) sono state attivate il 30 giugno 2004, ma hanno prodotto traffico, incominciato a funzionare, in Italia solo dal 26 novembre successivo.

Il legale di Moggi ha anche modo di far notare stando a quanto scrivono i carabinieri, le sim attribuite a Bergamo e Pairetto agganciavano la cella di Coverciano in occasione dei raduni e/o sorteggi arbitrali nel centro sportivo della cittadina. Prioreschi chiede come mai due persone presenti nello stesso luogo debbano telefonarsi invece di parlarsi di persona. Il Maresciallo specifica che così su due piedi non ha i dati cui attingere, ma che quelle sim producevano traffico con altre utenze anche nazionali.
Ora se queste sim producevano esclusivamente traffico tra esse (tranne qualche sporadica chiamata della sim di Bergamo, ma solo alcuni mesi dopo), c’è da dubitare che effettuassero chiamate (non importa se in entrata o in uscita) con altre utenze, soprattutto nazionali.

Prioreschi quindi seguita stacciare i riscontri che i carabinieri adducono alle proprie ipotesi investigative. Ad esempio sembra che contatti tra utenze svizzere cronologicamente successive, siano state considerate anteriori per suffragare le ipotesi investigative. Il punto è controverso, il maresciallo sembra comunque offrire una spiegazione plausibile.
In senso opposto, alcuni contatti sarebbero stati erroneamente posticipati per suffragare il contenuto di una intercettazione. Qui il teste e Presidente devono constatare l’incongruità senza che venga offerta spiegazione soddisfacente.

Il resto dell’esame verte sulle tecniche di redazione delle informative e sui criteri in base ai quali sono stati considerati alcuni dati e ne sono stati esclusi altri. L’inclusione (o esclusione) è avvenuta anche sulla base di valutazioni effettuate dai carabinieri anche in considerazione della incompletezza dei dati a disposizione.

Esaurito il capitolo delle incongruenze fra la seconda e la terza informativa dei carabinieri, l’avvocato Prioreschi considera concluso l’esame.

Il presidente concede una pausa dai lavori.

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