Non si sono spente, e forse non si spegneranno per un pezzo, le polemiche interiste dopo l’ennesima sconfitta contro i bianconeri.
Stando a certi commenti che si leggono in giro, come minimo i nerazzurri avrebbero dovuto vincere 3 o 4 a zero, nonostante Buffon non si sia praticamente mai dovuto sporcare i guanti, al contrario del dirimpettaio Handanovič, indicato dai più come migliore in campo (insieme ai legni della sua porta). Eppure, alla fine, i tre punti sono andati come al solito alla Juve.
Per colpa di chi? Ovvio: di Rizzoli e dei suoi sodali! Non c’è neanche più bisogno di fare certe domande: come ha scritto l’amico Francesco in un suo recente articolo,
l’Inter è tornata ! Ovviamente, non può essere tornata a vincere, dal momento che di vittorie reali, in campionati non alterati da sentenze farlocche e regali di palazzo, non se ne parla dagli anni ’80, ma è tornata a piangere e cercare alibi ad ogni occasione, come ai bei tempi di Gigi Simoni e compagni.
Ora però cerchiamo di seguire il ragionamento interista, al di là dei singoli episodi.
Alla vigilia dell’incontro, Moratti, tanto per cambiare, era tornato sui fatti antecedenti al 2006, spiegando che prima di quel fatidico anno “
c’era un controllo da parte di un gruppo e di chi aveva responsabilità ufficiali in questo mondo”. A parte il fatto che il buon Massimo dimentica che poi, anche a livello giudiziario, è emerso che l’unico campionato sotto inchiesta (2004/05) non fu alterato, teniamo per buona la sua tesi, che ha un finale positivo: “
Dopo, pian piano si è normalizzato tutto. Al di là del giudizio sulle persone,
io penso che Tavecchio abbia fatto benissimo”. E ci mancherebbe anche che se la prendesse con un tifoso nerazzurro dichiarato! Ad ogni modo, il concetto è semplice: prima del 2006, c’erano Moggi e Giraudo che comandavano il calcio e per questo l’Inter non vinceva mai (mica perché scambiava Pirlo e Seedorf con Guly e Coco, oppure Cannavaro con Carini…), adesso tutto è cambiato.
Dopo questa bella lezione di storia del prof. Moratti,
sono bastati 90 minuti per tornare indietro di 10 anni: stesse recriminazioni, stessi discorsi sui massimi sistemi, stessi personaggi che raccontano perché “non li abbiano mai lasciati vincere” . Ma c’è un piccolo “ma” e ci piacerebbe chiederlo non solo a Moratti e a tutti gli interisti: ci piacerebbe chiederlo anche a John Elkann, all’avvocato Zaccone, a Guido Rossi e a tutti gli attori di quella farsa che prese il nome di calciopoli.
Se oggi Moggi e Giraudo non ci sono più, se i vertici arbitrali sono stati azzerati, se a capo della Figc c’è addirittura un interista, da chi è composta la cupola anti-inter? E soprattutto come opera? Visto che non ci è mai stata data l’opportunità di sapere come operasse negli anni di Moggi e Giraudo, dal momento che non sono stati trovati giri di denaro (magari qualche Rolex o qualche posto di lavoro elargito ad arbitri sì, ma non dalle parti di Torino…) e che non sono neppure state manomesse partite, ci piacerebbe sapere qualcosa in più della risorta cupola anti-inter. Quella che costringe il povero Rizzoli a danneggiarli ripetutamente (tant’è vero che in 30 partite in cui ha arbitrato sia l’Inter che la Juve, i nerazzurri hanno fatto addirittura un punto in meno dei bianconeri!), che frattura un piede al povero Brozovic contro i gradini del pericolosissimo Juventus Stadium, che fa squalificare Icardi solo perché ha scagliato il pallone contro l’arbitro (sfortunatamente senza colpirlo: si vede che in trasferta la mira non va proprio). Insomma,
una cupola potentissima, anche più di quella di Moggi e Giraudo, che è stata capace di risorgere in soli 90 minuti e sta già decidendo le sorti di un campionato in cui tutti davano per favorita l’Inter. Mentre attendiamo che qualcuno ci racconti di più su questa nuova cupola,
saremmo anche lieti che la dirigenza bianconera si svegliasse dal letargo anzitempo e desse un segno di vita, magari ribattendo a quella società prescritta che riempie di baci e abbracci proprietari e presidenti della Juventus, ma poi non si fa scrupoli a denigrare la sua storia e i suoi tifosi.
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